Capitolo 66

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Venere bussò alla porta, <<tu sei?>> chiese una ragazza mezza nuda, <<Efesto?>> domandò Venere entrando nell'appartamento.
Si diresse immediatamente nella stanza da letto, trovò il suo principe semi allungato nudo sul letto, con una mano poggiata sulla coscia reggeva una canna tra le dita e la testa era rivolta in alto; con gli occhi sbarrati osservava il soffitto.
Un angelo desolato, caduto a terra, aveva conosciuto i piaceri e la lussuria della terra.
<<Eliseo>> disse Venere mettendosi in ginocchio al lato del letto, <<Eliseo sono io, boccoli d'oro >> gli disse carezzandogli il volto che era ricoperto da una leggera peluria castana chiara.
<<Scusa, ma tu chi sei?>> chiese l'altra donna osservando Venere, <<la sua fidanzata, prenditi qualcosa da mangiare per smaltire ciò che hai in corpo e poi vai via per favore>> rispose guardandole gli occhi iniettati di sangue.
<<Mia bella>> sussurrò Efesto continuando ad osservare il soffitto, <<sole, sono qui>> , <<non ti sento Venere, non ti sento per nulla>> a quel punto Venere tolse la canna tra le sue dita e la poggiò dentro il posacenere sul comodino, dopodiché salì sulle gambe e si accocolò sul suo petto :<< ora mi senti?>> <<sono un disastro, oggi è una settimana dal tuo viaggio volevo organizzare una sorpresa, guarda invece come mi sono ridotto>> <<hai freddo?>> chiese Venere notando la pelle d'oca <<no mia bella, non sento nulla >> .
Finalmente abbassò il capo e Venere poté vedere i suoi bellissimi occhi verdi rossi e dalle sue labbra carnose fuoriuscì un forte odore di un miscuglio di alcolici.
<<Perché non riposi un pochino?>> gli chiese Venere mentre cercava di alzarsi da sopra di lui, ma Efesto la strinse a sé.
<<Puoi rimanere così? >> <<ma sei nudo, ed io devo lavarmi perché vengo da un lungo viaggio in aereo>> <<puoi fare veloce allora? Non voglio stare solo, ti prego non mi lasciare>> a Venere fece male il cuore.
Erano due cuori in cerca d'amore.

Lei si alzò, prese le valigie che aveva lasciato in soggiorno e le portò in stanza da letto.
Le poggiò a terra, le aprì e prese i vestiti di ricambio.
<<ci metterò poco, ok?>> Efesto annuì stanco.

Venere ci mise venti minuti in tutto, quando tornò in camera con in dosso il pigiama e i boccoli umidi, trovò Efesto che dormiva a pancia in giù, mentre stringeva a sé il cuscino.
Lei a quel punto chiuse le tende, si distese dall'altro lato del letto, e rimase ad osservarlo in penombra.
Sembrava sereno, ma chissà per quale motivo si era ridotto in quello stato poco prima.

Se solo mi fosse semplice dire e capire ciò che provo per te.

Efesto si svegliò, tastò il letto accanto a sé e lo trovò vuoto, aprì immediatamente gli occhi : <<Venere?>> urlò preoccupato, ma poi sentì dei passi affrettati ed una testa riccioluta entrò nella sua stanza, <<eccomi, sono qui...che succede?>> chiese inginocchiandosi accanto a lui, <<credevo te ne fossi andata>> <<non ti lascio, ok?>> Efesto sorrise, con le sue mani afferrò il volto di Venere e le lasciò un casto bacio sulle sue labbra alla fragola.
Quando si allontanarono, si resero conto entrambi che questo bacio era differente.
Loro erano differenti.

<<Ho un regalo per te>> gli disse Venere, <<ah sì?>> <<sì>> rispose lei alzandosi da terra.
Prese una scatola da sopra il comò e poi la poggiò tra le mani del suo principe.
Efesto impaziente aprì il regalo e tirò fuori sorridendo una collana: <<questa conchiglia è vera, l'ho raccolta dalla spiaggia>> <<boccoli d'oro, sono senza parole...è il regalo più bello che mi abbiano mai fatto>> rispose alzandosi in piedi e stringendo tra le braccia la giovane.
<<Quindi ti piace?>> chiese lei nell'incavo del suo collo, <<la amo.>> rispose lasciandole tre baci sulla nuca.
<<Ho anche preparato qualcosa da mangiare>> <<effettivamente ho un po' di fame>> <<starai sicuramente in chimica>> rispose prendendolo in giro.
<<Dai, mettiti qualcosa addosso e poi vieni a mangiare>> <<sono a casa mia e se voglio stare nudo>> disse indicando il suo corpo senza alcun vestito a coprirlo, <<lo farò>> <<ma zitto e vestiti scostumato>> disse infine ridendo Venere, Efesto le diede una sculacciata per spingerla fuori dalla stanza, così che potesse indossare qualcosa di comodo.
Optò per un pantalone della tuta nera e una felpa gialla con il cappuccio.
<<Hai qualcosa per legare i capelli?>> chiese entrando in salone, <<cerca sul divano, dovrei averci lasciato un mollettone>>, Efesto recuperò ciò che stava cercando e legò i suoi boccoli.
Poi si sedette sull'isola della cucina, dove c'era apparecchiato per due.
<<Buon appetito>> disse Venere poggiando la padella sulla superficie di marmo e sollevò il coperchio.
<<La carbonara, sul serio?>> disse Efesto sorridendo, <<mangia che hai bisogno di qualcosa nello stomaco>>.
Efesto si riempì il piatto e mangiò tutto con piacere.
Venere lo osservò con dolcezza, ma anche con curiosità; si chiese perché si fosse ridotto in quello stato.
<<Che vuoi sapere bellissima Venere?>> chiese Efesto prendendo un sorso d'acqua.
<<Cos'è successo in questa settimana?>>
A quel punto il giovane si alzò dal divano, aprì dei mobiletti in basso della cucina e tirò fuori dal cestino della carta due riviste di giornale.
Le porse alla sua principessa, che le prese e le esaminò:

Noi, vinti dall'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora