Capitolo 9

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<<Venus tú eres mi canto libre.>> disse Ares, otto anni prima alla sua dolce Venere in un pomeriggio di ottobre davanti al mare calmo.

<<Come?>> chiese lei alzando lo sguardo verso il suo Marte.

Erano allungati su degli scogli, di solito chiudevano anche gli occhi e restavano in silenzio così potevano sentire solo le onde del mare.

<<Hai mai sentito la canzone "il mio canto libero" di Lucio Battisti?>> <<No, di che parla?>> <<De un amor asfixiado por el mundo injusto.>> Venere sbuffò << odio quando parli solo in spagnolo>> Ares sorrise <<Eres hermosa cuando te enfadas, mi hermosa Venus>> <<devo intuire da sola che Venus sarebbe il mio nome in spagnolo?>> <<allora sei intelligente>> scherzò Ares, Venere gli fece la linguaccia, dopodiché prese il suo cellulare dalla sua borsetta e cercò su YouTube la canzone di Lucio Battisti.

L'ascoltarono in silenzio.

"In un mondo che

Non ci vuole più

Il mio canto libero sei tu

E l'immensità

Si apre intorno a noi

Al di là del limite degli occhi tuoi"

Ares iniziò a canticchiarla. Venere restò in silenzio a cercare di comprendere il testo. Finché non arrivò l'ultima strofa:

"Nuove sensazioni

Giovani emozioni

Si esprimono purissime in noi

La veste dei fantasmi del passato

Cadendo lascia il quadro immacolato

E s'alza un vento tiepido d'amore

Di vero amore

E riscopro te"

<<Si sólo pudieras saber cuánto te pertenece mi corazón y cuánto mi mente siempre te piensa, mi hermosa y melancólica Venus>> le disse guardandola negli occhi.

<<Creo que me he enamorado de ti, mi diosa del amor>> affermò infine ,dopo aver avuto questa conferma, con un sorriso.

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<<Venus, tú eres mi canto libre>> fu l'unica cosa che riuscì a rispondere.

Venere cominciò a piangere. Ma come poteva dirle una cosa del genere?

Ares si accasciò di fronte ad essa e le abbracciò le ginocchia, senza volerlo si lasciò anch'egli alle emozioni e lacrime amare per la consapevolezza dei sentimenti ritrovati per la sua dea dell'amore.

<<Perdóname Venus, no quería que fuera así...te quiero mi diosa>> Venere si alzò in piedi, ella aveva iniziato a seguire lezioni di spagnolo dopo la partenza del suo Marte.  <<Ares...>> disse accostandosi alla credenza.

Ares si avvicinò alle spalle di lei, che nel mentre aveva afferrato un bicchiere di vetro e lo stava riempiendo d'acqua. Poggiò l'indice sulla gote di Venere

<<Tus lágrimas son tan dulces como tú, mi pequeña Venus.>> disse mentre portò il dito alle sue labbra, <<sono stato uno stupido Venere...me ne rendo conto. Non ho mantenuto la mia promessa e di questo me ne pento, anzi sono incazzato con me stesso. Ma non posso cambiare il passato, non avevo previsto che lasciandoti potesse capitare una cosa del genere...e se potessi giuro sul crocifisso che porto al mio fottutissimo collo che farei di tutto per poter tornare indietro e proteggerti, per non farti soffrire mai più, ma egoisticamente non...non farei nulla per farti riavere Dafne.>> a quel punto Venere si girò a guardarlo con gli occhi pieni di rabbia.

Gli diede un forte schiaffo sulla guancia destra e poi urlò <<Ares. Sei senza cuore.>> , egli le prese il polso e avvicinò i loro volti, potevano sfiorarsi il naso a vicenda <<Se solo tu mi avessi fatto finire, avrei aggiunto che non farei tornare indietro Dafne solo perché voglio essere io il tuo unico amore.>> <<Ares...questo è un ragionamento da egoista. Sul serio, è la cosa più insensata che tu avessi mai potuto dirmi. >>

<<che cosa aveva lei che non ho io...dimmelo Venere.>>

<<Non mi ha mai lasciata. E' sempre stata al mio canto, anche quando ero distrutta per Matteo ma soprattutto per te...Ares. Io non accetto che tu dica queste cose su di lei perché non sai che non ti ho mai dimenticato. Dafne è sempre stata gelosa di questo sentimento forte che provo per te, abbiamo avuto fino al nostro ultimo istante insieme tanti dubbi circa la nostra relazione, perché tu eri sempre presente. Ci sei sempre stato, e di questo io me ne dispiaccio perché per Dafne io ero l'unica, mentre per me no, ma ciò nonostante io mi ero innamorata perdutamente di lei, ma tu...hai continuato lo stesso ad esistere nei miei pensieri. Il mio amore per te si era affievolito, è vero, ma non era scomparso, non è mai andato via. Quindi modera i termini quando parli di Dafne. Perché mi ha salavo la vita, nonostante lei sapesse che anche amandola, una mia parte del cuore sarebbe stata sempre tua.>>

<<Io non amo Carmen. Non l'ho mai amata Venere.>> Venere iniziò a strattonarsi per liberarsi dalla presa potente del suo dio della guerra, che al momento non riusciva neanche a guardarlo in viso.

<< Smettila Ares, poco fa mi hai detto che avevi intenzione di sposarla.>> Ares strinse ancor di più la sa presa al polso e l'altra mano finì sui suoi fianchi <<Venere io volevo proporle di sposarmi per chiudere definitivamente il mio capitolo con te. Non sai quante volte io abbia pianto per l'amore che mi consumava per te...non ho mai smesso di amarti.

Ti ho amato a distanza, non mi preoccupava sapere dove fossi o con chi fossi perché sapevo che ti amo. Volevo necessariamente credere, che senza di me, tu saresti stata felice.
Anche se dentro me stesso, egoisticamente speravo che non lo fossi, desideravo ardentemente che ancora mi volessi, che ancora pensassi solo a me, proprio come io per te, che io fossi ancora il tuo unico canto libero. Carmen siempre ha sido un reemplazo, y de eso me da vergüenza, y también me avergüenzo de no haberte buscado durante estos cinco años. Así que mi hermosa Venus, te pido que me ames. Y permitirme seguir amándote, pero esta vez no a distancia. Estoy dispuesto a abandonar mi vida en España. Nunca he sido feliz allí porque mi otra mitad de la manzana, mi hilo rojo estaba aquí en Roma. Ámame Venus. Te lo desaconsejo.>>





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Vi invito ad ascoltare "il mio canto libero" di Battisti, non ve ne pentirete.
È sempre emozionante sentirla.

A presto, Giulietta

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