Capitolo 12

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Ares aveva il capo poggiato sul petto nudo della sua Venere, la quale con la mano destra carezzava i capelli del suo dio della guerra, mentre con l'altra gli toccava la schiena.

Erano entrambi spensierati.

<<Mi casa es tu piel Venere>> e lasciò un bacio in mezzo a seni di lei, <<perché non traduci?>> chiese sorridendo, <<è un segreto>> rispose egli, a quel punto Venere sollevò il capo e gli fece la linguaccia.

Ares sorridendo si sollevò sui gomiti e leccò là gote di Venere.

<<Ares!>> disse ridendo come non mai.

Si guardarono negli occhi.

<<Sei così bella mia dolce Venere>>, ella arrossì e fece un sorriso timido.

<<Ti amo>> disse d'un tratto Venere.

Sul volto di Ares comparì il sorriso più grande che abbia mai fatto.

Era felice.

Troppo felice.

<<Ti amo Venere, ti amo da morire>> rispose baciandole quelle sue labbra rosse, che sapevano sempre di burro cacao alla fragola.

Quel bacio venne approfondito, e nella stanza iniziarono a sentirsi dei gemiti femminili.

Ares aveva iniziato a massaggiare il clitoride della sua dea, lentamente con movimenti circolari che fecero venire la pelle d'oca a Venere, che sospirò dal piacere.
Dopodiché passò a sfiorare le sue grandi labbra con l'indice e il medio, che andavano dall'alto verso il basso, Ares gemette nel sentire quanto la sua bellissima diosa fosse bagnata.
E all'improvviso lasciandola senza parole la penetrò con le dita, con un ritmo oscillante che fece arricciare le dita dei piedi di Venere.

Per quanto le piacessero tutte quelle attenzioni, non voleva venire con le dita di Ares.

Perché voleva lui, dentro di sé.

E così prese il comando.

Capovolse la situazione posizionandosi sopra il suo Marte.

Prese dal comò un preservativo, lo passò ad Ares che lo infilò.

Venere si calò sopra il pene eretto di Ares lentamente. Dato che il suo corpo non era ancora abituato alla grandezza del suo dio della guerra.

Ares tremò quando Venere iniziò a muoversi.

La guardava dal basso ed era bellissima.

Venere teneva il viso rivolto verso l'alto e gli occhi chiusi.

I suoi seni né troppo grandi né piccoli ondeggiavano a tempo delle penetrazioni.

Era una dea incantatrice, non si rendeva nemmeno conto del potere che esercitava su Ares.

Ares le strinse i fianchi per avere una presa salda sul suo bellissimo corpo etereo, e a quel punto ella gemette.

<<Guardami Venere>> impose Ares sedendosi, <<guarda come l'amore che provo per te, mi stia consumando>> a quel punto Venere aprì i suoi occhi e li puntò in quelli di Ares che erano lucidi.

La sua bella Afrodite gli aveva dichiarato i suoi sentimenti.

Era sua.

E questa dichiarazione aveva smosso qualcosa dentro Ares.

Poggiarono le loro fronti una sopra l'altra.

<<Ares...>> , <<Venere>> gemette di rimando.

Noi, vinti dall'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora