Olivia uscì da casa di Sophie come una furia, la sua borsa a tracolla che le sbatteva con forza contro i fianchi mentre camminava con lunghe falcate sul marciapiede.
Non era nemmeno venuta con la sua macchina, aveva anzi deciso di fare quella piccola distanza, fra casa sua e quella di Sophie, a piedi, quindi ora le toccava camminare fino a casa.
Da Sophie non si sarebbe mai aspettata un comportamento così subdolo nei suoi confronti. Ancora non riusciva a credere come non avesse provato nessun rimorso nel dire tutto a Zora, anche quando sapeva benissimo che Olivia voleva mantenere la cosa segreta, per i tempi a venire.
In realtà non le importava troppo se Zora era a corrente dei suoi piani per mettere i piedi in testa a Noah, quello che la faceva veramente infuriare era la mancanza di rispetto che avevano avuto nei suoi confronti.
Fidarsi delle sue amiche era qualcosa che aveva sempre preso con le pinze, ma d'ora in poi sarebbe stata ancora più attenta, sopratutto con quell'arpia di Sophie. Probabilmente l'aveva sottovalutata troppo. Probabilmente non avrebbe dovuto dire niente nemmeno a lei.
Inoltre non riusciva a concepire come potessero considerarla una persona ignobile. Il suo piano era perfetto, le probabilità di fallire bassissime, se non inesistenti, e avrebbe fatto male a Noah. Avrebbe fatto capire a Claire che non sarebbe dovuta uscire con lui. Forse avrebbe distrutto la relazione fra Eryn e Noah, ma se ne sarebbe fatta una ragione. In fondo, la loro non sarebbe stata una relazione seria, non si sarebbero innamorate l'una dell'altra, non ci sarebbero stati sentimenti, grandi gesti d'amore e certamente non le parole ti amo. Sarebbero state fidanzate per finta solamente per qualche giorno, forse un paio di settimane, poi tutto sarebbe finito ed Eryn si sarebbe scordata di lei in men che non si dica.
La fine di una relazione non era la fine del mondo, non l'avrebbe certamente uccisa. Sopratutto quando era ancora così giovane e inesperta nel campo amoroso ed era tutta una completa sceneggiata. Tempo un mese e avrebbe già buttato nel dimenticatoio tutta quella storia, o almeno questo era quello che Olivia si continuava a ripetere.
Comunque, ormai era troppo tardi per tornare indietro, l'unica soluzione era andare avanti e provare a tutti che si stavano sbagliando. Non sarebbe mai corsa da Eryn a dirle che aveva cambiato idea.
Olivia stava camminando da un buon cinque minuti, la testa persa a rincorrere i suoi stessi pensieri, quando i suoi passi si arrestarono. Era ormai arrivata a metà strada fra casa sua e quella di Sophie. Si guardò attorno, il sole stava già tramontando dietro l'orizzonte, segnando ormai l'arrivo dell'orario di cena. Le poche macchine che viaggiavano per la strada si muovevano a velocità lentissime, dirette verso le proprie abitazioni dopo una lunga giornata di scuola o di lavoro. Avrebbe fatto meglio a sbrigarsi e a tornare anche lei a casa, ma decise comunque di prendersi qualche minuto di pausa. Tirò fuori il telefono dalla borsetta e scorse la lista dei contatti fino ad arrivare alla lettera E.
Le sue dita si bloccarono a mezz'aria sul tasto per far partire la chiamata. Sarebbe stata una mossa troppo audace chiamarla così di punto in bianco?
Si disse di no, che ormai era tempo di dare il tutto per tutto, senza starsi a preoccupare della sua reazione. In fondo, non sapeva nemmeno perché si facesse tutti quei problemi che solitamente non si poneva di principio, in nessuna situazione.
Olivia fece partire la chiamata e si portò il telefono vicino all'orecchio. E aspettò. E aspettò. Ancora qualche secondo e sarebbe scattata la segreteria. Il cuore che all'improvviso iniziava a farsi sentire più prepotente nella sua cassa toracica. Forse non era stata una buona idea.
Allontanò il telefono, pronta a buttare giù la chiamata e a scriverle un messaggio sulle linee di: scusa, mi è partita la chiamata per sbaglio o qualcosa del genere. Tuttavia, in quel preciso istante, Eryn rispose.
«Pronto?» la voce di Eryn arrivava bassa e gracchiante dall'altro lato della cornetta. Sembrava che Eryn fosse stata interrotta nel bel mezzo di un riposino pomeridiano.
«Ti sto per caso disturbando?» chiese Olivia, mordendosi l'interno della guancia. Odiava le telefonate, non sapeva mai cosa fare con la mano che non teneva il cellulare e sentiva il continuo bisogno di muoverla in qualche modo.
Decise di riprendere il suo cammino, verso casa, fermandosi però ad un piccolo parco che era sulla via.
«Stavo dormendo, ma non c'è sogno più bello che avrei mai potuto fare che parlare con te al telefono» disse Eryn.
Olivia mise a cercare una panchina libera su cui potersi sedere. Doveva veramente sedersi dopo aver sentito una battuta del genere.
Sapeva che stava scherzando. Avrebbe davvero voluto resistere e reggere il gioco a quella ragazza, ma era davvero troppo imbarazzante. Proruppe in un verso strozzato, a metà fra una risata e una pernacchia, per poi iniziare a ridere senza riuscire a controllarsi. Si portò subito una mano alla bocca, cercando di zittirsi e di mettere fine a quella figuraccia, ma non ci riusciva proprio.
Per fortuna, dall'altro lato della cornetta, anche Eryn pareva essere divertita. «Era davvero qualcosa di mitico, vero? L'ho letta l'altro giorno da qualche parte, mi hai servito l'occasione perfetta, non potevo non usarla» ridacchiò Eryn.
«Per favore, dimmi che non eri seria quando l'hai detto. È la cosa più cringe che ho mai sentito in vita mia.»
«Senti, sarà anche stata imbarazzante, ma è qualcosa di troppo divertente» rispose Eryn, la voce rotta dall'ilarità. Se non si fosse trovata in mezzo alla strada probabilmente Olivia si sarebbe accasciata a terra dalle risate e sembrava che Eryn fosse della stessa opinione. «Comunque sì, stavo facendo dell'altro, ma no, non mi stai disturbando. Tutto qua.»
Olivia prese un respiro profondo, cercando di calmarsi, tornare alla normalità. La rabbia che aveva provato fino a qualche minuto prima era del tutto sparita, sostituita da uno strano sentimento, caldo e morbido che le riempiva un buco in mezzo al petto che prima non aveva mai notato essere vuoto. E in tutto quello riusciva solamente a chiedersi come fosse possibile una cosa del genere. Come una frase così stupida, detta da una persona che conosceva a malapena, fosse riuscita a catturarla in quel modo.
Forse c'era davvero qualcosa di sbagliato in lei.
Finalmente trovò una panchina e vi ci sedette sopra. «Okay, okay. In realtà non ti ho chiamato per un motivo in particolare, volevo solamente chiacchierare un po', ma se vuoi tornare al tuo riposino non sono certo nessuno per allontanarti da lui.»
«Oh, no, mi farebbe davvero piacere stare al telefono con te. Molto meglio che starmene sul divano a poltrire.» Olivia poteva immaginarsi Eryn che scuoteva la testa con forza, anche se non poteva vederla.
Così, mentre il sole tramontava, Olivia rimase al telefono con Eryn, parlando del più e del meno. Pensandoci era un po' strano, non avrebbe mai immaginato uno scenario del genere una settimana prima, ma nemmeno qualche giorno prima. Tuttavia, in quel momento era lì e non le dispiaceva poi così tanto.
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La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}
Teen FictionOlivia ha una sola cosa in mente: vendicarsi. E il piano è semplice: ripagare con la stessa moneta un torto subito. Questa sarà la sua vendetta perfetta. Olivia ha scoperto sua sorella minore, Claire, a letto con Noah, uno dei ragazzi nel suo gruppo...