Venere trasalì, si risvegliò da quello stato di trance.Era lui.
<<Posso?>> chiese il ragazzo, solo allora la donna lo guardò negli occhi e fece cenno di consenso con il capo. Il posto dell'uomo noioso, venne occupato da...<<Ares>>.
Ares era un ragazzo di origini spagnole, egli aveva i capelli ricci neri, proprio come i suoi occhi, nei quali non si distinguevano le pupille dalle iridi. Il suo nome venne scelto da sua madre, perché era un appassionata di mitologia greca.
I greci veneravano con timore Ares, figlio di Zeus ed Era, originario della Tracia, che veniva considerato il dio della Guerra perché credevano che con i suoi due figli e aiutanti Phobos (spavento) e Deimos (terrore) seminasse dovunque terrore e morte. Secondo una leggenda egli sarebbe stato procreato dalla sola Giunone, invidiosa di Giove che aveva dato la vita da solo ad Atena, balzata fuori dal capo del padre degli dei.
In questa cultura Ares è una forza rozza che si prende gioco della giustizia e dell'umanità, ma che tuttavia può apparire debole di fronte ai suoi rivali.Nonostante la sua fama sinistra, e' associato spesso a Venere, dea della bellezza, formando così una coppia oppositiva che, legando strettamente amore e morte, garantisce la prosecuzione della vita nell'Universo.
La sua pelle era perennemente abbronzata, al contrario di Venere che era bianca come la luce della Luna quella notte.
Ares fu il primo e unico uomo che Venere amò.
O forse sarebbe meglio dire: primo e unico uomo che Venere ama e amerà per sempre.
E questo lui lo sapeva, perché anche per lui, la dolce Venere è l'unica donna che ama.
<<È impossibile non riconoscerti tra tutte queste persone, anche di spalle e con lo sguardo rivolto al mare, io ti riconoscerei >> le disse con tono serio.
Notò che Ares indossava uno smocking nero, al di sotto una camicia del medesimo colore, che aveva i primi tre bottoni sbottonati, "il solito presuntuoso" pensò dentro di sè Venere.
Ares sapeva di piacere alle donne, e questo non gli creava problemi, anzi era piuttosto appagante per lui ricevere tutte quelle attenzioni. Eppure, l'unica donna da cui voleva ricevere gesti o sguardi d'approvazione era Venere.
Era e sarà sempre solo Venere.
Al collo Ares portava un crocifisso d'oro che si fermava al centro del sul petto.
<<Sei diventato un uomo adulto>> gli disse, <<e tu una bellissima donna>>. Non riuscivano a togliersi gli occhi l'uno dall'altro.
<<Sono nel mezzo di un appuntamento...>> <<Già,con un uomo che non conosce i tuoi gusti, il vino bianco Venere, sul serio?>> <<E chi ti dice che sia un uomo?>> rispose con un sorriso malizioso.
Egli mise su uno sguardo di sfida, <<Geloso, mio caro dio della guerra?>> <<Sì>>, rispose senza neanche pensarci due volte.
Venere non si scompose, <<Credevo fossi in Spagna, che ci fai qui?>> <<Mia madre ha deciso di aprire un'azienda anche qui a Roma, sono a cena con dei colleghi...e tu? Che cosa fai nella vita?>> <<Mi manca un'esame e poi mi laureerò in giurisprudenza>>, Ares mise su uno sguardo soddisfatto, era sempre stato il suo fan numero uno. Ha sempre saputo che lei sarebbe stata in grado un giorno di difendere le vittime per via del suo carattere forte. Lo vide da come si comportava a scuola, come quando una delle sue amiche fu vittima di bullismo.
Venere non temeva nulla, aveva sempre voglia di dire la sua e di far rispettare e valere il giusto. Questo fu ciò che colpì Ares fin da subito. Il suo essere così determinata e il non farsi mettere i piedi in testa da nessuno.
<<Venere>> la richiamò porgendole una mano, <<vieni con me. Andiamo via>>, ella lo guardò.
Ares lo sapeva benissimo che lei non era mai stata in grado di dirgli di no.
<<Ares...>>, <<Venere, mia dolce Venere, una notte. Ti chiedo solo questo. Poi tornerò alla mia vita in Spagna.>>, la donna non seppe cosa rispondere, voleva andare con Ares, ma allo stesso tempo sapeva che dopo la sua partenza sarebbe ricaduta in un limbo di sofferenza.
<<Venere, avanti...guardati sei seduta a tavolo con un uomo che neanche ti interessa. Ti ho osservata da tutta la sera, non gli hai neanche parlato, annuivi soltanto. Il tuo sguardo era solo per il mare.>> a quel punto Venere cedette, e posò la mano sopra quella del suo Marte.
Aveva appena firmato la sua condanna a morte. Lo sapeva benissimo. Ma Ares aveva uno strano controllo su di lei.
Non sapeva resistergli.
E così si alzarono, Venere prese la sua borsetta nera poggiata sullo schienale della sedia e poi uscì dal locale a braccetto con il suo dio della guerra.
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Fonti mito di Marte : https://liceocuneo.it/ipertesti/l%27uomo-e-le-stelle/aree_disciplinari/storica/storia/martemito1.htm
A presto,
Giulietta.
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Noi, vinti dall'amore
ChickLit⚠️COMPLETATA⚠️ Quando due anime sono destinate a stare insieme, non importa la distanza o il tempo. Un modo per ricongiungersi lo troveranno sempre, perché entrambe sono vinte dall'amore. Ma riusciranno a reggere i cambiamenti, la crescita e nuovi...