Capitolo 64

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Passarono altri due mesi, era giunta la primavera, i fiori iniziavano i schiudersi, e come direbbero tanti poeti: "anche nuovi amori si schiudono".
Venere ancora aveva difficoltà ad esprimere i suoi sentimenti; anche se aveva iniziato a comprenderli e soprattutto a comprendersi.
Tutto grazie ad una testa riccioluta con occhi verdi.
Efesto, con il suo stile estroso e il suo carattere "libertino" stava facendo crescere la bella Venere.

Era martedì e Venere aveva raggiunto Efesto a Montecarlo.
Si stavano preparando per andare a cena fuori, così aveva deciso Efesto.
Venere aveva indosso un asciugamano lungo bianco, in testa un altro asciugamano bianco; era appena uscita dalla doccia e stava mettendo le creme per idratare la sua pelle perlacea e fin troppo delicata.
Efesto invece indossava solo i boxer e stava a testa in giù per asciugare i suoi ricci con il diffusore.
Sembravano una coppia sposata, condividevano gli spazi senza alcun imbarazzo, godendosi uno la presenza dell'altro.
<<Puoi sentire se sono ancora umidi?>> chiese Efesto spegnendo il phon.
Venere rise e toccò la chioma del suo principe:<< giusto le radici, sennò sono asciutti>> Efesto sospirò, <<credo che li lascerò asciugare soli, mi sono stancato.>> disse posando il diffusore sul lavandino <<non ricordo se te l'ho detto, ma vestiti elegante, mi raccomando.>> le disse facendole l' occhiolino chiudendosi poi dietro la porta del bagno.
Venere sorrise e prese il diffusore utilizzato prima dal suo Eliseo e cominciò ad asciugare i suoi ricci ramati riflettendo su cosa indossare.
Effettivamente non si era portata nulla di particolare, perché credeva che sarebbero rimasti in casa come loro solito; invece Efesto l'aveva stupita dicendole che l'avrebbe portata a cena fuori.
Lui: Efesto Edoardo Grimaldi, tipo schivo che non vuole nulla di serio, aveva organizzato un appuntamento.

Cercò di fare mente locale; aveva con sé un intimo in pizzo nero, di conseguenza anche i vestiti da indossare dovevano essere scuri.
Ma non aveva nulla che valesse la pena o che per lo meno avrebbero fatto bella figura per una cena a Montecarlo.

Una volta che aveva finito di asciugarsi i ricci; uscì dal bagno e si diresse nella stanza da letto, In cui trovò Efesto che si stava spruzzando il suo profumo sul petto e sul collo.
Era bellissimo.
Indossava una camicia nera aperta fino all'addome, al di sopra un blazer nero, mentre i pantaloni erano neri con le righe bianche. I suoi capelli al momento erano sciolti e gli ricadevano dinanzi al viso, ai piedi i suoi stivali Chelsea neri.
<<Se vieni a cena vestita così, ci guarderanno tutti>> disse osservandola con il suo solito sorriso da strafottente.
<<Non ho nulla di elegante da indossare>> rispose tornando nella realtà.
<<Ok, se ti decidi ad entrare e a non rimanere imbambolata allo stipite della porta, ho qualcosa per te. >> disse porgendole la mano, lei la afferrò ed Efesto la fece sedere sul bordo del letto.
Poi sparì nella cabina armadio e Venere rimase ad attenderlo con il batticuore.
Quando Efesto riemerse dalla cabina armadio, aveva tra le mani un vestito satinato marrone, le spalline erano sottili e sulla scollatura c'erano ricamati delle rose bordeaux, che non stonavano con il colore del vestito.
<<Non ci posso credere, è stupendo.>> disse Venere alzandosi euforica dal letto: <<è magnifico, voglio indossarlo subito>> aggiunse prendendolo tra le mani del suo principe.
<<Sono contento che ti piaccia, e sbrigati ad indossarlo perché sono molto curioso di vederti >> le disse lasciandole un bacio sulla fronte, <<ti aspetto in salotto, ma non ti far attendere troppo, ho prenotato per le ventuno>> aggiunse poco prima di lasciarla sola, con il vestito tra le mani.

A quel punto Venere, indossò prima la sua lingerie nera in pizzo, e poi si infilò il vestito regalatogli da Efesto e rimase stupita da come quel pezzo di stoffa satinato andasse ad abbracciarle ogni singola curva del suo corpo senza renderla volgare, ma solo elegante.
Ai piedi si mise delle décolleté nere, che aveva lasciato la volta prima nell'appartamento del suo Eliseo.
Corse in bagno, perché lo step successivo era il trucco.
Fece una base molto soft, mise solamente il correttore sotto gli occhi e su quei due brufoli in fronte per via del pre-ciclo.
Agli occhi mise un ombretto marrone chiaro, mascara e poi passò alle labbra, su cui decise di andarci pesante perché scelse un rossetto bordeaux.
Infine mise anche lei il profumo sul collo; dietro le orecchie, sul petto e suoi polsi.
Come ultimo tocco, riavviò i suoi capelli ricci e poi uscì dal bagno sicura di sé e della sua bellezza.

Noi, vinti dall'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora