Capitolo 41 (V). Una voce

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Il don prese la penna, fece qualche altro cerchio e spirale sul foglio, attese che Marco parlasse  ma. . . dopo qualche secondo di silenzio lo invitò a rispondere: «dico bene, Marco?»

Marco stava pensando: era chiaro che il don avesse saputo qualcosa prima dell'incontro: perché  altrimenti tutto quell'interesse su Ilaria? Che qualcuno gli avesse messo una pulce nell'orecchio era evidente, e gli parve ovvio che quel "qualcuno" fosse la futura — a quel punto forse futura  — suocera; non se la prese, anzi, parlando di "leggerezza", il pensare che Sara avesse detto al  don del suo amore per Ilaria lo fece sentire più leggero. Vide la possibilità di togliersi finalmente  un peso; gli venne in mente l'intenzione detta poco prima con Anna: «raddrizzerò le tue vie,  consolerò il tuo dolore, perdonerò i tuoi peccati». Anna aveva passato un periodo tragico: aveva  il diritto di sapere del suo amore per Ilaria, e infatti lo sapeva da tempo, e forse anche questo  don che aveva il potere di unirli per la vita doveva saperlo: anche a costo di annullare il  matrimonio.

«Non si possono raddrizzare le vie che sono già dritte»; si immaginò il don nel dire questa frase a lui, invece che ad Anna: forse era un prete comprensivo, avrebbe capito. Qual era la sua via da raddrizzare? Il suo amore per Ilaria ovvio. . . ma quella, forse, sarebbe sempre stata storta; non c'era rimedio, lo sapeva: era troppo forte quel legame, e proprio per questo era da dire. O no? Non era sufficiente che lo sapesse la sua futura moglie? Se ne sarebbe pentito, sia dicendolo che non dicendolo, avrebbe voluto avere Anna vicino per confidarsi: cosa gli avrebbe detto? "Gattino dillo" oppure. . . "non dirlo"? E, se dirlo, perché dirlo?

Il matrimonio era un passo importante, definitivo, e. . . se anche ci fosse stato un minimo rischio di cadere con Ilaria il prete che li avrebbe sposati doveva saperlo. Egli era sicuro della promessa fatta con lei: ma ce l'avrebbero fatta negli anni a seguire a rispettarla? Anna poco prima gli aveva dato un dono prezioso, sentì di doversi togliere quel peso per entrare nel matrimonio con lei senza dubbi, senza il rimpianto di non aver avvisato per tempo; non era in malafede, non voleva usare Anna come paravento per amare Ilaria fisicamente dietro il sipario di un matrimonio legale —come aveva insinuato Andrea —, questo no, ma non sapeva neppure cosa sarebbe potuto succedere nel caso sua sorella non avesse potuto rispettare la promessa; non si sentiva così forte da non cadere in qualunque circostanza, doveva dunque dirlo. Una debolezza confessata, forse, sarebbe potuta diventare così una forza condivisa, con una famiglia allargata che sapesse di quel legame dando una rete di supporto alla sorella non lasciandola sola, in pratica la strategia di Luigi. Forse il don, sapendolo, sentendo le sue ragioni e la loro storia, capendo le origini di quell'amore, avrebbe potuto tranquillizzare la forse-futura suocera che, comunque, in quei mesi, era stata sempre gentile con lui, con sua mamma, ma anche con Ilaria e il bambino.

Per tutti questi motivi, dopo un mezzo minuto di riflessioni, mentre il don continuava a pasticciare il foglio in attesa, Marco disse:

«Sì, ha ragione don, c'è una ragione dietro il gesto di Ilaria che. . . riguarda anche me. Però. . . non è facile da dire o da ascoltare. In ogni caso io gliela dico, non è un segreto, o, meglio, non voglio che sia un segreto con lei visto che può decidere se sposarmi o meno con Anna.»

Marco stette in silenzio ancora un poco, cercando le parole giuste per incominciare; il don smise di scarabocchiare, posò la penna, incrociò le braccia al tavolo, scrutandolo: lo vide molto riflessivo, lo lasciò tranquillo; sapeva che qualunque cosa Marco gli avrebbe detto sarebbe stata sincera anche se, forse, non completa; lo si vedeva dagli occhi che quel ragazzo, se mentiva, era per omissione, per vergogna, ma non per animo menzognero.

«Io. . . don. . . », incominciò Marco con voce un po' emozionata: «le devo dire questo: Ilaria non ha sposato Andrea perché non lo ama, questo lo sa già, ma non lo ama perché ama un altro e. . . per la precisione, ama me.»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora