8.playboy

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Charles' POV
"Eleonor, respira. Va tutto bene ok? Hai qua la chiave con te?" fruga nelle tasche e tira fuori la chiave di riserva che le avevano dato.
"Bene bravissima, adesso lanciamela così vengo ad aprirti la porta"
"Chiama Max, non te"
"Non perdere tempo in cazzate Eleonor, so che non ti piaccio, ma fatti aiutare" dico supplichevole.

Sembra pensarci per un po' e, infine, accetta.

"Ti prego fai in fretta che non mi piacciono le altezze"
"Sono da te in 30 secondi regina" corro dentro la mia stanza, prendo al volo la mia di chiave per non rischiare di rimanere chiuso fuori e mi fiondo davanti alla sua porta.
Apro con la chiave e vado verso il balcone.

"Eleonor, sono qua"
"Charles fai presto ti prego" dice con un velo di paura nei suoi occhi.
"Allontanati un po' perchè adesso la forzerò e non vorrei farti male, ok?" annuisce nervosamente e si allontana un po'.

Spingo un bel po' nella mia direzione, ma sento di aver bisogno di una spinta esterna.
"Eleonor, ci sei?"
"Sì, sono qua idiota, dovrei potrei essere sennò"
"Ora dovrai aiutarmi ok?"
"Ok" dice tremando un po'.
"Dovrai spingere la porta verso di me, così faremo entrambi pressione e tenteremo di spostarla il poco che serve per sbloccarla, capito?"
"Va bene, ci sono" sembra essersi ripresa un po' e comincia ad essere collaborativa.

Spinge a più non posso e riusciamo a sbloccare la porta.
Avendoci messo parecchia forza, Eleonor è stata praticamente scaraventata contro di me per inerzia e l'ho presa al volo prima che sbattesse la testa contro la finestra.

Appoggia la fronte sul mio petto e rimane così per un po' per riprendere aria e controllo su sè stessa.
Non so nemmeno cosa fare perchè ho paura che rifiuterebbe qualsiasi tipo di contatto mio.
Stringe leggermente la mia maglia e mi sembra stia piangendo un poco a causa di tutto lo spavento, o almeno credo.

Prendo anche io quel minimo di coraggio e l'abbraccio per cercare di calmarla.
"Shh tranquilla, va tutto bene. Sei al sicuro" appoggio il mento sopra la sua testa e le accarezzo i capelli per farle capire di essere davvero qua con lei.

Non me ne frega nulla della rivalità e della repulsione che ha verso di me... se mai avrà bisogno di aiuto, io sarò qua per lei così come per tutti.
Mamma e papà mi hanno insegnato a non essere maleducato e mettere da parte la rivalità per essere una persona dall'anima buona.

E così farò.

Lentamente regolarizza il suo respiro e alza la testa.
Come sospettavo, ha pianto dal nervosismo.

"Come stai?" chiedo piano per non farmi odiare ancora di più.
"Meglio, grazie per avermi salvato" dice sorridendo, ma non staccandosi dalla presa della mia maglia.
"Domani vai a dire in reception il mal funzionamento, così non capita ad altri"
"Lo farò, grazie Charles, davvero"
"Spero di recuperare pian piano la tua simpatia piccoletta"
"Sei sulla buona strada. Grazie per non aver esitato nel correre qui"
"L'avrei fatto anche se fossi stato 40 piani più in giù. Non so come avrei fatto a prendere la chiave, però il messaggio spero sia arrivato" dico ridendo.
"Arrivato chiaro e forte" dice aggregandosi alla risata.

"Posso chiederti una cosa?" chiedo quando ormai sono sulla soglia della porta praticamente.
"Dimmi"
"Come mai quella reazione così impanicata? Cioè, hai praticamente avuto un attacco di panico e non dico che non sarei entrato nel pallone pure io, chi non lo far-..." sì, ho cominciato a blaterare perchè la mia curiosità è più forte del mio freno.
"Charles, non devi dare motivazioni, ho capito tranquillo"
"Ok, per fortuna perchè stavo già sudando all'idea di aver rovinato quel piccolo passo avanti"
"Se farai altri passi avanti te lo dirò, così sei obbligato a fare il bravo e non provocarmi incidenti"
"Ti vorrei dire due frasette poco carine, però mi trattengo perchè sono un brav'uomo"
"Non lo metto in dubbio Charles" dice facendo una risata divertita e accompagnandomi davanti alla mia stanza.

Collision at first sight ||Charles Leclerc||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora