4.5= Adriano's Pov

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stavo camminando per quel lungo corridoio della scuola dalle pareti blu notte, guardando verso il pavimento marrone.
mi sentivo a disagio.
ogni tanto delle persone mi guardavano, ma non mi importava molto.
lo fanno sempre.
però oggi erano più focalizzati sul telefono.
ma perché?

entrai in classe e tutti erano ammucchiati sul mio banco.
e ridevano.
deglutí rumorosamente. avevo un brutto, bruttissimo presentimento.

mi avvicinai al banco, mentre i miei compagni mi guardano e si allontanarono da me, quasi disgustati.

poi guardai cosa mi avevano scritto sul banco.

"frocio del cazzo!!" "ammazzati" "scarto della società" "

alzai lo sguardo, confuso, mentre guardai la mia fidanzata che rideva con i clown della classe.
in quel momento mi accorsi che per lei ero solo un altro tiro e molla.
quella grossissima puttana.

«realmente hai creduto che io ti amassi?» rise.
«chi amerebbe uno che non ti parla nemmeno. chi amerebbe uno come te, Adriano? ucciditi così risparmiamo un po' di ossigeno.» rise insieme a tutti.

uscì dalla classe senza dire nulla.
perché effettivamente non potevo.
in quel momento mi odiavo.
come ho fatto a fidarmi di lei?
dovevo aspettarmelo.
ho un naso di merda, capelli di merda, corpo di merda, basso e muto.
un muto del cazzo.

uscì dalla scuola, con le lacrime agli occhi.
e con una immensa rabbia.
volevo scoppiare, ma non potevo.
non potevo proprio.

nel mentre incontrai Emilio, perché come al suo solito era in ritardo.

«oi ciao Adri devo scappare-» disse salutandomi, però poi si fermò guardandomi.
«Adri?» mi domandò, spostandomi i capelli dagli occhi.
«tutto ok?»

io feci di no con la testa, sprofondando nelle sue braccia.

«che ne dici se oggi balziamo?» mi domandò, sorridendo.

io annuì.

andammo in giro per Roma, mentre io gli "parlai" del mio problema.

«oh, quella puttana. ora la ammazzo.» si rattristí.
«andiamo a casa, tanto è finita la giornata sicuramente.» disse poi, accarezzandomi la mano.

andammo a casa sua, perché i suoi genitori stavano in Perù per lavoro.

«ora siediti sul divano, torno subito.» mi sorrise.
«e chiudi gli occhi» mi disse poi. io ridacchiai.

sentivo che stava aprendo qualche busta.

«ora puoi aprirli»

appena aprí gli occhi, mi sorprese con una bacinella piena di caramelle e lecca-lecca all'arancia, una bottiglia di thè verde ed il libro "La Fabbrica Di Cioccolato" con sopra un fiocchetto.

tutte cose che amavo alla follia.

«scusa, lo so che preferisci le biografie ed i libri di letteratura, però mi ricordo che ti piaceva tanto il film, perciò te l'ho preso..»

gli sorrisi come un matto.

«che film vuoi vedere? ho Spider-man, Spider-man 2, Spider-man 3, umh... ho solo Spider-man. aspetta se vuoi accendo Netflix!»

"va benissimo Spider-man, metti uno di Andrew"

«ok!!»

non riuscì a guardare il film, forse perché preferisco la DC, ma anche perché ero troppo ammirato da Emilio. si era ricordato di tutto.
mi riportò alla realtà la testa di Emilio che si appoggiava sulla mia spalla, con i titoli di coda e la ciotola che piena solo di cartoccie.
sentivo le guance arrossarsi sempre di più.
posai la ciotola sul tavolo vicino al divano dove eravamo seduti e mi sdraiai anche io, tenendomi stretto il mio migliore amico.
ma davvero lo ritenevo ancora un "amico"?

ANGOLO AUTORE
scusate per il ritardo però ero molto impegnato con la scuola. spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ci vedremo al prossimo, ciaoo <33❤️❤️

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