"Buongiorno mi diosa, sei a casa?""Buongiorno, sono ancora nel mio letto e tu?"
"Davanti al portone di casa tua...ti va di aprirmi? Ho qualcosa di molto buono con me"
"Allora arrivo subito!"
Venere si alzò di corsa dal letto, quasi inciampò tra le scarpe che lasciava sempre in giro.
Raggiunse il portone, riprese fiato, sciolse i suoi capelli ricci che teneva legati e poi aprì al suo Marte.
<<Buongiorno mia bella bimba>> disse Ares dandole un bacino sul naso.
Venere arricciò il naso e sorrise come una sciocca, <<buongiorno anche a te, che cosa hai di buono dietro la schiena?>> Ares sorrise e le porse una bustina bianca, la quale era calda ed emanava un odore super delizioso di cornetti, <<Ho la colazione per me e per te>>.
Si sedettero al tavolo della cucina, Venere si mise ai fornelli a preparare la moka e nel mentre guardava il telegiornale delle otto per vedere cosa fosse successo nel mondo.
<<Dov'è Maria?>> chiese Ares, <<Shh, fammi sentire>> <<che scontrosa>> disse facendole la linguaccia.
<<Slinguacciato, bevi il caffè che ti ho preparato amorevolmente e non lamentarti.>> gli disse mentre gli poggiava la tazzina sotto al suo naso.
<<Lo hai messo lo..>> <<sì Ares, già ci sono i tuoi due cucchiaini di zucchero. Ti conosco fin troppo bene>> <<gne gne>> le rifece il verso.
Quei due non si amavano solamente, anzi si volevano proprio bene.
Amavano avere la compagnia l'uno dell'altro, anche se stavano in silenzio, il fatto di sapere l'altro accanto, li faceva stare bene. Non erano mai stati solo amici. C'era sempre stato quel legame troppo profondo che li teneva uniti.
<<Sei proprio carina con il naso sporco di cioccolato>> disse sorridendole Ares, gli piaceva come ogni volta che mangiava la sua treccia al cioccolato lei riuscisse sempre a sporcarsi. La rendeva bellissima e buffa allo stesso tempo. Le pulì il naso con l'indice e poi glielo avvicinò alle labbra, lei leccò la nutella che ne rimaneva.
La guardò incantato.
<<Ti va di andare a Palazzo Bonaparte? C'è la mostra su Van Gogh>>, ella sorrise
<<mi ci porterai sul serio?>>
<<ti porterei ovunque mia dolce Venere.>> <<grazie Ares, sei il migliore del mondo!>> gli disse abbracciandolo forte forte a sé.E così Venere si preparò e si diressero alla mostra. Entrarono mano nella mano e rimasero entrambi incantati nel ammirare i quadri. Venere in particolare rimase ammaliata dalla "notte stellata".
<<La "notte stellata" esprime lo stupore e l'ansia dell'artista che guarda dalla finestra dell'ospedale di Saint-Rémy lo spettacolo del cielo di giugno. Osservandolo Van Gogh sembra affacciarsi da un paesaggio interiore.
Sull'azzurro diffuso, si agitano forze contrapposte, vortici che si scontrano, mentre le stelle e la luna vibrano nei loro aloni concentrici. Le linee sono ascendenti verso destra dell'orizzonte ed è il cielo, qui, il protagonista.
Lo scontro è anche cromatico: la coppia complementare azzurro-giallo accende il cielo in forme sinuose e dilatate, amplificate dalle pennellate circolari. In basso il villaggio è reso con tratti più aguzzi e spezzati e a sinistra, decentrati, i cipressi allungano le chiome verso l'alto e contrappongono le loro sagome scure e verticali contro le onde orizzontali del cielo.
Van Gogh dipinge la sua angoscia, ma anche il suo sentimento di totale adesione alla natura, la sua immersione completa nel paesaggio>> spiegò Ares.L'arte è un oggettivazione della realtà, rappresenta il dolore e in questo c'è la bellezza, non è un modo per sconfiggere la realtà ma è come uno stordimento momentaneo.
E quando la contempliamo l'avvertiamo come assoluto.
<<Bello vero?>> le chiese il suo Marte stringendole la mano, <<è meraviglioso.>> rispose infine poggiando il capo sul braccio muscoloso e tatuato del suo bellissimo Marte.
𓆝𓆞𓆟
Dopo mezz'ora di inferno che passò a pensare alla marea di documenti da sistemare per far passare la sua erezione, Ares uscì dal bagno e notò che di fronte alla porta della stanza da letto di Venere ci fosse un quadro che ricordava molto bene.
<<Non avevo notato prima la "notte stellata">> disse tornando seduto sulla poltrona. <<Bella vero?>> <<qualcuno una volta mi disse che era meravigliosa.>> <<quel qualcuno se ne intende di arte.>> <<già, ed è anche molto intelligente e carismatica.>> <<e fammela conoscere perché è perfetta>> rispose stando al gioco.
<<Mi spiace ma sono geloso.>>.
Venere sbadigliò <<hai sonno mia piccola Venere?>> chiese sedendosi anch'egli per terra accanto alla sua dea.
<<Un pochino sì...sono sommersa dallo studio>> <<sono super orgoglioso di te>> Venere gli sorrise e poi poggiò la testa sulla spalla di Ares <<sei stato l'unico a crederci, oltre a mia madre ovviamente>> <<io e Maria siamo lungimiranti>> disse ridendo.
<<Le mie persone.>>
<<lo saremo sempre, te lo prometto...e se vorrai, mi piacerebbe essere presente alla tua laurea.>>
<<non voglio...perché non ti vorrei lì in veste di amico.>> ci fu un momento di silenzio, <<torneresti da me? Torneresti a casa?>> Ares avvolse un braccio attorno alla figura di Venere e le carezzava il braccio, <<mia piccola e bella Venere io tornerei sempre da te. Ed è stato un errore lasciare casa. Un errore tremendo ed irripetibile>><<Mi spiace che sia andata così tra noi.>>
<<ci meritavamo un finale diverso, non sai quanto bene tu mi abbia fatto. Se non ci fossi stata tu con me, probabilmente sarei morto.>>
Le disse carezzandole i ricci profumati.
<<Ti voglio bene Ares. Non sai quanto. Ma non si può tornare indietro>>.
<<Perché no? C'è sempre una possibilità>>
<<No Ares, siamo cambiati entrambi.>>
<<Ci stai rinunciando mi diosa?>> Chiese Ares guardando le loro mani che senza volerlo si erano unite.Venere sbadigliò di nuovo. A quel punto egli la prese in braccio, e Venere si strinse al petto del suo Marte, il quale si avvicinò alla sua camera da letto <<non puoi entrare, solo le persone che sono single e che mi desiderano possono dormire qui>> disse sorridendo con gli occhi chiusi.
<<Venere lo sai che non sono mai stato una persona che seguiva le regole>> <<ed è sempre stato il mio punto debole>> Ares sorrise stava per aprire la porta: <<Ares sono seria...non entrare.>> <<Venere non capisco il motivo.>> <<sarebbe troppo per me...non potresti capire>> <<allora aiutami, spiegamelo ti scongiuro>> <<perché l'ultima volta che siamo stati insieme eravamo su un letto abbracciati l'un l'altro, e sapere che ora io non possa farlo, mi distrugge.>> disse infine iniziando a scendere, dal suo corpo.
<<c'è una coperta sul divano...buonanotte Ares>> ma prima di aprire la porta si sporse verso di lui e gli diede un bacio lì, su una delle fossette sulla sua gota ispida.
Fu un gesto dolce ma allo stesso tempo acre. Voleva di più. Molto di più.
Avrebbe risolto tutto come sempre, ne era sicuro. Vivere con Venere era ciò che ha sempre desiderato. Inoltre vuole essere presente lui alla sua laurea, non Efesto.
Tornò a sedersi sul divano di velluto.
E guardò fisso dinanzi a se la cucina, e solo allora notò accanto al frigo degli scaffali con libri e foto. Si alzò, si avvicinò alla libreria e iniziò a leggere dei titoli alquanto sdolcinati, le piaceva molto la letteratura da consumo, rosa.
Finché non notò qualcosa che gli apparteneva, la copia che gli prestò di "Novecento" di Alessandro Baricco. La prese e confermò il sospetto che fosse suo guardando la prima pagina e trovando scritto Ares Moreno. Stava per rimetterlo al posto quando cadde una foto, nascosta in mezzo alle pagine, a terra sopra i suoi piedi.
Quando la raccolse e la vide rimase a bocca aperta.
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Le informazioni sul quadro provengono dagli appunti e dal mio libro di arte, e non sapete quanto vorrei anche io un Ares che mi faccia l'analisi dei quadri, visto che quest'anno alla maturità, al classico, arte è esterna😆
A presto, Giulietta.
Profilo TikTok; authorgiulia
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Noi, vinti dall'amore
ChickLit⚠️COMPLETATA⚠️ Quando due anime sono destinate a stare insieme, non importa la distanza o il tempo. Un modo per ricongiungersi lo troveranno sempre, perché entrambe sono vinte dall'amore. Ma riusciranno a reggere i cambiamenti, la crescita e nuovi...