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«Lu?» lo scosse un po' Laura, sedendosi accanto a lui.

«ho fallito come padre. il mio compito era proteggerla...» sussurrò, continuando a piangere.
«dovevo proteggerla!»

Laura non sapeva cosa dire.
lo abbracciò, cercando di tenerlo il più stretto possibile a se e lo lasciò sfogare.
ogni volta che Ashley soffriva, Luigi sembrava soffrirne il doppio.
si odiava.
sapeva di non essere abbastanza come padre. sapeva che meritava di più.
e per questo si odiava.

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«ragazzi è molto rischioso andare nel palazzo a quest'ora.» disse Caleb.

«effettivamente ha ragione, ci sono molte guardie a quest'ora.»

«sono solo le 6 del pomeriggio!» ribatté Emilio.

«per questo, possiamo aspettare la notte.» affermò Adele.

Adriano cercò di prendergli la mano, ma Emilio si scansò subito.

«vado a prendere della legna.» Emilio se ne andò nel bosco.

«ma non ci serve!» disse Ashley, chiamandolo.

Adriano lo seguì, cercando di non dare nell'occhio.
era più un fatto di sicurezza, in caso che qualcuno cercava di attaccarlo, poteva aiutarlo a difendersi.

nel mentre Ashley ed Adele si sedettero sul prato cercando negli zaini del cibo.

«ho ancora i panini!» disse felicemente Adele.

«cazzo sì! stavo morendo di fame!»

«dov'è Caleb?»

«cerca qualche mela, è molto rischioso dividersi, però è adulto e credo riesca a cavarsela da solo. cioè, spero.» disse Ashley, guardando ancora nello zaino.

«ma quindi cosa è successo ad Emilio??» domandò preoccupata.

Ashley alzò lo sguardo verso di lei.

«mi ha detto di non dirlo a nessuno, voleva dirlo lui di persona.» sospirò.
«però sta 'na merda.»

«Ashley ho avuto una visione, lui vuole uccidere suo padre.» disse, sputando il rospo.

il demone la guardò con occhi spalancati.
nel senso, per come stava messo se lo sarebbe aspettato.
però è comunque una sorpresa.
Ashley non rispose, quindi continuarono a cercare finché non arrivò Caleb con poco più di una dozzina di mele.

nel mentre Emilio stava camminando per conto suo nel bosco.
per tutto questo tempo non faceva altro che pensare a cosa gli disse suo padre.
cominciò a piangere.
si mise una mano sulla bocca per mutare il suo pianto, mentre con l'altra si abbracciava.
infatti si poteva notare come muoveva il suo pollice in modo da accarezzarsi la schiena.
poi dopo un minuto cominciò a scaricare la sua tristezza in rabbia.
oppure la sua rabbia in effettiva rabbia.
non si capisce, visto che non ha mai mostrato rabbia.
cominciò a prendere a pugni ogni albero a cui andava in contro, a volte tirava anche calci.
alla fine si sedette, nascondendosi nelle ginocchia.
il biondino andò da lui, cercando di non spaventarlo.

«oi?» lo chiamò, sedendosi vicino a lui.

«mh?» alzò la testa.

i suoi occhi erano spenti.
aveva lo stesso sguardo di quando Caleb gli curò la spalla dopo... quello.

«come stai?» gli domandò, già sapendo la risposta.

«non devi preoccuparti di me.» disse, alzandosi ed allontanandosi.

«Emilio ti prego parlami.» Adriano lo chiamò, sull'orlo di piangere.

Emilio si girò.
Adriano corse ad abbracciarlo.
Emilio scoppiò in lacrime e cadde nelle sue braccia.

«sono così fottutamente stanco.» gli disse, tremando.
«a volte vorrei solo smettere di...» Emilio si fermò.
«... di vivere.»

ANGOLO AUTORE
che bello tutti che impazziscono :3
comunque scusate se ultimamente non pubblico ma è perché sono molto occupato dai compiti.
comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo ad il prossimo, ciaoo

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