«Proprio così signora Irene; perché. . . Anna non si separerà da suo figlio, neppure se dovesse essere tradita, di questo. . . », guardò sua moglie, «io e Sara ne siamo convinti, Anna stessa ce l'ha detto più e più volte. . . », Franco ritornò con il vassoio pieno, lo poggiò sul tavolo, c'era una ciotola con cubetti di ghiaccio appena tolti dal congelatore, la brocca riempita con succo di ananas, e un nuovo rifornimento di biscotti; Laky, ancora a cuccia ai piedi di Luigi, sbatté la coda sul pavimento per far capire che si prenotava per il bis — non si sa mai —, «buona Laky», la rimproverò il dottore, «te ne ho già dati due, poi ti fanno male. . . », Laky fece un guaito e fermò la coda, poggiò di nuovo il muso sulle zampe anteriori, delusa, pensò che se ci fosse stata la padroncina, invece, un altro biscotto l'avrebbe rimediato, «ma. . . », Irene diede di nuovo la mano a Franco, una volta seduto, «io. . . mettetevi nei miei panni, per favore, se Anna non lasciasse Marco in caso di tradimento, io. . . come posso fare con voi in villa? Come posso fare la custode insieme a Franco? Franco. . . scusa se ti rovino i piani, amore. . . », gli diede una carezza, «comprendimi, per favore», si rivolse ai genitori di Anna, «comprendetemi, scusate se mi ripeto: io. . . non so se a questo punto sia opportuno per me vivere qui se c'è questo rischio tra Marco e Ilaria e se Anna è convinta ancora di sposare mio figlio. . . sarebbe. . . più che imbarazzante.»
Luigi prese la brocca, riempì il bicchiere alla moglie, le mise due cubetti di ghiaccio, «Sara, per favore, rispondile tu. . . senza farti prendere dall'emozione, se possibile», le disse, porgendoglielo.
«Irene. . . », Sara bevve un poco, si fece aria con un ventaglio che aveva poggiato di fronte a sé: «ciò che sto per dirle mi ha causato molti notti insonni, ma. . . è l'unica strada possibile, sia per me che per lei: lei mi chiede con che faccia può vivere qui in villa se accadesse il tradimento di Marco con Ilaria?», «sì», «ebbene. . . la risposta è. . . », Sara la guardò fissa, «la stessa di adesso», «la stessa?», «sì», Sara prese un biscotto, prese coraggio, «Luigi e io. . . », diede un morso, era alla cannella, il suo preferito, assaporò il gusto, Franco li faceva buonissimi, aveva bisogno di quella coccola di gusto per continuare, «diamo già per scontato che ciò avvenga. Non sappiamo quando, ma. . . tutto lascia intendere che Marco cadrà con Ilaria, prima o poi e Anna, purtroppo. . . la dovremo consolare. Quindi, in un certo senso, le posso già dare una risposta: lei può stare in questa casa anche se avvenisse il fatto e saremmo come siamo adesso perché è come se lei ci vedesse adesso dopo che il fatto è stato compiuto; avremo bisogno di lei qui, anzi, per aiutarci»
«Non capisco, aiutare. . . , in che senso?»
«Aiutarci. . . perché. . . », Sara le prese le mani sopra il tavolo, «signora Irene, se Anna soffre, soffriremo tutti, io. . . per prima, e Marco per secondo. Certo, ci sarebbe il dolore di una . . . caduta, ma non quello di un . . . tradimento perché io e Luigi siamo certi anche di un'altra cosa. . . », Sara gliele strinse, la guardò per qualche secondo, in silenzio, «conosce la storia di Achille, per caso?»
Irene la guardò un poco assente:
«No signora. . . o forse. . . forse c'era uno sceneggiato in TV tanti anni fa su Ulisse e c'era anche Achille come personaggio. . . ma non ricordo bene, mi scusi, forse mi confondo, non ho letto molto.»
Franco però intervenne: «Sì Irene. . . è vero, l'avevo visto anch'io quello sceneggiato. . . », si rivolse a Sara, «è quell'eroe che era invincibile però. . . aveva la caviglia fragile perché era stato immerso nel fiume magico, ma la mamma lo teneva per la caviglia che non si era bagnata.»
«Grazie Franco, proprio lui, Achille. Ecco, signora Irene, nella leggenda appunto Achille era il più forte dei guerrieri perché non poteva essere ucciso se non conoscendo il suo punto debole. Marco è uguale, è invincibile, sicuramente ama mia figlia tantissimo, l'ha dimostrato in questi tre anni e la continua a rispettare come non ho mai visto fare da un uomo, quasi nemmeno da mio marito. . . », Sara si rivolse con un sorriso a Luigi, «Scusa caro. . . eh. . . non è che ti voglia mettere in secondo piano. . . », «fai, fai pure. . . », rispose Luigi divertito, «va' avanti Sara, mettimi pure a confronto con Marco basta che sia il "Marco secondo" e non "Marco primo". . . », Sara lo fulminò con lo sguardo; Franco e Irene si guardarono perplessi e la guardarono poi con aria interrogativa: «no, no. . . nulla», rispose Sara, togliendo le mani da Irene e spingendo un po' per scherzo un po' seriamente il marito, «uffa, Luigi, dai. . . , ancora su questo punto?», sorrise a Irene e Franco, «una vecchia questione tra noi due che ogni tanto sale a galla. È solo un Marco che ci interessa adesso ed è suo figlio. Dicevo. . . », disse dopo aver ripreso un po' di calma, «Marco è come un Achille in amore, invincibile; so che non cadrebbe mai con nessuna altra donna, non tradirebbe mai mia figlia per nessuna al mondo. . . tranne. . . tranne sua sorella, la sua caviglia, il suo punto debole, ma solo se accadessero delle circostanze particolari. È convinta di questo?»
STAI LEGGENDO
Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)
General FictionSettima parte del romanzo "Dolore e Perdono" (nove in totale) Una storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rin...