«Ma. . . no, micia. . . », Marco si alzò, andò verso lo zaino, lo prese in mano e poi, però, pensando all'orario del treno lo rimise a terra; passeggiò nervoso, «c'è tempo; dall'avvocato di Ilaria ci potrò andare dopo, ma prima la devo portare su, capisci?», andò alla finestra, si affacciò, si preannunciava una giornata ancora molto calda; un corteo di turisti di mezz'età mattinieri, vestiti colorati, con macchine fotografiche e cellulari al collo, scendeva al Porto Antico e l'Acquario, preceduti da una ragazza che agitava un ombrellino fucsia; le loro voci, dall'accento straniero, arrivavano con gli echi su fino al quinto piano; per loro — ma non per Marco — cominciava una giornata serena, «è una questione tra me e lei, micia», disse, tamburellando sul davanzale, «devo capire prima perché questa volta non mi ha detto nulla.»
«Te l'ho detto gattino, non voleva darti problemi. Ha sbagliato, certo in buonafede, ma ora la cosa fondamentale è calmarvi, tutti e due. Giù non è sola, c'è la mamma», si alzò, gli andò vicino, «e qui ci sono io», gli prese la mano, «guardami, per favore; non puoi fare nulla, anzi la spaventeresti; è come se andassi a criticarla perché non ti ha avvisato; aspetta che si calmi, che la mamma la riporti a casa e poi. . . un treno è capace di prenderlo da sola per salire, anche già domani.»
«Eh, ma se non lo prende? Magari si è convinta che le abbiano tolto il bambino e rimane a Colliano», si staccò da lei, le pose le mani sulle spalle, «è una questione di due giorni micia. Vado, stasera sono a Colliano, la prendo e domani mattina ripartiamo; domani sera, massimo dopodomani mattina siamo qui di ritorno. Fammi andare. . . ce la fai a chiamare tua mamma? Che venga oggi a vedere Elena? Che ore sono?», guardò il suo cellulare, «le sette e cinquantasei. . . tu devi quasi andare in ospedale. Io posso stare qui ancora un'ora prima di andare in stazione. Fa' venire qui tua mamma per favore, le do Elena e poi parto, spiegaglielo.»
«Gattino», Anna quasi si mise a piangere, «io ho paura.»
«Di cosa?»
«Di te. Ti vedo. . . ti vedo troppo agitato. Non andare.»
«Come non andare? Cosa vuoi che succeda?»
«Non so, c'è qualcosa, mi sento. . . mi sento come se Andrea l'abbia fatto apposta di far sconvolgere Ilaria così tanto da rimanere giù, così da farti andare a prenderla e. . . »
«Ma no, cosa pensi micia? Come poteva Andrea immaginare la reazione di Ilaria?», Marco le diede una carezza, cercando di tranquillizzarla, ma aveva quello sguardo ombroso che Anna temeva, «no. . . micia: è Ilaria che si è spaventata, magari le hanno scritto qualcosa di brutto e lei si è presa paura, avrà detto sì sì. . . accetto, senza riflettere e ora incolpa la Madonna della sua disattenzione. Vado, la prendo e torno. Micia, non succede nulla. Ma fammi andare, ti prego.»
«Va bene, gattino. . . », sospirò, si asciugò le lacrime che nel frattempo erano scese, «non ti trattengo, non ti preoccupare di me o Elena, io posso anche telefonare in ospedale, dire che oggi ritardo di un'ora. . . posso far venire mia mamma. . . al limite c'è anche Alfredo, però. . . prima cerca di parlare a tua sorella», lo prese per mano, Elena stava ancora colorando tranquilla, andò in camera, «amore, papà e mamma fanno una telefonata alla zia Ilaria.»
«Zia Ilaia bava», rispose la bimba ma, per il resto, non alzò lo sguardo, era concentrata.
Anna socchiuse la porta, si sedette sul letto, «non andare così gattino. . . », gli fece cenno di sedersi, gli sorrise ugualmente: «hai tempo per il treno: richiama Maria, dille che hai parlato con Andrea, cerca anche di parlare con Ilaria e. . . se proprio devi andare avvisala per farti venire a prendere a Salerno.»
«Va bene, micia», Marco si sedette al suo fianco, «forse hai ragione anche questa volta come per la stazione, grazie»
«Di nulla, gattino», Anna sospirò, gli diede un bacio sulla guancia.
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Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)
General FictionSettima parte del romanzo "Dolore e Perdono" (nove in totale) Una storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rin...