Capitolo 23

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Venere stava osservando il mondo fuori dal finestrino della macchina di Ares.

<<Mi piace molto la tua auto>> gli disse girandosi verso di lui.
<<Sì, non è male, ma un giorno vorrei poter guidare un'alfa Romeo 166>>
<<Perché?>>
<<Era l'auto che aveva mio padre quando ero piccolo, e quando la diede via ci rimasi male, perché ne ero fortemente innamorato.>>
<<E mi ci farai fare un giro?>>
<<Certo, ti prometto che quando riuscirò a comprarmi un alfa romeo 166 verrò a prenderti ovunque ti troverai>> le disse guardandola negli occhi.

Venere sorrise, e Ares pensò quanto fosse bella.

<<Tutto ok con Matteo?>> le chiese ad un tratto.
<<Sì, tutto ok...perché?>>
<<No è che...l'ho visto un po' agitato all'uscita, temevo il peggio>> rispose con tono preoccupato.

Ares sei troppo buono per questo mondo malato di cattiveria e ignoranza.

<<Non ti preoccupare, so cavarmela da sola, e se proprio necessito di aiuto chiamerò te mio eroe>> gli disse sorridendo.
<<E verrò ogni volta che mi chiamerai. Ricordatelo sempre.>>

Ares parcheggiò all'interno del suo garage, Venere scese e lo seguì all'interno dell'edificio.
Presero l'ascensore e Ares premette il tasto numero quattro.
Quando arrivarono uscì per primo lui : <<Eccoci qui Venere, ti presento Mariella>> disse indicando la signora anziana dietro di sé.
Venere sorrise, era una signora con i capelli bianchi raccolti in una lunga treccia di lato, gli occhi verdi, il naso all'insù e aveva una fossetta sul mento.
E come ogni donna anziana italiana, che si rispetti, indossava un vestito azzurro con fiori, in questo caso gialli.
<<Ciao Venere, ti stavo aspettando, Ares mi ha raccontato di quanto ti sia piaciuta la torta di mele>> le disse spalancando le braccia, Venere ci si tuffò e Mariella la strinse a sé.
Venere si crogiolò del profumo di rose che la signora indossava.
Le ricordava la sua bisnonna Elena, la bella e dolce Elena.

<<È stata deliziosa>> rispose Venere distaccandosi.
<<Avanti entra...ho apparecchiato la tavola>>

Venere entrò in casa, e rimase ad osservare i quadri di paesaggi italiani appesi sul muro, e le foto di famiglia di Mariella.
Una foto però catturò la sua attenzione, un bambino moro con gli occhi neri, stretto tra le braccia della donna anziana.
<<Hai visto com'era bello il piccolo Ares?>> le chiese Mariella, Venere a quel punto afferrò la cornice e se l'avvicinò al viso per vederla meglio.
<<Mio Dio...ma era piccolissimo>> rispose lei meravigliata.
<<Aveva dieci anni, era da poco giunto in Italia con sua madre Antonella>>
Sì sentì lo stridio della sedia nella sala accanto, entrambe girarono il volto verso quel rumore e videro Ares entrare nella stanza: <<Io vi sto aspettando da cinque minuti a tavola...ma che state facendo?>> chiese ridendo.
<<Eri così piccolo qui>> disse Venere porgendogli la cornice.
<<Già, Mariella era l'unica mia amica qui in Italia>> rispose lui guardando la foto.
<<L'ho visto tutto solo per una settimana di seguito in cortile, mi si stringeva il cuore a vederlo lì sull'altalena senza nessuno che lo spingeva. Così un giorno preparai la torta di mele, ne tagliai una fetta e la misi in un fazzoletto. Scesi giù in cortile, lo trovai lì, sull'altalena e...>> ma Ares la precedette in quel racconto: <<Mi parlò in italiano, io non capii nulla, quindi rimasi in silenzio, a quel punto Mary capì che non la stavo comprendendo, e così mi porse il fazzoletto, lo aprii e trovai una fetta di torta. Poi mise l'indice nell'incavo della sua guancia e disse "Mh Mh", a quel punto avvicinai il dolce alla mia bocca, aveva un buon odore, così la assaggiai. Dopo aver mandato giù il boccone risposi "pastel de manzana">>
<<Quella fu la prima parola che imparai in spagnolo>> aggiunse la signora Mariella ridendo di gusto, anche a Venere venne da ridere.

Noi, vinti dall'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora