piangevano.
non sapevo come comportarmi, onestamente. nel senso che dovevo morire ed invece mi ritrovo con solo una mano rotta.
era così imbarazzante.
ed erano solo le 3 del pomeriggio.papà venne sul mio letto, dandomi un pasto dentro ad un piatto di carta stagnola. pasta al ragù. la mia preferita.
volevo tanto sorridere in quel momento ma non penso che era la migliore delle situazioni. era la peggiore per mio padre.
cominciai a sentirmi in colpa.aprí il piatto, con il suo aiuto, e feci il primo mozzico di quella delizia.
«non so come cominciare la conversazione..» cominciò papà, guardandomi mentre mi abbuffavo su quel piatto di pasta.
mi abbracciò istantaneamente.
«mi dispiace tantissimo.» disse, con la voce strozzata da signozzi.lo abbracciai altrettanto. senza mostrare nessun tipo di emozioni. mi sentivo... intorpidita.
anche se dentro stavo urlando.
Laura ci lasciò da soli, lasciandoci privacy.
e scoppiai.
non so perché, ma scoppiai a piangere come una bambina.«scusami scusami tanto mi dispiace.» gli strinsi la sua polo nera, con l'unica mano che potevo usare, cercando di portarlo più vicino a me.
«non scusarti tesoro» disse Laura, tornando ed accarezzandomi la testa.
«devi parlare dei tuoi problemi, non puoi tenerti tutti i problemi per te. non so se vuoi sfogarti con noi o vuoi una psicologa, però per favore non lasciarti tutto dentro.» mi disse, mentre le si scioglieva il mascara.«dai ora mangia, poi ne riparliamo.» disse infine papà, dandomi un bacio sulla fronte.
mentre mangiavo, guardai in giro quella stanza. aveva le pareti di un color panna sporco e si sentivano conversazioni altrui, bambini che cercavano di camminare, genitori con figli appena nati ed anche persone anziane.
spostai lo sguardo su Laura e Papà. stavano parlando. non capivo di cosa.
infine mi guardai e vidi che avevo appena finito la pasta.«papà?» lo chiamai.
lui si girò immediatamente.
«scusami»
«non scusarti. è colpa nostra che non abbiamo capito la situazione prima di tutto ciò.»
poi l'infermiera cacciò Laura e papà e li informò che già da domani posso uscire, e consigliarono il nome di una psicologa, ma lo dimenticai quasi subito.
nella mia stessa stanza c'era una ragazza, penso della mia stessa età, arrivata da poco.
«ciao» la salutai.
«ciao. perché qui?»
«non vorrei proprio parlarne.. tu?»
«sono svenuta a scuola per mancanza d'aria. mi hanno detto che ho l'asma. quindi devo stare qua ma domani mi dimettono.»
«ah, mi dispiace.» le dissi, guardando i suoi bei capelli castani.
«comunque avevo sentito perché sei qui, tutto bene?»rimasi immobile. non me lo aspettavo onestamente.
«non so tutto il casino che hai nella testa, però ogni volta che mi sento giù guardo il cielo sorseggiando il té alla pesca.» mi spiegò. sembrava così innocente.
«comunque come ti chiami?»
«Flo, è un nome strano ma mia madre me lo diede.»
«bel nome Flo, io mi chiamo Ashley.»
ANGOLO AUTORE
e nulla TRIPLA PUBBLICAZIONE DAMNNN. spero che questi capitoli vi siano piaciuti e ci vediamo al prossimo, ciaoo❤️❤️❤️
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El Sendero
Fantasy«sei pronta?» disse la figura. aveva una voce femminile, non riconoscibile per lei. «cosa?» il pavimento si aprì in un portale verde. «sto morendo?? di già??» urlò la ragazza. poi venne spinta dentro il portale, e si chiude con il suo urlo. e per le...