<<Matteo>> disse Anna facendo un sorriso forzato.
Venere poggiò sul tavolo la sua bevanda e si voltò per vedere in piedi alle sue spalle la figura di Matteo.
<<Ciao>> disse lei.
<<Rispondi. È così che stanno le cose?>>
<<Non mi sembra questo il posto e neanche il momento adatto per parlarne, non credi?>>
<<A me invece sembra il momento adatto.>> disse afferrandola per un braccio e sollevarla in piedi, le prese la giacca e la borsa poggiate sulla sedia e la condusse fuori dal locale.
Venere cercò di liberarsi dalla sua presa strattonandosi.
<<Sei una bestia.>>
<<Attenta con le parole.>>
<<Io dico quello che mi pare.>>
<<Se non la smetti non avrai neanche più l'occasione per parlare.>> disse infine mollandola e lanciandole le sue cose addosso.
<<Stronzo.>> disse lei infilandosi il giubbotto.
<<Beh? Mi rispondi? È così che stanno le cose? È per questo che non mi hai risposto ai messaggi?>>
<<Sì, mi spiace Matteo.>>
<<Solo questo?>>
<<Che cosa vuoi che ti dica? Mi spiace ma non sono attratta da te sentimentalmente. Potremmo essere una bella coppia di amici, ma non di più.>> disse stringendosi le braccia intorno al corpo, come se stesse cercando di proteggersi da sola.
<<È colpa di Moreno lo so. Che ti ha detto su di me?>>
<<No Matteo, non mettere in mezzo Ares. Non c'entra assolutamente nulla con tutto ciò.>>
<<Ti ha fatto il lavaggio del cervello quel coglione. Ma adesso lo sistemo io.>> disse iniziando ad allontanarsene. <<No Matteo, ti prego lascia stare Ares>> disse Venere attaccandosi al suo braccio.
Matteo la strattonò via malamente e lei cadde a terra sul marciapiede.
Matteo per quanto era nervoso non si curò neanche di controllare se si fosse ferita.
<<Matteo ti prego>> urlò infine Venere per terra.
Ma lui era salito in macchina ed era sfrecciato via tra le strade luminose della capitale.
Ad un tratto, Venere sentì una presa alle sue spalle che la tirò in piedi: erano le sue amiche.
<<Venere è tutto ok? Ti fa male da qualche parte?>> chiese Maia prendendole il viso tra le mani.
<<Ares...-balbettò con la voce rotta- io devo...devo chiamare Ares>> con le mani che tremavano, recuperò dalla sua borsa il cellulare, dopo il primo squillo rispose.
<<Ei mi diosa>>
<<Ares...stai bene?>>Ares dall'altro capo del cellulare, percepì la voce spaventata di Venere.
<<Venere che succede?>>
<<Matteo, è...sfrecciato via con la macchina e...ha detto che ti metterà al tuo posto. Ares ti prego dimmi che sei al sicuro, che stai bene, ti supplico.>>
<<Ei mi diosa, sono a casa mia solo e sto bene, te lo giuro. Dimmi dove sei.>>
<<Al bar "la fermata">>
<<Vengo a prenderti ok? Andrà tutto bene.>>
<<Stai attento Ares, ti prego.>>
<<Arrivo mi hermosa diosa.>> disse infine attaccando la chiamata.Quando uscì fuori dal portone Ares si guardò intorno. Sentiva una presenza.
Continuò a camminare, e ad avvicinarsi alla sua macchina.<<Moreno!>> urlò qualcuno alle sue spalle.
Ares si girò e a distanza di qualche passo c'era Matteo.
<<Che vuoi?>>
<<Stai andando a salvare la tua principessa?>>.
Ares non rispose, preferì girarsi e continuare ad avvicinarsi alla macchina.
<<Sei un cazzo di fifone Moreno.>>
<<Per quale motivo?>> chiese a questo punto voltandosi infastidito.
Matteo si era avvicinato alle sue spalle.
<<Perché preferisci scappare piuttosto che affrontarmi.>>
<<Affrontarti di cosa?>>
<<Mi hai rubato la donna.>>
<<Io non ho fatto proprio un cazzo. Hai fatto tutto solo cabròn [coglione]>>
Matteo non ci vide più.
Tentò di sferrare un pugno in faccia ad Ares, che riuscì ad evitare per miracolo. A questo punto, Ares strinse la sua mano e gli torse il braccio.
<<Vattene Matte'. Vattene per davvero, perché se ti lascio e tu resti qui, ti distruggo.>> ringhiò lasciandolo all'improvviso.
Matteo cadde a terra per non aver avuto l'equilibrio.
<<E lascia in pace Venere. Non ti ci avvicinare mai più.>> disse infine prima di salire sulla sua audi a1.Quando raggiunse il baretto vide Venere, circondata dalle sue amiche, fuori alla porta con un espressione preoccupata, che mutò quando lo scorse in lontananza.
Gli corse incontro e lo strinse a sé.
<<Ti prego dimmi che non ti ha fatto nulla>> disse nell'incavo del suo collo.
<<Non ti preoccupare mi dulce diosa, è tutto ok. Sono qui.>> le rispose carezzandole la schiena.
<<Andiamo via. Ti riporto io a casa.>> disse infine Ares sciogliendosi dall'abbraccio e conducendola alla macchina.
Venere si voltò verso le sue amiche, che avevano capito alla perfezione che la loro amica sarebbe andata via perché adesso era al sicuro.
Così salirono nell'Audi a1.
Si misero la cinta e dopodiché Ares mise a moto, <<ho avuto paura>> disse Venere poggiando la sua mano su quella di lui che stava sul cambio manuale.
<<Paura per te.>> aggiunse guardandolo negli occhi.
Ares le sorrise, <<mi dulce diosa, ti avevo detto che sarei venuto e che sarebbe andato tutto bene.>>
<<Lo so, ma avevo paura che ti succedesse qualcosa...>>, Ares le carezzò la gota con la mano.
<<Nunca permitiría que nadie te tocaba [Non permetterei mai a nessuno di toccarti].>>Giunti sotto casa di Venere, Ares parcheggiò e scese dall'auto, Venere scese subito dopo di lui.
<<Ti sei tranquillizzata?>> le chiese prendendole il viso a coppa.
<<Sì, ora che siamo insieme>> rispose poggiando le mani sopra quelle di Ares.
<<Tu non ti devi preoccupare, ti proteggerò sempre. Comunque vada tra noi, ok?>>
<<Ok>> rispose lasciando un delicato bacio sulla mano di lui.
Ares le sorrise e le lasciò un bacio sulla punta del naso.
Lei chiuse gli occhi e sorrise.
<<Buonanotte, sogni d'oro mi hermosa diosa>>
<<Buonanotte mio dio della guerra>>
<<Come mi hai chiamato?>> chiese incuriosito, <<dio della guerra, ti piace?>> <<perché?>> <<perché ho fatto delle ricerche e Ares in Spagna corrisponde al dio Marte per il culto degli antichi romani.>> <<curioso eh? Venere e Marte>> disse sorridendo.
<<Sì, siamo Venere e Marte>>.Suonò il cellulare a Venere, era suo padre Michele.
Si allontanarono l'uno dall'altro.E per qualche motivo entrambi già ne sentivano la mancanza di quella vicinanza.
<<Pronto papà?...sì, sono qui sotto...ok,arrivo...ciao>> Venere riattaccò, pose il cellulare nella tasca posteriore dei suoi levis azzurri e tornò a guardare Ares negli occhi.
<<Allora salgo, la mia famiglia mi aspetta per cenare...>>
<<Sì sì...certo>>
<<Buonanotte di nuovo Marte.>>
<<Buonanotte Venere>>.
Lei stava per aprire il portone, finché all'improvviso Ares la prese per il gomito e la strinse a sé in un abbraccio che prometteva sicurezza e amore.
<<Sono stato io ad aver paura per te. Molta anche.>> sussurrò lui al suo orecchio.
<<Morirei al pensiero che qualcuno, che sia una donna o un uomo possa farti del male. Sei entrata dentro di me mi dulce diosa, e non riesco più a farne a meno di te.>> le lasciò un ultimo bacio sotto l'orecchio, a cui aveva sussurrato ciò e poi salì in macchina.Si erano dichiarati inconsapevolmente i loro sentimenti, con la presenza della loro unica testimone di sempre: la luna.
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Buon weekend a tutti/e.
A presto, Giulietta.Profilo TikTok: Authorgiulia
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Noi, vinti dall'amore
Romanzi rosa / ChickLit⚠️COMPLETATA⚠️ Quando due anime sono destinate a stare insieme, non importa la distanza o il tempo. Un modo per ricongiungersi lo troveranno sempre, perché entrambe sono vinte dall'amore. Ma riusciranno a reggere i cambiamenti, la crescita e nuovi...