Capitolo 56

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Erano le nove di sera quando Venere varcò la porta di casa e la trovò vuota.
Sì diresse al salotto dove trovò un biglietto attaccato sulla tv : "Marco ha una partita alle 21:30, io e papà stiamo con lui, chiamami quando leggi ciò. Mamma"

Venere recuperò il cellulare dalla tasca della gonna e chiamò sua madre che rispose dopo il primo squillo.
<<Ei Venny, ben tornata>>
<<Ciao Mami, come va?>>
<<Noi tutto bene, torneremo sicuramente verso mezzanotte, ti ho lasciato la cena nel frigo e quando hai sonno vai a letto tranquilla perché ci siamo portati il doppione delle chiavi>>
<<Ok...allora dai l'imbocca al lupo a Marco, andrà tutto bene>>
<<Ci sentiamo dopo, ok?>>
<<Ok, ciao Ma'>>
<<Ciao Venny, buonanotte>>

Chiuse la chiamata e si sedette sul divano.
Afferrò la busta, che Ares diede a Vincenzo, vicino al bracciolo del divano e se la portò sulle gambe.

Mi ha vista.
Stava per venire da me.

Fece un bel respiro e prese subito tra le mani il contenuto.
Osservò là lingerie estasiata, toccò con le dita i ricami con i fiori sul reggiseno; notò anche la targhetta con su scritto "AMor-eno".
Ma decise di rimettere tutto a posto, voleva chiudere quel capitolo della sua vita, così recuperò il suo cellulare dalla tasca posteriore della gonna di jeans:

V: Che fai?

D: Ei donna, sei tornata?

V: Sì, sono a casa sola...vieni e ci mangiamo insieme un gelato?

D: Arrivo.

Dopo venti minuti che Venere passò distesa sul divano ad osservare il soffitto, suonò il citofono.
<<Sì?>> disse sollevando la cornetta, <<donna,sono io>> Venere sorrise e spinse il pulsante per aprire il portone del palazzo.
Poi abbassò la maniglia del suo di portone per attendere Dafne direttamente lì nell'androne.
Dafne salì gli ultimi scalini e trovò Venere ad aspettarla, le corse tra le braccia e la strinse a sé.
<<Ciao>> disse Venere poggiando il capo sulla sua spalla, <<ciao Venny>> rispose lei carezzandole la schiena.
Entrarono in casa e si richiusero la porta dietro.
<<Vai in camera mia, prendo i gelati e ti raggiungo, se devi andare in bagno vai pure>>.
Dafne annuì e si diresse in camera di Venere in silenzio, si sedette sul letto e osservò fuori dalla finestra la luna.
<<Bella vero?>> chiese Venere entrando nella stanza, <<anche tu, mi piace il tuo outfit>> rispose Dafne voltandosi verso la riccia.
<<Com'è andata la giornata?>> le domandò Venere sedendosi anch'essa sul letto e porgendole un magnum bianco, <<tutto bene, ho studiato con Memi>>.
Memi, cioè Noemi, era una compagna di corso di Venere che aveva legato anche con Dafne dopo una delle loro serate a "lo bohémien".
<<A te invece, com'è andata? Ti sei divertita a Milano?>> Venere osservò la rossa mentre scartava il suo gelato e lo portava alla bocca, di una cosa era certa; non voleva mentirle o tenerle le cose nascoste così glielo disse: <<ho visto Ares>> Dafne mandò giù il boccone, <<e ha dato a Vincenzo una busta contenente una lingerie per la "sua ragazza">>
<<almeno è della tua taglia?>>
<<non sei arrabbiata?>>
<<di cosa dovrei essere arrabbiata?>> <<io...non lo so, scusa>> rispose infine Venere scartandosi il gelato e cominciando a mangiarlo.
<<È per questo che ti sei portata Vincenzo?>>
<<Sì>>
Dafne sospirò e smise di mangiare.
<<Volevo vederlo per capire se provassi ancora qualcosa>>
<<E?>>
<<Sì>>
<<Volendo o no, proverai sempre qualcosa per lui, che possa essere felicità o odio.>>
<<Non vuoi sapere perché non ho voluto partire con te?>>
<<Non so se voglio>> rispose guardando il gelato.
<<Penso di provare qualcosa di più di una semplice amicizia>>
Dafne finalmente sollevò il capo e guardò Venere: <<per Vincenzo?>>, Venere sorrise e poi d'un tratto afferrò Dafne per il mento e la baciò.

Noi, vinti dall'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora