Capitolo 46 (I). La mamma di Emanuele

66 6 26
                                    

Nicola lasciò Marco e andò poi a prendere Gaia per mantenere la promessa; la prese da Anna che, per quanto amasse i bambini, non fu molto dispiaciuta di essere sollevata dal gestire quel fiume di parole in piena; salutò tutti e portò la figlia all'Acquario, ma da solo: Giulia volle ancora rimanere con Ilaria, erano diventate amiche e voleva stare con lei ancora per un po' di tempo perché poi si sarebbero dovute salutare, forse per sempre.

Marco e Anna si riunirono: Anna, dopo aver sentito da Marco ciò che Nicola gli aveva detto, capì che la situazione di Silvia fosse diventata molto grave, uscirono dalla sala dove ormai la festa era entrata nel vivo e non si poteva parlare, e gli disse:

«Se Silvia è arrivata persino a pensare che quella tomba sia vuota, gattino, ho paura che Andrea e suo padre faranno di tutto per tenerla in quella convinzione adesso che è entrata in famiglia. A loro una Silvia in questo delirio fa comodo, purtroppo; in senso medico è a posto ma quella parte è, in senso psichiatrico, "malata", dovrebbe essere aiutata, poverina: ha un delirio dovuto alla sofferenza non risolta del primo figlio, ma per loro va bene tenersi una donna così perché ai loro occhi è la perfetta madre di Emanuele; non solo fa la parte, ma è convinta di esserlo e può diventarne quasi la vera mamma perché per lei non ci sono più due Emanuele, ma uno solo, il suo. Temo che i guai per Ilaria siano appena cominciati, e, purtroppo, questo trascinerà anche te, che sei suo fratello, e me, che sarò tua moglie, in questo dramma. E quel povero bambino. . . non se la passerà bene.»

Marco aveva avuto la stessa sensazione anche se non avrebbe usato il linguaggio medico di Anna, aveva capito che non solo la promessa che aveva fatto con Ilaria fosse a rischio ma che l'intero castello che aveva costruito con Anna potesse essere distrutto. Respirò profondamente prima di chiederle:

«Sei ancora sicura di continuare con me micia pur sapendo questo? La tragedia adesso toccherebbe solo me, Emanuele, Ilaria e le nostre mamme ma tu puoi ancora allontanarti, sei ancora in tempo; tu e la tua famiglia non dovete mettere la vostra felicità a rischio in base ai deliri di una donna infelice e sfortunata e di due uomini che la stanno usando per i loro scopi. Scusa se te lo dico, ma ho bisogno di saperlo, non voglio trascinarti in questo dramma che sta per diventare tragedia.»

Anna pensò un poco: «gattino. . . », gli baciò la guancia, «io sono già praticamente sposata con te», gli fece vedere la mano dove teneva l'anello, «l'anello che porto ha un significato ben più forte di una semplice promessa; abbiamo finito il corso prematrimoniale, abbiamo la data fissata», lo carezzò, «io non torno indietro, l'affronteremo insieme quel che sta per avvenire. Non ti lascio da solo adesso.»

«Anche se la tragedia sta per toccare Ilaria?»

«Specialmente se toccherà Ilaria, gattino. Tu e lei siete legati, lo so; l'ho detto al don, non ne ho paura; ora però affrontiamo una cosa per volta. Secondo me non ha più senso parlare con Andrea e Silvia, sono alleati, così come pure Giorgio. Non ci direbbero nulla, hanno un loro piano che stanno realizzando, è chiaro, e usano Silvia come cuneo per infiltrarsi; l'unica cosa è parlare con Ilaria e prepararla a ciò che potrebbero farle.»

«Cosa micia? Tu che pensi?»

«Ho qualche idea e nessuna di queste porterà a qualcosa di buono. Però ne parlo anche con mio papà; ha qualche amico psichiatra. Certamente. . . se riuscissimo a dimostrare che Silvia è malata avremmo un vantaggio, ma ho paura che Giorgio lo abbia previsto e impedirà che ci sia una perizia su di lei in caso di un giudizio di affidamento su Emanuele.»

«Perizia?»

«Non fare quella faccia gattino, purtroppo. . . se si va in tribunale ti devi difendere e devi difendere tua sorella.»

«Me l'ha detto anche Nicola, ma. . . non so bene come fare, micia; non avrei voluto questa cosa da affrontare per Ilaria. Preferisco cento volte i miei computer, lì sono bravo, ma. . . qui. . . mi perdo.»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora