<<E quindi tu studi ingegneria civile>>
<<Vorrai sfruttarmi più tardi quando sarò ricco, o verrai tutti i giorni a pranzare ad ingegneria per vedere gli uomini?>> chiese Vincenzo ridendo.
<<Tutte e due>> rispose lei sollevandosi da terra.
Venere aveva iniziato l'università e per ora non aveva ancora stretto alcuna amicizia, giusto qualche conoscenza in particolare con una ragazza di nome Noemi.
Ora, Venere stava in un parco sdraiata a terra con Vincenzo a fumare dell'erba dopo le lezioni.
<<Beh, anch'io potrò sfruttare a gratis un avvocato con la gonna e due bellissimi occhi blu.>>
<<No no, mi spiace caro, ma ti toccherà pagare...>> rispose lei afferrando dalle dita di Vincenzo, ancora steso a terra, la sigaretta e se la portò tra le labbra.
<<Mh mh, se non ricordo male tre settimane fa eri tu quella che voleva fare sesso e mi chiese di baciarmi perché ne aveva voglia>> disse scimmiottando la voce di lei, <<che c'è, ti brucia che ancora io non ti abbia spogliato?>> <<ti piacerebbe molto spogliarmi, molestatrice che non sei altro.>> .
Questo era il rapporto che avevano instaurato, scherzavano e ridevano tutto il tempo, il pomeriggio si incontravano prima al parco e poi andavano in biblioteca insieme a studiare, poi prima di salutarsi si fumavano altra erba.
<<Oggi ti va di venire a casa mia? Sono da sola>> <<mi stai invitando ad entrare nel tuo letto?>> le chiese sorridendo, <<mi spiace per te, ma ti sto invitando solo a prendere un caffè e a studiare in salone con me e se ci va di lusso, forse è rimasta anche un pezzo di crostata alle visciole>> <<allora vengo.>> rispose infine lui alzandosi da terra e rubandole dalle labbra la sigaretta per fare lui l'ultimo tiro prima di buttarla nel posacenere del secchio del parco.
<<Benvenuto nella mia umile dimora>> disse lei aprendo il portone del suo appartamento.
<<Grazie mille, chi lo avrebbe mai detto che sarei entrato in casa della mia molestatrice>> disse ridendo.
Si sedettero in salone, sul divano in velluto rosso.
<<Come mai sei da sola?>> <<i miei genitori sono andati a vedere la partita di calcio di mio fratello>>, <<ah, hai un fratello, più grande o..>> <<più piccolo di due anni, si chiama Marco ed è il contrario di me esteticamente>> <<quindi non ha i tuoi stessi occhi?>> <<no, li ha neri>> , <<meglio così no? Così li hai solo tu questi occhi bellissimi.>> Venere gli sorrise. Poi si alzò e andò in cucina, Vincenzo la seguì e si sedette sulla sedia del tavolino vicino alla cucina, mentre Venere controllava tra gli sportelli in alto dove all'interno c'erano dolci.<<Ci è andata proprio di culo, ne sono rimasti due pezzi>> disse Venere togliendo il coperchio dal contenitore che aveva trovato, <<era destino, non c'è altra spiegazione>>, Venere afferrò il vassoio contenente la crostata e lo poggiò sul tavolino, prese due tovaglioli di carta e poi si sedette sulla sedia, posta dall'altra parte del tavolino, davanti al suo amico: <<così credi nel destino Vince'?>> <<sì, mi piace pensare che ci sia un marchingegno più grande di noi, e no, non mi riferisco a Dio>>, Venere sorrise al ricordo della conversazione con Ares.
<<Perché non sei andata anche tu alla partita di tuo fratello?>> le chiese Vincenzo, mentre prese un morso della crostata, <<perché mi annoia stare in tribuna, e poi odio gli spettatori, ti giuro, si trasformano in animali; si insultano tutti a vicenda e si augurano le peggio cose, quindi no, preferisco restare qui, tanto Marco lo sa che tifo e tiferò per sempre per lui>> <<Marco quindi ha la sua fan numero uno>> <<sai...io ho questa impressione che a lui sì, gli piace tanto giocare a calcio ed è uno dei migliori attaccanti di sempre, ma non penso che sia questo il suo futuro, non credo voglia fare il calciatore professionista>> <<perché pensi questo?>> <<perché lo vedo dai discorsi, anche pesanti a volte, che fa con mio padre; lui non lo vedo così entusiasta di fare provini per squadre più importanti, gli piace più stare nella sua piccola squadra, ma papà questo ancora non lo ha capito e quindi litigano: perché papà crede che Marco stia sprecando un occasione incredibile di poter andare via da qui e spaccare nel mondo del calcio. Ed io lo capisco mio padre; io, Marco l'ho visto giocare e ti posso assicurare che è molto forte, però non ha semplicemente voglia di ricavarci alcun guadagno, lui lo fa solamente per divertirsi.>> <<e tu? Tu che fai invece, oltre che studiare giurisprudenza?>>, Venere prese coraggio e gli rispose: <<nulla. Non faccio nulla. Ha ragione mio padre quando urlando mi dice che non ho fatto ancora nulla nella mia vita che valga la pena di raccontare: non ho sviluppato alcun hobby, oltre che la lettura, ma questo per lui è solo uno spreco di tempo. Mi piace fotografare la natura, ascoltare la musica e camminare da sola, ma non ho mai fatto alcuna esperienza o altro che secondo lui mi abbia fatto battere il cuore. E la cosa triste sai qual è? È che ha ragione. Io non ho nulla da dire, ho 19 anni e ora le mie amiche non ci sono più, mi hanno lasciato, ma a parte questo non è che io uscissi così tanto. Ho passato tanti sabati ed estati sola, perché semplicemente non si aveva voglia di vedersi o perché le altre avevano i loro altri gruppi di amici, mentre io no. Io oltre loro, non avevo e non ho nessuno. Per questo io mi chiedo perché tutti se ne vadano dalla mia vita.

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Noi, vinti dall'amore
ChickLit⚠️COMPLETATA⚠️ Nel cuore di Roma, la giovane e magnetica Venere incarna il fascino di una dea moderna: forte, sensibile e profondamente legata al mare, da cui sembra essere nata. Durante una cena forzata con un uomo insignificante, riappare improvvi...