Capitolo 24

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Venere girovagò per l'appartamento di Ares.
Ovunque guardasse, c'erano piante in ogni angolo della casa.
C'erano quadri e libri spagnoli.
Tutto rimandava alle sue origini.
E poi c'erano foto, tante foto di Ares da piccolo.

<<Vuoi qualcosa da bere?>> le chiese lui, richiamando la sua attenzione.

<<Ma dove sei?>> chiese lei girando su se stessa in corridoio.
<<in cucina! È la prima porta a destra!>>

Lo raggiunse e poggiò i gomiti sulla penisola della cucina.
Ares era di spalle, stava cercando tra gli sportelli qualcosa da bere.
<<Ho il succo d'ace, ti piace?>>
<<Sì sì>>

Ares prese due bicchieri di vetro dalla credenza, poi li riempì e lasciò il bicchiere sulla penisola.
<<Siediti, non restare in piedi>>
Venere tentò di salire, ma lo sgabello era troppo alto.
<<Aspetta ti aiuto>> disse Ares avvicinandosi a lei.
Chiedendole il permesso con lo sguardo, la prese delicatamente sui fianchi e l'aiutò a sedersi sullo sgabello.
Venere stava per scivolare, perciò poggiò le braccia sul collo di Ares, che a sua volta pose più forza sui suoi fianchi e la strinse a sé.

Sì immobilizzarono entrambi.

Erano così vicini, che lei poteva sentire il respiro caldo di Ares sulle sue gote.
Sentiva il volto andare in fiamme.
<<Grazie>> disse Venere iniziando a stanziarsi.
<<Mi hai spaventato, ti avevo già vista con il culo per terra>> rispose Ares prendendola in giro.
Venere gli fece la linguaccia.

<<Ti manca la Spagna?>> gli chiese prendendo un sorso del succo.

<<Sì, certo>> rispose lui poggiando la schiena alla cucina.

<<E come colmi questa mancanza?>>

<<Chiamando mio padre, o quando posso compro il biglietto aereo e parto.>>

<<Oh...credevo che tuo padre fosse qui con te>>

<<No, è rimasto in Spagna...e credo che sia l'unico motivo per cui mi manchi casa>> disse guardando il vuoto dinanzi a sé.

<<Non hai bei ricordi legati alla Spagna?>>

<<Sì, certo che sì...è e resterà sempre il mio posto del cuore, soprattutto Malaga, che è la mia città. Ma Roma, è così magica che me ne sono innamorato subito. Ha il fascino della grandezza antica dell'impero romano, ma anche la bellezza del moderno. Tutto legato armoniosamente. È un caos perfetto.>>

<<Già...Roma o la ami o la odi, non ci sono vie di mezzo. Ma raccontami un po' di più su Malaga, voglio poter immaginare la vita del piccolo Ares in Spagna>>

A quel punto Ares sorridendo, si distaccò dalla cucina e si sedette sullo sgabello della penisola dinanzi a lei.

<<Malaga è una città piena d'arte, c'è un quartiere in particolare noto come «Soho». Lì i graffiti di artisti internazionali si mescolano a gallerie d'arte, birrifici artigianali, locali all'aperto, fumetterie e tanto altro. Forse adesso puoi capire la mia passione per l'arte...>> disse sorridendo.

<<Sì mi è tutto più chiaro>> rispose Venere ridendo a sua volta.

<<Hai sofferto tanto quando te ne sei andato?>>

<<Sai...io credo di aver sofferto più il fatto di aver lasciato mio padre che la Spagna, perché alla fine a casa posso tornare quando voglio e resta tutto immutabile, statico.
Mentre mio padre no, ho perso momenti con lui, in dieci anni di lontananza l'avrò visto si e no quindici volte dal vivo.
Non ho avuto la mia colonna portante, il mio eroe con me.
Papà è cambiato, il suo viso sta iniziando a mostrare i segni della stanchezza della vita. Ed io sto diventando troppo adulto in così poco tempo.>>

Noi, vinti dall'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora