- Capitolo Settantacinque -

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La notte della festa, Eryn ed Olivia la passarono insieme fino al sorgere del sole. Quando i primi raggi avevano iniziato a rompere il buio della notte, Eryn si era ritrovata a guardare il cielo sorpresa.
Erano rimaste tutto il tempo sulla terrazza, occasionalmente interrotte da qualche ragazzo alla ricerca di un posto tranquillo, ma senza più essere disturbate nelle ultime ore.
Per la maggior parte della notte si erano baciate, per poi interrompersi e parlare, come se nulla fosse, come se Eryn non stesse toccando le nuvole con le sue stesse dita, come se l'intero universo non avesse iniziato a girare all'incontrario, improvvisamente e sempre più velocemente.
Eryn era ancora confusa da tutto quello che stava succedendo, così inebriata e felice come non era mai stata prima di allora.
Era anche la prima volta che passava l'intera notte in piedi, riuscendo a scorgere l'alba rosa e aranciata. Solitamente era una persona che toccava il letto alle dieci di sera e rimaneva stecchita lì fino alle sei del mattino, quando la sua sveglia suonava per iniziare a prepararsi per gli allenamenti di corsa mattutini. Però, quel giorno, non si era nemmeno accorta dello scorrere del tempo, non si sentiva stanca e probabilmente, anche se fosse tornata a casa, non sarebbe riuscita a chiudere occhio.
Avere Olivia al suo fianco la rendeva nervosa, agitata, ma non in maniera preoccupante. Era emozionata di poter condividere con lei i momenti di quella festa e lo schiarire del cielo nelle prime ore del mattino. La sua presenza, al suo fianco, rendeva il tutto ancora più magico.
Così si era ritrovata a fissarla, in estasi, studiando ogni più piccolo dettaglio del suo viso, notando cosa che prima di allora non aveva mai lasciato che la sua mente processasse: come sotto i suoi occhi nascesse sempre una piccola ruga di espressione quando sorrideva, come le sue ciglia erano lunghe e folte anche se non stava indossando alcun tipo di trucco, come l'arco sopra le sue labbra fosse profondo e rosato, come il suo sguardo si abbassasse ogni volta che capiva che Eryn la stava guardando.
«Che c'è?» chiese Olivia, facendo rinsavire Eryn dal suo treno di pensieri.
«Nulla, solo mi sento molto fortunata.»
Eryn vide con piacere che le guance di Olivia si erano tinte di rosso nel giro di pochissimi secondi. Le sorrise, tutta contenta, per poi appoggiarle una mano sopra la guancia. «Sono davvero molto fortunata a poter chiamare una ragazza bella come te la mia fidanzata.»
Olivia sbuffò, facendo finta di alzare gli occhi al cielo, ma Eryn sapeva di aver fatto breccia nel suo ego. «Non vincerai il mio cuore con queste frasi da quattro soldi, sono una ragazza molto più impegnativa, lo sai?»
«Oh, okay» ridacchiò Eryn. «Quindi cosa devo fare per assicurarmi che tu non mi scappi? Ti devo portare un mazzo di fiori ogni giorni? Togliermi la giacca per metterla sulle pozzanghere che osano mettersi sulla tua via?»
«Sì, cose del genere.» Anche Olivia proruppe in una piccola risata. Era tutta la notte che la faceva divertire, ma Eryn non riusciva mai a stancarsi del suono che usciva dalle sue labbra ogni volta che rideva. Era come un balsamo per le sue orecchie, pronto a curare ogni male la attanagliasse.
Il sole, davanti a loro, stava facendo capolino ben oltre l'orizzonte, tingendo tutto di un forte color aranciato. Anche Olivia fu colpita dai suoi raggi, trasformandosi in una vera e propria statua d'oro luccicante agli occhi di Eryn. In un'altra vita doveva essere stata una divinità di un mondo antico, Eryn ne era estremamente certa.
Sotto di loro le ultime persone che si erano attardate alla festa stavano iniziando ad essere cacciate da casa di Zack, probabilmente dal padrone di casa stesso.
Guardando una coppia formata da un ragazzo che non riusciva a reggersi in piedi ed una ragazza dai capelli rossi, ad Eryn venne in mente una cosa.
«Tu e i tuoi amici non avete una tradizione per il giorno dopo le feste a casa di Zack?»
«Di solito andiamo alla Casa del Waffle, ma non penso di essere più la benvenuta» quasi mormorò quell'ultima parola Olivia.
Eryn sapeva di non essere in nessuna condizione in cui avrebbe potuto dire ad Olivia che cosa sarebbe stato meglio fare, ma si sentiva comunque in dovere di dire la sua opinione. In fondo, da quel giorno in poi, lei ed Olivia sarebbero ufficialmente state fidanzate ed una relazione non poteva fondarsi su nient'altro se non la verità, la fiducia e la comunicazione.
«Ma probabilmente Sophie sarà lì, no?» chiese Eryn. Sapeva che i rapporti fra le sue amiche si erano deteriorati molto rapidamente durante quelle ultime settimane di dicembre. Quello che non sapeva era che tipo di relazione le due avessero. Non sembravano essere vicine tanto quanto lo erano Eryn e Ruby, ma non per questo non valeva la pena di tentare di salvare quel rapporto. In fondo un'amica è pur sempre un'amica, anche se certe volte si comporta in modi che noi non capiamo o condividiamo. Olivia era sicuramente in grado di comprendere e perdonare Sophie, o almeno era qualcosa che secondo Eryn avrebbe dovuto tentare di fare.
«Un motivo in più per non andare» si limitò a dire Olivia con tono acido. «Non ho proprio voglia di parlare con lei, né di lei, per quanto possa valere.»
«Io invece penso che tu le debba parlare, almeno cercare di capire perché si è comportata in questo modo e se c'è una possibilità per voi di tornare ad avere una relazione pacifica.»
Olivia rimase in silenzio per qualche secondo, guardando prima Eryn, poi il cielo ormai azzurro, e nuovamente Eryn. «Pensi davvero che sia qualcosa che valga la pena fare? Sono rimasta molto ferita da quello che ha fatto, non penso di voler tornare ad essere sua amica. Sicuramente non riuscirò a fidarmi nuovamente di lei, non dopo che ha tradito in quel modo la mi fiducia.»
«Beh, tua sorella ti ha perdonata. E per quel che vale anche io ti ho perdonata. Forse è arrivato il tuo turno di ascoltare la storia dagli occhi di qualcun altro.»

La Vendetta Perfetta ❀ {GIRLxGIRL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora