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«se vuoi chiamo Ashley, magari ti senti più ad agio visto che la conosci meglio. vuoi che te la chiamo?» gli domandò.

«scusami...» gli rispose, facendogli capire.

«no. non scusarti. preferisco che ti sfoghi, anche se con qualcun'altro.» gli sorrise, dandogli un bacio leggero sulla fronte, per poi uscire dal covo.

Emilio aspettò 1 minuto scarso, prima che Ashley arrivò da lui.

«hey, Adriano mi ha detto che volevi parlarmi di tutto.» gli prese la mano.

Emilio sospirò.
«ok... è cominciato tutto il giorno in cui io ed Adriano ci siamo fidanzati, il 17 luglio dell'estate scorsa. appena entrato a casa, notai subito un foglietto sul frigo. c'era scritto che i miei erano andati in Perù per il lavoro...»
Ashley annuì.
«...all'inizio non mi preoccupai, perché era normale che se ne andavano da un momento all'altro. e per una settimana non ci feci molto caso. però passarono diversi giorni e non tornavano, ne mi davano notizie. quindi cominciai a chiamarli, mandargli messaggi, ma nulla. era come se il loro telefono fosse stato spento o rotto.» i suoi occhi si fecero lucidi.
«...» tirò su col naso.

si bloccò. Ashley stava per parlare, ma poi Emilio continuò.

«un giorno venne un poliziotto a casa... e disse che i miei genitori erano stati uccisi. avevano trovato il corpo di mia madre senza vita e papà morì mentre lo trasportavano in ospedale.
mi portarono in un orfanotrofio, ma nessuno voleva adottarmi.»
signozzò.
«ho provato a farla finita più di una volta, però la signora più gentile, forse l'unica che mi voleva bene, mi salvò sempre. riuscì sempre a tagliarmi il cappio o riusciva sempre a prendermi prima che mi buttassi. mi bloccò anche le finestre della mia stanza!» rise sarcasticamente.

Ashley non parlò.
era così innaturale cosa Emilio avesse passato.

«mi sono sentito inamato. ho sempre pensato che i miei si sarebbero ammazzati per non crescermi come figlio. ed avevo ragione con papà!»

«Emi non ho realmente parole.» cominciò a lacrimare.
«perché non lo hai detto a nessuno? potevamo aiutarti. io potevo aiutarti! lo so che non sono brava a consolare le persone però ti avrei ascoltato!» lo abbracciò.

«non volevo preoccuparvi, già avete i vostri problemi...»

«ma puntualmente sei sempre te che li risolvi. è perfettamente normale avere problemi e non stare bene, ma non è ok non parlarne con qualcuno!
Emilio sappi che io ti voglio un bene nell'anima, mi hai fatto ricredere che io sono una persona e che merito di vivere. mi hai fatto capire che ho un futuro!
sei una persona d'oro, le persone che ti odiano non ti hanno mai conosciuto.
io ti voglio bene. Adriano ti vuole bene e forse vede anche un futuro con te.
ma lo vede con te. e solo te.
sia io che lui siamo felici di averti conosciuto, perché sei la persona più bella del mondo. dentro e fuori.»

Emilio scoppiò a piangere. piangeva come un bambino. sentiva di essersi liberato tutta la tristezza e rabbia che da sempre lo hanno mangiato.

«Emi... c'è dell'altro che devo dirti...»

ANGOLO AUTORE
ok ammetto che sto un po' piangendo.
voglio tanto abbracciarlo :') e non ho nemmeno finito con i traumi.
si ragazzi, gli pagherò la terapia.
e nulla, il capitolo finisce qua e ci vediamo al prossimo, ciao! ❤️

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