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«Laura..» la chiamò Luigi

«si?» ella rispose.

«la chiamo io. voglio parlarle...» disse, togliendo dalla mano il telefono a Laura.

«ok..»

il telefono squillava.
i due erano seduti nel divano color panna in soggiorno, aspettando una risposta.
una risposta che stranamente, arrivò.

«Ashley? Ashley dove cazzo sei?»

«Papà? sei davvero te?»

«si tesoro. per favore torna a casa. ci stai facendo preoccupare...» gli si lucidarono gli occhi.

«non... non posso...»

«per favore... dicci almeno dove sei...» era in lacrime ormai. per la prima volta dopo 3 giorni, sentí la sua voce.

«no... non ci crederai...»

«tranquilla tesoro, dimmelo»

«nelle isole arcobaleno... di ricordi di quella favola che mi raccontavi... insieme a quella canzone... quando avevo paura...»

la nostalgia era nell'aria. entrambi avevano in mente la canzone infantile, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di cantarla.
poi succedde la cosa più brutta che potesse mai accadere, in quel momento di comfort.
la linea si staccò.

«Ashely? pronto? no ti prego rispondimi Ly! non posso perderti di nuovo.»
l'atmosfera era pesante. i signozzi rumorosi del padre riempivano quel silenzio, mentre Laura lo confortava.
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«Papà??? Papà?? merda.»

le luci cominciavano a sfarfagliare.

«Caleb??»

nessuna risposta.

«Caleb??!» urlò.

ma ancora nulla.

dal pavimento sbucó la stessa figura che la rapí, più un'altra.
lei rabbrividí.
poi riconobbe la figura più minuta. i 3 occhi verdi.
Adele.

«Adele?» la guardó con occhi spalancati.

«..scusa Ash...» guardò in basso Adele.

«o meglio dire, Ashley...» la figura si mostró.

era una donna, sui 40, con una maschera che gli nascose tutta la faccia. in più la divisa. la stessa che avevano quegli sbirri.

«finalmente... ti ho trovata..»

poi buio per Ashley. ma non era svenuta. era perfettamente cosciente.
si ritrovò in una bolla gigante all'interno di un edificio. dalla vista sembrava una prigione.
davanti a lei c'erano Adele e la donna misteriosa.

«che piacere vederti Ashley! non sai da quanto tempo aspettavo questo incontro. e finalmente, siamo insieme. nelle isole rosse, ad avere vendetta.» Ashley la guardò sconcertata.

«porca puttana! ma chi cavolo sei? cosa vuoi da me e perché ti servo!?» urlò Ashley, avvicinandosi verso di lei invano.

«oh... Adele... puoi andartene?» disse dolcemente. anche se quella donna non aveva assolutamente gentilezza e compassione.

«si... capo...» sussurrò, a testa bassa.

Adele uscì da quel posto, lasciando le due da sole.

«quindi? chi cazzo sei?»

«oh tesoro! non ti ho mai insegnato le parolacce! dove le hai imparate?»

le si sgranarono gli occhi, che pian piano si stavano riempendo di lacrime. si sentiva le gambe molle. non riusciva più a stare in piedi. perciò cadde sulle ginocchia. e si coprí la faccia. incredula.

«no... nono...» ripeté istericamente.

la donna si tolse la maschera, facendo vedere la sua identità.
era l'unica persona che voleva vedere.
era l'unica persona di cui aveva paura.
sua madre.

«ma te... eri...»

«cosa? in prigione? sparita? o addirittura... morta? no tesoro... è una lunga storia... ma ciò che importa è che siamo finalmente riunite! ora possiamo fare tutte le attività che non siamo mai riuscite a fare! dopotutto non siamo così diverse!» sorrise.

lei si rialzó, nascondendo il coltellino a svizzero in mano.

«si... non siamo così diverse...»
rise.
«entrambe abbandoniamo l'altra!»

riuscì a bucare la bolla dove era rinchiusa e scappò.
giró correndo in tutto il palazzo, piangendo ancora traumatizzata.
si nascose dietro una parete, per prendere aria e cercare di calmarsi.
e nel mentre, Adele le venne in contro.

«ok Ashley... so che ora non vuoi proprio parlarmi ma devo portarti in un posto!» Adele prese il polso di Ashley e cominciarono a correre non si sa dove.

era una grande porta, con dentro un portale.

«questo è il portale per la dimensione umana! vattene Ashley!» urlò.

«oh... beh... grazie... Adele... te me sarò per sempre grata.» le sorrise.

le due si abbracciarono. quell'abbraccio fu un miscuglio di emozioni per Ashley.
Ashley non voleva abbandonare Adele. sarebbe finita in un mare di guai.
quindi fece la cosa meno ma più sensata che potesse fare.

«scusa Adele!» urlò lei, prima di far cadere sia Adele che lei stessa nel portale.

ANGOLO AUTORE
non è la fine del libro, infatti comincia la 2° parte e spero che questo capitolo vi sia piaciuto ❤️

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