Capitolo 30

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<<¡Ares! Ha llegado un paquete para ti de la empresa... [Ares! È arrivato un pacco per te dall'azienda...]>> urlò sua madre dal salone.

<<¡Un segundo, llego! [Un secondo, arrivo!]>> rispose Ares seduto sulla tazza del gabinetto.
Quando giunse in salone, trovò sua madre seduta sullo sgabello della penisola in cucina e il pacco dinanzi a lei.

<<¿Por qué la empresa le envió un paquete? [Perché l'azienda ti ha inviato un pacco?]>> chiese sua madre mentre Ares apriva lo scatolone.

<<Porque yo disebujé la nueva colección de primavera. [Perché ho disegnato io la nuova collezione di primavera.]>> rispose mentre guardava estasiato il contenuto.

<<¡Dios mío! Ares en serio? ¿Y por qué no me lo dijiste antes? [Mio Dio! Ares sul serio? E perché non me lo hai detto prima?]>> disse sua madre alzandosi e andando incontro a suo figlio.
<<Es una noticia maravillosa, estoy orgullosa de ti mi pequeño campeón [È una splendida notizia, sono fiera di te mio piccolo campione]>>, Ares sorrise e tirò fuori là lingerie.
<<¿Qué te parece? ¿Te gusta? [Che ne pensi? Ti piace?]>> chiese Ares mentre sua madre esaminava e toccava il capo d'intimo.
<<Wow, parece mucho uno de los proyectos de tu abuela Gabriella ... tienes la misma inventiva, son hermosos. Las quiero a todas. [Wow, sembra moltissimo uno dei progetti di tua nonna Gabriella...avete la stessa inventiva, sono bellissime. Le amo tutte.]>>
<<Gracias mamá, te quiero [Grazie mamma, ti voglio bene]>> disse abbracciandola.
<<¿Cómo has llamado a esta nueva línea de primavera? [Come hai chiamato questa nuova linea di primavera?]>>
<<Las flores de Venere [i fiori di Venere]>>
<<Es un nombre que le conviene mucho [È un nome che si addice molto]>>

Ares mise là lingerie sulla sua scrivania, prese il cellulare e scattò una foto.

A: Ei Isa, han llegado [Ei Isa, sono arrivate]

I: ¿Te gustan? [Ti piacciono?]

A: Sí, son hermosas [Sì, sono bellissime]

I: ¿Te gusta el detalle del nombre AMoreno en los tangas detrás? [Ti piace il particolare del nome AMoreno sui perizoma dietro?]

A: Tengo que ser sincero, es mi parte favorita [Devo essere sincero, è la mia parte preferita]

<<Ares! Vieni qui.>> urlò sua madre dall'ingresso.
Spense il cellulare e lo lasciò sulla scrivania.
Giunse all'ingresso <<Mi diosa>> disse sorpreso.
Venere era lì di fronte a lui sorridente, con in mano un libro.
<<Ciao Ares>> , <<Allora io esco, a dopo mi amor>> disse sua madre Antonella lasciandoli soli.

<<Come stai?>> chiese Venere avvicinandosi a lui, <<tutto bene e tu?>> rispose Ares stringendo Venere tra le sue braccia, <<tutto bene>> si allontanarono l'uno dall'altro <<ero da Anna a studiare chimica, stavo per tornare a casa e ho pensato di passare a salutarti. Se sei impegnato me ne vado>> <<No no, non disturbi mai mi dulce diosa>> rispose sorridendole.
Venere si sedette sul divano, mentre Ares andò a prendere del succo all'ace rossa, come l'ultima volta, per la sua dea dell'amore.
<<Grazie>> disse Venere afferrando il bicchiere dalle mani di lui.
<<Quando sono uscita da scuola, mi sono imbattuta in un mercatino ambulante di libri usati, dopo averne comprato uno per me, me ne stavo andando quando mi è caduto l'occhio su questo -disse afferrando il libro, che aveva poggiato sulle sue gambe- mi sono ricordata di quando tu mi avevi detto che non lo avevi mai letto>> disse porgendogli.
<<È 1984, grazie...non dovevi>> rispose lui prendendolo tra le mani e cominciò a sfogliarlo.
<<Lo inizierò questa sera.>>
<<Poi fammi sapere che ne pensi>>
<<Ti aggiornerò ogni volta mi diosa>> disse dandole un buffetto sul naso.
Ares si alzò, prese il bicchiere vuoto dalla mano di Venere e andò in cucina.
Finché non si sentì uno squillare del cellulare.
<<Venere, puoi prendermi il cellulare sulla scrivania in camera? Sto lavando il bicchiere e ho le mani bagnate.>> urlò lui dalla cucina.

Venere si diresse in camera da letto di Ares, giunse sulla scrivania e si congelò sul posto.

Sotto il telefono del suo bellissimo dio della guerra, c'erano delle lingerie piuttosto provocanti in pizzo con ricami fioriti.
E ciò che più le fece male, era il nome di Rachele che si leggeva sullo schermo del cellulare di Ares.

Era là lingerie di Rachele, che sicuramente lo stava richiamando per chiedergli dove fosse.
Ne era certa di questo.
Era sicura che Ares si frequentasse ancora con la sua ex. Ma d'altronde lei chi era per proibirgli di amare e desiderare la ragazza che aveva sempre amato.

Il cellulare smise di suonare, e subito dopo, Rachele gli inviò un messaggio.

Venere lesse nell'anteprima:

R: Ei mi pequeño chico, mi dispiace di essermene andata così malo modo l'altra mattina...ti va se ci vediamo così rimedio? ;)

A Venere fece male il cuore. Era forse questa la sensazione che si provava quando una persona per cui si ha dei sentimenti, non contraccambia il nostro affetto? Era questa la tristezza e la delusione che si provava? Non lo sapeva con certezza, ma se fosse stato così...beh era proprio uno schifo.

Venere riprese il cellulare e lo portò ad Ares, che si stava asciugando le mani con il canovaccio. <<Ei tutto ok?>> <<Sì sì, tutto ok, tranquillo.>>, Ares prese il telefono dalle mani della sua dea e lo poggiò sulla penisola in cucina. <<Sei sicura? Devi usare il bagno?>>

No Ares, non credo che il bagno possa farmi passare il mal di cuore.

<<No, stavo andando a casa in realtà...>> <<così presto? Non resti con me per far merenda?>> <<no no, ero solo di passaggio...devo...devo tornare a casa per finire di rivedermi chimica.>> <<vuoi che ti riaccompagni?>> <<no, davvero puoi stare tranquillo.>> rispose schiva.

Dopodiché recuperò il suo zaino, e si avvicinò alla porta: <<ciao Ares, passa una bella serata>> disse con un sorriso triste e si catapultò nell'uscio.

<<Mia bella Venere, ciao>>

Era Mariella.

<<Buon pomeriggio Signora Mariella, come sta?>>
<<Io come al solito, ma tu bambina mia? Come mai hai quegli occhi blu tristi?>>
<<Semplicemente mi faccio coinvolgere troppo dai miei sentimenti.>> rispose guardando il pavimento.
<<E dovrebbe essere un qualcosa di orribile?>> chiese sorridendo.

<<Alza lo sguardo e guardami mia bella bimba -Venere puntò i suoi occhi azzurri in quelli verdi di Mariella- dovresti essere contenta di farti coinvolgere dai sentimenti, perché se non fosse così...sarebbe solo una perdita di tempo. Sarebbe come se tu non vivessi. Come se andassi avanti per inerzia, e invece no. Tu senti e vivi emozioni che ti renderanno un giorno una donna adulta; forte e coraggiosa. Sii felice di sentire il tuo cuore battere dalla gioia o dalla tristezza, perché vorrà dire che stai vivendo nel modo giusto. Hai capito?>>

Venere le sorrise e corse ad abbracciarla. Mariella la strinse a sé e le lasciò un bacio tra i capelli. <<Aspettami qui.>> disse Mariella scostandosi da lei e rientrando in casa. Quando rispuntò fuori, Mariella le porse una bustina di carta.

Venere la aprì e ci trovò due muffin.

<<Sono allo yogurt di mirtilli. Spero ti piaccia.>> disse Mariella dandole un buffetto sul naso. <<Sì, mi piace la frutta nei dolci. Grazie mille.>> <<La prossima volta che ci vediamo non fatti trovare di nuovo con quegli occhioni tristi, sei troppo giovane e bella per essere triste. Intese?>> <<capito. Grazie ancora e buona serata...a presto Mariella>> disse Venere infine avviandosi giù per le scale, <<a presto bella bimba!>> urlò ridendo la signora anziana poco prima di rientrare in casa.























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Trentesimo capitolo, provo solo una grande soddisfazione per la Giulia di settembre, che era indecisa se pubblicare o meno questa storia che le balenava nella testa da giugno scorso.

Mariella è il posto sicuro di Venere.

Buon fine di settimana a tutti/e!
A presto, Giulietta.

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