Capitolo 53

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Venere era seduta sul marciapiede dell'edificio della biblioteca, stava facendo la sua solita pausa sigaretta con Vincenzo.
Teneva le ginocchia vicino al petto, una mano l'aveva poggiata sulle gambe, con l'altra invece portava la cicca tra le labbra e aspirava il fumo.

Era una giornata particolarmente fredda e nuvolosa, abbastanza normale essendo il mese di novembre.

<<Che hai Venny?>>

Venere fece l'ultimo tiro di sigaretta, dopodiché la buttò a terra e la spense poggiandoci sopra la sua converse nera.

<<Nulla, sono un po' stanca>>
<<Sicura sia solo questo? È già la quarta sigaretta in giro di due ore che ci fumiamo>>

Venere sospirò innervosita: <<adesso ti ci metti anche tu eh?>>
<<Che cosa intendi?>>
<<Dafne, sono due settimane che è sparita, pensavo fosse diversa>>
Vincenzo le poggiò una mano sulla schiena e la carezzò con dolcezza, <<siamo rimasti di nuovo noi due e le nostre serate "pazzerelle">>, Venere gli sorrise <<per il momento mi basta avere solo te>>, <<perché non la cerchi e le parli? Vi ho visto quella sera al "lo bohémien", sembravate molto in sintonia.>> <<lo eravamo, ha qualcosa nei suoi occhi neri che mi prende e mi porta nel suo mondo. Mi sono sentita dentro di lei in quel preciso istante in cui eravamo al centro della pista, ho provato qualcosa che non credevo fosse possibile>> Vincenzo le sorrise: <<oggi è il primo venerdì del mese>>, Venere comprese subito: <<pensi sia una buona idea andarci?>> <<cosa potrà mai accadere di orribile?>> <<mi accompagnerai?>> <<non ti lascio sola, a patto però che tu mi pagherai almeno un drink>> Venere rise, <<d'accordo ubriacone che non sei altro>>

Erano le otto e mezza di sera, Venere si stava mettendo il suo rossetto preferito davanti lo specchio del soggiorno.

Quella sera aveva deciso di indossare una camicetta bianca a maniche lunghe, dei pantaloncini corti di Jeans chiari, a coprirle le gambe dal freddo delle calze nere, ai piedi delle samba bianche con le strisce nere.

I suoi ricci ramati erano stati raccolti in uno chignon tirato con il gel, che metteva in risalto il suo collo delicato e si poteva notare di più la collana con la perla, terminare lì vicino alla sua scollatura lasciata libera dai due bottoni della camicia aperti.

<<Dove andrai?>> chiese sua madre alle sue spalle, <<a "lo bohémien", è un locale che abbiamo scoperto grazie a Dafne>> <<è nuovo vero?>> <<sì, sta a piazza Bologna>> <<divertiti, non fare troppo tardi>> le disse passandole venti euro tra le mani, <<grazie ma'>> rispose lei dando un abbraccio a Maria.

Le arrivò una notifica al cellulare.

Vin: sono qui sotto

<<Allora io vado, buonanotte>> <<buonanotte>> rispose sua madre dandole un bacio sulla testa.


<<Buonasera, come siamo belle>> disse Vincenzo vedendo Venere sedersi nella sua macchina. <<Grazie, fammi controllare te>> rispose lei ispezionando l'outfit del suo migliore amico; Vincenzo indossava dei jeans neri baggy e un maglione grigio che andava a delineare le sue spalle larghe, le scarpe non riusciva a vederle, ma era palese che indossasse le sue solite converse rosse. <<Stai molto bene, e ti sei fatto anche la barba!>> disse sorpresa carezzandogli la guancia, <<senti come è morbida?>> chiese lui sorridendo <<tantissimo...ma guardati sembri un diciassettenne>> <<se continui così la prossima volta non me la raserò.>> <<ok ok, perdonami>> rispose ridendo mettendosi nel mentre la cinta.

Noi, vinti dall'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora