«. . . ed è chiaro», continuò Luigi al posto suo , «che — se una cosa del genere dovesse accadere — sarebbe fin troppo dolorosa per Anna, e per noi vedere nostra figlia soffrire. . . », Luigi guardò sua moglie, avevano concordato di accennare di Luca a Irene, immaginavano che Marco non l'avesse fatto, «dopo Luca. . . », si voltò di nuovo verso Irene, «lei probabilmente non conosce questa storia. . . », «eh, no. . . », Irene fece un'espressione confusa, guardò Franco, «Luca? Chi. . . ?», Franco, fino a quel momento in silenzio, disse: «Luca. . . », smise di sgranocchiare forse il decimo biscotto, guardò Luigi che gli fece un cenno di "via libera", «è stato un caro ragazzo, molto sfortunato, insieme ad Anna, cara, ma. . . forse è meglio che te la raccontino loro. . . », Franco guardò i genitori, «grazie Franco», Sara prese la parola, «la faccio breve, signora Irene: Luca è stato il primo fidanzato di Anna e. . . sarebbe stato anche l'unico: erano fatti l'uno per l'altra — esattamente come adesso con Marco — se però non fosse morto in un incidente di moto nel 1991 quando Anna stava per compiere diciott'anni e Luca ne aveva un paio in più.»
«O mio Dio», Irene disse sconvolta, «e. . . Anna. . . dopo. . . ?»
«Dopo. . . », Luigi posò il bicchiere con un'espressione triste, «dopo tememmo per varie settimane che Anna lo seguisse; si lasciò lentamente morire e — forse — solo per un miracolo la salvammo dalla morte per denutrizione; non rispondeva più alle cure, fu ricoverata per circa un mese in ospedale. . . », Luigi si fermò, Irene era senza parole, si teneva la mano sulla bocca, li guardava stupefatta, «da quella tragedia si può dire che Anna si sia ripresa solo dopo aver conosciuto suo figlio», Luigi concluse; Irene rimase un poco in silenzio meditando, «dunque Marco. . . », disse infine, «è stato scelto da vostra figlia perché. . . », «sì», Sara intervenne, «perché assomiglia veramente tanto a Luca: nel fisico — in parte — ma, soprattutto, in come le vuole bene», si chinò, da una borsetta appesa alla sedia — che solo in quel momento Irene notava — Sara prese un cartoncino diviso in due, lo mise al centro del tavolo e lo aprì rivelando una foto a colori con sotto stampate date di nascita e morte: «ecco Luca. . . », Irene guardò la foto e — subito — disse: «no! Marco. . . o Gesù. . . come sono simili. . . », si fece il Segno di Croce, baciò la mano e la pose poi sulla foto, «povero ragazzo. . . qui. . . », la indicò, ritraeva Luca in divisa da calciatore, in piedi con un pallone tenuto in mano, su un campo a erba; lontane, sfocate, c'erano varie persone su una gradinata, «qui. . . », continuò Sara, sospirando, «siamo a inizio luglio 1991, poche settimane prima della sua morte; che dice? Direi che. . . a parte il fatto che Luca fosse bravo a giocare a calcio. . . siano simili i due ragazzi, vero?», «eccome. . . », disse Irene un poco a disagio; «lei capisce ora, dunque. . . », Sara continuò, «il rischio che sta correndo Anna — volontariamente, sia chiaro — stando con Marco? E capisce — quindi — che, anche se questo rischio è minimo, bisogni parlarne?», Irene non rispose subito, sembrava di nuovo confusa, Sara la guardò attentamente, «non sto dicendo che Marco sia minore di Luca. . . », Sara le disse gentilmente, «anzi, per un aspetto è superiore: sa cosa vuol dire soffrire e può capire mia figlia, tuttavia. . . », riprese la foto ricordo di Luca, la rimise in borsetta, strinse le labbra, sospirò, si rivolse al marito, «dillo tu, Luigi.»
Luigi si prese un biscotto di Franco, erano buoni, il discorso sembrava prendere la piega che aveva già stabilito, ma ciò che stava per dire faceva male anche a lui: «vede, signora Irene. . . », disse dopo aver mangiato un biscotto, «Marco è veramente adatto per Anna, e. . . », sorrise, «diciamo anche Anna per Marco, io e Sara ne siamo convinti; spero solo che il papà di Andrea non sappia però il punto debole dei due fratelli; perché. . . se lo sapesse, lo sfrutterà a suo vantaggio, questo è chiaro. . . », Irene chiese improvvisamente, «sfruttare, per. . . ?», «per prendersi il bambino, ovvio. . . non mi dica che non l'aveva già capito», «o povera Ilaria, e perché? Non lo cresce mica male!», «perché. . . è complesso, ci sono questioni familiari antiche, ora perderemmo troppo tempo a discuterne. . . », Luigi fece un gesto evasivo, «diciamo che Giorgio per sue questioni personali vuole una famiglia per suo nipote: una mamma e un papà uniti, non separati e. . . se questo dovesse avvenire, se dovesse riuscire nel suo intento di dare Emanuele a Silvia e Andrea, Ilaria e Marco cadranno, questo è sicuro, ma. . . vogliamo solo dirle oggi che se capitasse questo incesto, ciò non deve coinvolgere noi, non dovremo puntarci il dito a cercare di scaricarci addosso le colpe perché abbiamo tutti i dati fin da ora: l'affronteremo insieme. Quel che sarà sarà.»
STAI LEGGENDO
Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)
General FictionSettima parte del romanzo "Dolore e Perdono" (nove in totale) Una storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rin...