Capitolo 43 (IX). Silvia Palestro, in Testino

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Ilaria chiamò Silvia per chiederle di farle da baby sitter il sabato successivo cosa che Silvia accettò immediatamente, le nascose il fatto che ci sarebbe stato anche Marco ma non sarebbe stata la prima volta che si vedevano in casa sua e mai Silvia si era lamentata; le disse che Andrea era impegnato in quel sabato con gli operai nella casa sottostante quella di Giorgio che poi sarebbe diventata loro e che magari avrebbe portato il bimbo al mare dove Andrea aveva affittato una cabina.

Ilaria avvisò Marco che, come da accordi, andò a casa di Ilaria il sabato mattina presto; si videro in casa, contrariamente ai loro propositi, ma per pochi istanti, gli lasciò Emanuele da guardare e andò di filato in sartoria; verso le nove suonò Silvia e lo zio le aprì la porta invece della mamma: non fu tanto sorpresa perché già altre volte era successo.

«Ciao Marco, Ilaria? È già andata al lavoro?» 

«Sì, Silvia, è partita presto, sono venuto prima io, nel frattempo lo facevo un po' giocare. Entra. . . »

«Oh, ma ciao tesoro!», esclamò Silvia appena vide Emanuele, si accucciò, Emanuele era seduto per terra, infilava degli anelli di plastica su un piolo, «che facciamo qui? Un gioco da grandi? Eh, sì, del resto, con lo zio ingegnere. . . è chiaro che ti mette a fare le costruzioni! Cosa dici a mamma?», Emanuele si girò a guardarla, l'altra mamma era così esuberante, volle farle vedere cosa stesse facendo: le sorrise e fece un'esclamazione che voleva dire: "guarda mamma come sono bravo!", agitando un anello di plastica, «Oh sì che sei bravo!», gli disse, «vogliamo andare al mare stamattina? È una bella giornata topino, dai, cosa stiamo sempre chiusi in casa! Purtroppo papà non c'è oggi; vengono gli operai nella nostra casa nuova per prendere le misure del bagno, ma vieni con mamma», disse, gli prese l'anello che teneva in mano, lo posò sul piolo e lo prese in braccio, «Andiamo, su! Marco. . . », si girò e gli disse gentilmente ma con assertività, «io ho detto a Ilaria che lo portavo al mare, lo sapevi, vero?», Emanuele per la verità avrebbe voluto finire di impilare gli anelli che gli stava dando via via lo zio; l'altra mamma aveva un modo di fare sì gentile, ma che non ammetteva molte repliche; si era lasciato prendere in braccio, ma vedendo lo zio fece un minimo accenno di broncio come per protesta e allungò le braccia verso di lui. «Oh, su. . . topino. . . avrai tutto il tempo di giocare dopo alle costruzioni, vero zio? Non vuoi andare un po' in spiaggia? Non ci sarà la sabbia bella come a Riccione ma ci divertiamo lo stesso.»

«Sì, lo sapevo Silvia, Ilaria me l'aveva detto, allora ti lascio andare col piccolo», Marco vide che Emanuele con Silvia stava buono, ma voleva parlarle, le chiese: «però. . . sei venuta in macchina, vero?» 

«Sì, è qua sotto, volevo andare in Corso Italia: Andrea con suo padre hanno affittato per tutto il mese una cabina lì, c'è un angolo per i bambini fatto tutto con la sabbia, si sta benissimo, è stato tanto bene al mare a Riccione che è un peccato non sfruttare queste giornate, vero tesoro?», Emanuele fece un gridolino e agitò le braccia, andare al mare gli era piaciuto, pazienza per il gioco degli anelli, l'avrebbe finito un'altra volta. Marco cercò di trovare il modo di stare un po' con lei: 

«Silvia, io dovrei andare da quelle parti: mi daresti un passaggio fino alla Foce se non ti spiace?»

Silvia lo guardò senza alcun sospetto, gli sorrise e gli disse: «Certo Marco, andiamo, chiudi tu vero?» 

«Sì Silvia, aspettami che chiudo il balcone», Marco aveva le chiavi dell'appartamento di Ilaria; chiuse e uscirono tutti e tre. Sapeva di non avere molto tempo, forse una decina di minuti, il traffico a luglio di sabato mattina era scarso; per fortuna Emanuele in macchina era sempre stato buono, anche quella volta si lasciò legare al seggiolino e non disse altro; c'era silenzio: Silvia non accese la radio forse perché si aspettava che Marco volesse parlare; egli cercò di iniziare il discorso in modo indiretto, senza affrontarla subito: 

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora