Capitolo 44

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Andarono nel locale preferito di Venere: il bar "la fermata".
Erano seduti ad un tavolo per due.
Ares ordinò il suo solito caffè e un fagotto al cioccolato fondente, Venere un ginseng e un cornetto alla marmellata di frutti di bosco.
Rimasero in silenzio ad osservarsi, sorridendosi di tanto in tanto, mentre attendevano il cibo ordinato.

<<Ecco a voi>> disse la barista poggiando la colazione dei due giovani sul tavolo.
<<Grazie>> risposero entrambi.

Ares stava per prendere le sue due bustine di zucchero, ma la sua hermosa diosa lo batté sul tempo e gliele passò lei.
Ares le afferrò e le disse <<come lo sai?>> <<ti ho visto sai, anche a casa, prendi sempre due cucchiaini di zucchero, però sul serio non capisco il motivo, così non senti più il sapore del caffè>> <<parli tu che hai preso il ginseng? Un concentrato di zucchero>> <<Gne Gne>> gli rispose facendogli la linguaccia. Scoppiarono a ridere insieme e continuarono a mangiare ridendo di tanto in tanto.

Ad un certo punto però, Ares notò che Venere stava osservando attentamente un punto alle sue spalle. Dallo specchio dietro di lei, vide che stava guardando un ragazzo con la pelle olivastra e i capelli rasati. Indossava una tuta grigia con il nome di una squadra da calcio di Roma ed era in compagnia di altri ragazzi con la stessa tuta. Probabilmente erano lì a fare colazione prima di una partita.

Ad un certo punto vide, sempre dallo specchio, che il ragazzo in questione, si rese conto della presenza di Venere e contraccambiò lo sguardo. Quel ragazzo, era rimasto sorpreso dalla presenza della sua hermosa diosa, la guardava come se avesse voluto dirle qualcosa.
Rimasero ad osservarsi ancora entrambi, senza salutarsi, e il viso di Venere era impassibile.
Sì osservavano l'un l'altro e basta.

<<Tutto ok?>> chiese Ares infastidito da tutta quell'attenzione che stava rivolgendo a quel ragazzo.
<<Sì sì, molto buono questo cornetto.>> rispose volgendo un ultimo sguardo al ragazzo.
Il comportamento di Venere era cambiato.
Non sorrideva più, era come infastidita.
Ad Ares ciò non sfuggì, e decise che sicuramente dopo glielo avrebbe chiesto chi fosse.

<<Allora vado a pagare>> disse Ares prima di alzarsi dal tavolo, <<no, voglio contribuire anche io>> <<No Venere, ti voglio offrire la colazione, perché oggi sei uscita finalmente dopo due giorni chiusa solamente in casa>> le rispose sorridendole, a quel punto gli occhi di Venere si illuminarono di una nuova luce, <<grazie Ares>>.

Una volta fuori dal bar, Venere era ancora turbata, non era difficile notare ciò.

<<Mi aspetti che chiamo una persona ?>> chiese Ares, <<certo>>, detto ciò lui si allontanò con il telefono all'orecchio, lei ne approfittò e scrisse un messaggio a Maya.

V: Non sai chi ho visto al bar a fare colazione con la squadra.

M: AO

M: Venny sei uscita di casa?

M: DAJEEEE

Venere sorrise.

V: Sì, mi ha portato Ares a fare colazione fuori, dopo aver svolto una commissione che ti dirò dal vivo

M: Sono contenta, era ora che la mia bellissima Venere uscisse

M: Ma torniamo a noi, era Simone non è così?

V: Sì...ti giuro non lo sopporto, resta sempre a fissarmi.

M: Chissà quante cose avete in sospeso da dirvi.

V: Ma non è restando solo a fissarmi che riusciremo a chiarirci, e poi ha fatto tutto lui, io non gli ho fatto nulla.

M: Questi uomini...come sono complicati ;)

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