Capitolo 42 (VI). Il fidanzamento

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«Proverò Luigi. . . come ti ho detto non è facile: per me questo matrimonio è anche un entrare nella vostra famiglia e non. . . pensavo di meritarlo», disse Marco una volta staccato da quell'abbraccio, «. . . spero comunque che non ci sia qualche sorpresa all'orizzonte, qualche scherzo», guardò in direzione di Walter con un viso già ansioso, «sai, le solite cose che si raccontano in queste occasioni. . . gli amici di Walter vengono dopo, vero?»

«Sì, Marco, per ora fino alle quattro, almeno, ci siamo solo noi vecchi, tranne il piccolo Emanuele. So che gli amici di mio figlio non sono proprio della tua pasta, gli ho detto però di lasciarti in pace, che tu non ami quelle cose un po' goliardiche, lo sappiamo», lo guardò un po' sorridendo, «anche se qualche scherzetto non ha mai fatto morire nessuno. . . se ti raccontassi quello che fecero i nostri amici quando mi sposai con Sara. . . scapperesti e non ti sposeresti più.»

Marco lo guardò un po' preoccupato, temendo che il padre potesse aver fornito delle idee al figlio; Luigi continuò a vedere quel viso ansioso e decise di correre ai ripari: «riguardo a noi. . . certo che lo meriti, non fare sempre quella faccia da gatto abbandonato per strada», gli diede un altro abbraccio vedendolo un poco commosso, «non saresti qui, come non sarebbe neppure qui tua sorella; pensi che saresti potuto essere qui con mia figlia se non te lo fossi meritato? Oh, Marco, quando imparerai che tu vali molto di più di quel che pensi. . . se tuo padre è andato via non sapeva quel che faceva; è ora però di lasciarlo andare, non trovi?» 

«Non lo so, Luigi, forse sì. . . devo stare attento a essere sereno, non è facile per chi, come me, è stato padre di sé stesso, a volte. . . », Marco ricambiò l'abbraccio, «ho come paura della mia stessa ombra, dovrai avere pazienza con me.» 

«Ce l'ho, ce l'ho. . . ora godetevi il vostro momento; penso che il fidanzamento sia una festa anche più spensierata del matrimonio. . . », si staccò, gli sorrise con un occhiolino, «fai la festa ma sei ancora in tempo per tornare indietro, no? È come lanciarti dal trapezio con la rete sotto.»

«Oh ma io. . . Luigi, per la verità; non ho mai voluto tornare indietro», Marco arrossì, «sto bene con Anna.» 

«Lo so, Marco. . . lo so che tu non la lasceresti mai», Luigi si fece una risata, «credi che non ti abbia conosciuto, fin dal primo giorno?» 

***

Anna, mentre Luigi e Marco parlavano, aveva salutato Ilaria:

«Ilaria, sai che tutti mi hanno fatto i complimenti per il vestito? Siete state bravissime, tu e Nunziata, ma specialmente tu, c'è la tua mano qui sopra; quasi mi convinco anch'io di esser bella. È la prima volta che indosso un abito fatto veramente su di me.» 

«Lo sei bella, Anna, il vestito è solo tagliato bene», Ilaria la guardò con occhio professionale facendo due passi indietro e chinando il viso da una parte e dall'altra, «questo sì: è ben tagliato e ben cucito, non lo dico per vantarmi, ma la figura è la tua, questo è il segreto degli abiti fatti su misura: quello di non far difetto, per quello lo notano e poi. . . », Ilaria le andò vicino, le toccò il corpetto, sentì con i polpastrelli la tessitura, «beh, la stoffa è veramente di qualità, te l'ha consigliata bene la padrona: anche quello fa la differenza; è un tessuto che non aggrinzisce e al sole ha dei riflessi stupendi.» 

Avevano poi fatto alcuni passi per parlare in libertà di stoffe e di vestiti di matrimonio senza essere ascoltate dai due uomini; Ilaria già sapeva il tipo di abito che Anna aveva adocchiato nei vari cataloghi in sartoria, ma mancavano ancora due anni, e insieme avevano commentato la scelta soppesandone i pregi e difetti, visto che si poteva ancora tutto cambiare. Anna, avendo visto l'effetto che l'abito di fidanzamento aveva suscitato in tutti, e vedendoselo indosso, si fidava ormai di Ilaria e delle sue opinioni da sarta, e teneva in alta considerazione i suoi consigli sul tipo di modello maggiormente adatto per la sua figura.

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora