Capitolo 44 (VII). Una tomba vuota

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«Buongiorno don», Anna era entrata in sacrestia dopo la messa e dopo aver visto i chierichetti uscire con la loro "paghetta" un po' in mano un po' in bocca (un pugno di caramelle gommose: per molti ragazzini era il solo incentivo per fare il chierichetto, per i genitori un freno nel mandarli perché si riempivano di zucchero prima di pranzo); voleva finire presto per andare da Marco e si era affrettata perché pensava di cavarsela subito; trovò il don da solo, si stava ancora togliendo i paramenti dopo aver aiutato i chierichetti a togliersi la tonaca e averli pagati; il barattolo pieno a metà di animaletti gommosi era ancora sul tavolo.

«Anna, bene bene. . . », si voltò e le sorrise, «ti aspettavo. Un attimo che metto a posto e sono da te», aprì un cassetto, vi mise la sua stola piegata insieme alle tonache usate dai chierichetti; aprì un'antina e vi pose l'olio e il vino. Si segnò, chiuse. Prese il barattolo delle caramelle, lo tese ad Anna che gli disse «no, grazie don» (in qualità di quasi medico non approvava del tutto questo pagamento in carboidrati ai bambini anche per la salute dentale, ma non volle puntualizzare per quella mattina), il don, invece, ne prese due, ci pensò su, una la rimise a posto e l'altra la mise in bocca e poi ripose il barattolo in un'antina, «Anna, pensavo. . . », disse successivamente con un'aria quasi colpevole per aver ceduto, «per parlare un poco e. . . anche per aiutarmi, mi hanno portato alcuni libri in regalo; vorrei metterli a posto per la biblioteca dei ragazzi. . . mi aiuteresti un poco?»

«Sì, certo, don», ad Anna rincuorò il fatto di fare qualcosa di pratico, forse in questo modo il don non avrebbe avuto molto tempo di stressarla con i suoi dubbi sul matrimonio — ingigantiti anche dalla mamma — che, già sapeva, quel giorno le avrebbe ripetuti, «dove?»

«Nell'aula grande di catechismo.»

Salirono al piano di sopra, andarono nella stanza a fianco del distributore automatico di bibite; al lato c'era un grosso tavolo con sopra alcune scatole aperte, Anna si avvicinò e vide che erano piene di libri per ragazzi.

«Vedi Anna, sono regali di parrocchiani per la biblioteca, sono stati gentili. . . », il don ne prese alcuni, li sparpagliò sul tavolo, «ce ne sono per tutti i gusti», Anna in effetti vide — messi alla rinfusa — classici per ragazzi, narrativa moderna, manuali di lavori, piccole enciclopedie, mescolati a libri di fiabe per bambini e anche fumetti; «possiamo metterli qui, Anna? Ci sono degli scaffali liberi», il don andò alla parete a lato del tavolo dove c'era una libreria componibile — nuova, montata da poco — più che per metà vuota; «cerchiamo di dividerli per età, ma non importa essere troppo precisi. . . », il don si chinò, prese il primo che gli capitò in mano, un libro di fiabe, «vedi qui per esempio: "favole della montagna, cinque-sei anni"; quindi, in basso direi di mettere quelli per bambini così ci arrivano meglio, qui a metà quelli per ragazzini e in alto quelli per ragazzi, qualcosa di questo tipo. . . », ritornò al tavolo, «però per intanto aspettami qui, per favore, vado nel mio ufficio a prendere il timbro della parrocchia»

«Va bene, don, l'aspetto qui, intanto incomincio. . . », il don uscì, ella prese dalla prima scatola i primi libri e grossolanamente, conoscendoli di vista, per averli già letti o semplicemente dal titolo e copertina, li divise in tre pile approssimative: da zero a otto, da otto a dodici, sopra i dodici. Il don arrivò poco dopo con in mano due timbri e il tampone, «brava, Anna, vedo che già hai fatto molto. . . », si sedette, aprì il tampone, prese il primo libro.

«Anna, prima di tutto vorrei dirti che. . . sono soddisfatto nel tenere gli incontri per i fidanzati; quest'anno siete un gruppo molto assortito, ma affiatato, non capita spesso; è un piacere parlare con voi. . . », cominciò a dire dopo qualche secondo, aveva già timbrato alcuni libri partendo dai bambini piccoli, sul frontespizio, sia con il marchio della parrocchia che con la data, per poi rimetterli impilati a fianco, «soprattutto con te e Marco.»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora