Capitolo 37

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Una mano le stava carezzando, con un'estrema delicatezza, la sua gota ancora dolorante.
Piano piano, aprì i suoi occhi cerulei e rimase impietrita.

<<Ei mi hermosa diosa>> le disse Ares toccandole i boccoli ramati sparsi sul cuscino.

☀︎ ☀︎ ☀︎

Era passato un giorno dal tentato stupro di Matteo e dallo schiaffo, di colei che riteneva  sua amica, Milena.

Venere era svenuta appena condotta fuori dalla stanza in cui era stata rinchiusa.
E Maya le era rimasta accanto per tutto il tragitto verso l'ospedale, per fare il kit stupro.

Per fortuna non era avvenuto nulla di tutto ciò, ma era una prassi da seguire per l'ospedale.
Subito dopo sporse denuncia nei confronti di Matteo Marconi.

Maya, Luca ed un suo amico che salvarono Venere, rimasero lì all'ospedale con lei tutto il tempo.
Anche quando arrivarono i suoi genitori, che dopo aver appreso ciò che era successo arrivarono di corsa lì all'ospedale.

Anna e Alessandro non erano a conoscenza di ciò che era avvenuto, perché si erano appartati, lontano dalla villa.
Quando tornarono dentro l'edificio notarono che c'erano i carabinieri e tutti avevano un volto sconvolto.
Anna cominciò a cercare in giro Maya, Milena e Venere ma non le vide.
Finché una loro compagna di classe Carlotta, non prese Anna in disparte.
<<Venere è stata quasi violentata da Matteo.>>
Ad Anna le cadde il mondo addosso.
Scoppiò a piangere, Alessandro la raggiunse, la strinse a sé e chiese a quella ragazza dove fosse Venere. Lei rispose che era stata portata all'ospedale Pertini, e così si avviarono alla macchina per raggiungere la loro amica.

Quando Anna entrò nella stanza d'ospedale per darle un bacio sulla fronte, Alessandro chiamò Ares.

<<Pronto?>>
<<Ares...>> disse monocorde
<<Ale...che succede>>

Ares pianse. Pianse fino a non riuscire più a respirare a pieni polmoni.
Non era lì a proteggere la sua bellissima dea, colei per cui avrebbe ucciso chiunque pur di farla sorridere.
E poi ripensò immediatamente a quel sogno che fece pochi mesi prima:

[...]
Riemerse da quel manto blu e vide davanti a sé due occhi che gli promettevano amore.
<<Sei venuto>> gli disse Venere sorridendo.
Quanto era bella lì immersa nella sua natura.
<<Come potrei mai lasciarti?>> le disse prendendole le mani.
Si tenevano a galla l'un l'altro.
<<Ma lo stai facendo, mi stai lasciando andare tra le braccia di un bruto>> .
Non riusciva a togliere lo sguardo da quegli occhi, che colpiti dai raggi solari erano ancora più limpidi.
<<Mi dispiace Venere, perdonami.>>
<< È tutto ok, ora siamo qui.>> gli disse avvinghiandosi al suo corpo.
Lo strinse tra le sue esili braccia.
<<Siamo insieme>> gli sussurrò alle orecchie.
Ares chiuse gli occhi e poggiò il capo sulla spalla di lei.
Ares nuotava per entrambi.
Stava tenendo in vita entrambi.
<<Non mi lasciare mai.>>

E lo aveva fatto, l'aveva lasciata tra le mani di un bruto.
Quel terribile sogno, si era avverato.

Preparò di corsa la valigia e prese il primo aereo che lo avrebbe condotto a Roma.
Quando giunse a destinazione, poggiò i bagagli a casa sua, e poi di corsa prese la macchina per andare nell'appartamento della sua hermosa diosa.

Quando giunse, dinanzi alla porta dell'appartamento di Venere, trovò all'entrata Alessandro.

<<Ares...>> disse Alessandro gettandosi tra le braccia del suo amico.
In fin dei conti era da tanto che non si vedevano l'un l'altro.
Ares lo strinse a sé e sentì di nuovo il petto diventare pesante.
<<È in camera, credo stia dormendo, dentro ci sono Anna e Maya.>> gli disse staccandosi da lui e indicandogli con il capo la direzione.
Quando passò davanti al salone, vide la mamma e il fratello di Venere seduti sul divano, stretti l'un l'altro.
Ares sentì che doveva dire qualcosa, così si avvicinò a quei due.
<<Mi dispiace tanto di non essere stato lì con lei a proteggerla.>> disse Ares guardando negli occhi Maria.
<<Devi essere Ares, non è così?>> chiese lei, <<sì, avrei voluto conoscerla in un'altra circostanza, mi creda.>> sussurrò lui, <<scommetto che Venere abbia bisogno di te adesso.>> rispose semplicemente Maria sorridendogli. E solo allora, Ares, notò che Maria e Venere avevano lo stesso bellissimo sorriso che faceva loro socchiudere anche i loro bellissimi occhi cerulei.
Ares chinò la testa, come per chiedere il permesso di uscire e andò nella stanza della sua dea.

Noi, vinti dall'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora