Noi, vinti dall'amore

Capitolo 46

C'è una scena di sesso esplicita, troverete un emoji (⚠️) che indicherà il momento di inizio e di fine, per coloro che non se la sentono o che non gradiscono leggere cose volgari. Vi auguro una buona lettura!

Dopo quel pomeriggio, Venere capì che era inutile piangersi addosso, e soprattutto era inutile sprecare tempo a dormire per evitare di soffrire. Doveva reagire, doveva riprendere in mano la sua vita. Così si prese tre giorni di pausa da tutto e tutti, sua madre la portò al mare. Immergersi in quel manto salato le fece venire i brividi, era viva. Era fottutamente viva.

Tornare in superficie, respirare e poi tornare subito sotto acqua; questo era ciò che amava di più, essere circondata da acqua, galleggiare in superficie, nuotare e sentirsi parte della biosfera marina.

Milena, quella che credeva una delle sue migliori amiche, semplicemente sparì, non le chiese mai scusa per lo schiaffo, e neanche andò mai a trovarla per accertarsi che stesse bene. Infondo era andata meglio così.

Il rapporto, invece, con Ares era molto ambiguo. Si comportavano come migliori amici, ma sapevano entrambi che c'era qualcosa in più, però Venere non se la sentiva di fare un passo in più e ad Ares andava bene, per lui l'importante era che lei stesse bene. Tante volte avevano affrontato questo discorso.
Erano liberi, non erano una coppia, entrambi potevano vedere e sentire altre persone se volevano, ma né Ares né Venere ne avevano voglia.

Una volta infatti erano al compleanno di un loro amico in comune, in una villa. Ad un certo punto della serata andarono fuori, solo loro due, a sedersi sotto un portico per riprendere un po' d'aria, <<Martina ti ha messo gli occhi addosso>> disse Venere ridendo, <<beh ha ragione no? Insomma...è il fascino spagnolo>> rispose lui stando al gioco.
Erano entrambi vestiti molto eleganti.
Lei indossava un tubino nero lungo, con delle décolleté nude, i ricci sciolti, lui invece uno smoking nero, con la solita camicia nera e come sempre aveva aperto i primi tre bottoni per far intravedere il petto glabro imbellito da un crocifisso d'oro.
<<Già, con questo nuovo taglio sembri il solito cattivo ragazzo dei romanzi >> Ares a quel punto portò una mano sulla sua testa rasata.
Eh sì, aveva deciso di tagliarli perché iniziava a sentir caldo con i capelli lunghi, e poi la rasata era la via più semplice per lui per essere sempre in ordine.
<<Dai su che sotto sotto piace anche a te>> <<in realtà sì, mi piace molto>> rispose Venere sinceramente.
<<Quindi? Le darai una possibilità?>> <<a Marta?>> <<non fare il finto tonto, lo sai bene il suo nome.>> <<Eddai non fare la permalosa -disse dandole un buffetto sul naso- non mi interessa Martina, in realtà non mi va proprio di volgere attenzione a nessuna ragazza. Non voglio nessuna.>> Venere sentì il volto riscaldarsi, <<io ti aspetto. Non ho alcuna fretta>> aggiunse infine lui portandole dietro un boccolo ramato che le era finito davanti al viso.
<<Mi ci vuole del tempo.>> <<non mi importa>> rispose lui deciso.
<<Ares, in questo momento vorrei solo sparire, perché temo di non esser ancora pronta a metabolizzare tutto ciò. Ma non voglio neanche porre fine a questo bel legame che si è creato, sento una voragine dentro di me, che mi sta risucchiando tutti i sentimenti che ho. Non so se è normale, ma ho bisogno di tempo. Perdonami, con tutto il mio cuore>>
<<Io ti darò tutto il tempo del mondo, sta a te pensare e respirare, sta a te avere paura>> rispose avvicinando il suo viso a quello di Venere, <<no Ares, fermati, ti prego.>> sussurrò allontanandosi.
<<Mi dispiace.>> disse infine lei rientrando dentro il locale.

Non si baciarono mai, si stuzzicavano sì, ma non andavano mai oltre.

Ma Ares no la giudicò mai per questo, esattamente come Venere aveva rispettato il suo stato mentale e fisico, ugualmente si sarebbe comportato lui. Così le portava la colazione a casa, la portava ai musei, la portava a pranzo da Mariella o al mare, o addirittura a giocare con Achille. Insomma tentava in tutti i modi di corteggiarla e soprattutto le avrebbe dato tutte le certezze e il tempo di questo mondo; avrebbe fatto di tutto per vedere la sua hermosa diosa serena e soprattutto di averla accanto.