Capitolo 51 (IX). La caduta

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«Luca...? Marco mio...», Ilaria riuscì a dire, «Luca?»

«Sì, sì, Luca, Ili», Marco scosse il capo, sospirò, si pulì il naso che colava con il braccio, «non te l'ho mai detto, ma come Silvia ha un Emanuele morto, anche Anna ha un fidanzato morto in un incidente, Luca, a cui assomiglio pure; lei mi ama perché la tratto bene, ma entrambi abbiamo sofferto e Luca è stato il motivo principale per il quale ha cominciato a interessarsi a me...»

«E allora!», Ilaria batté le mani, «non è questa la prova che Anna era il tuo Segno? Sei stato scelto per far del bene, che il suo Luca riposi in pace, così come l'Emanuele di Silvia», si fece il Segno di Croce, «l'eterno riposo, dona a loro, Signore...accettalo, Marco mio, vieni, andiamo a casa...», gli tese le mani.

«Eh, già, Ili...», Marco improvvisamente rise, «stavamo così tanto bene insieme che Dio ci ha fatto dividere per sostituire dei morti; bella roba! No, Dio, no! Questo non ce lo dovevi fare!», lanciò il bastone contro la porta in ferro; il boato echeggiò nella stalla vuota ed essa, con un cigolio, si chiuse a metà; diventò quasi tutto buio; «se anche il Segno era giusto...», si avvicinò a lei e continuò con voce cupa, «ora mi rifiuto, Ili; è il Segno di un  bastardo che non voglio più seguire.»

«No, Marco mio...», Ilaria si fece il Segno di Croce, «Dio ti perdona perché sei sconvolto, ma non bestemmiarlo», ne fece un altro in aria davanti a sé, giunse le mani al petto, si inginocchiò, «fai come me che accetto il Suo volere; se la Madonna mi ha chiesto di dare via Emanuele ci sarà un motivo che non vedo, così come tu devi rimanere con Anna per amarla dopo Luca; accettalo, ma non bestemmiare, ti prego!», chinò poi il capo sulle sue mani giunte, «Madonna Vergine», sussurrò, «date lume a Marco mio, perdonatelo per la sua bestemmia, non sapeva quel che diceva, dategli la forza di accettare il suo Destino», e poi mormorò: «ave Maria, piena di grazia...»

«Non sto bestemmiando, Ili», Marco le parlò sopra con voce fredda, fermo, in piedi davanti a lei; si massaggiava i polsi doloranti per il contraccolpo.

«...con Te, Tu sei la Benedetta...»

«Dio!», alzò il capo,  «sto dicendo solo la verità; a Te faceva comodo avere una serva così, eh? Bastardo!», si morse le dita, «Ah! Per usarla e abbandonarla. . .»

«...benedetto il frutto del seno Tuo...»

«. . .l'hai fatta così ingenua!», chinò il capo, «Ili, fermati!»,

«...madre di Dio, prega per...»

«Smettila!», urlò.

«Marco mio, ma io...», Ilaria lo guardò con occhi  spalancati, piangeva.

«Smettila di pregare un Cielo che non si cura di te!»

«Ma Marco mio...», respirò affannosamente, «siamo stati chiamati entrambi al sacrificio, l'hai detto tu stesso, tu per Luca, io per Emanuele...»

«No, Ili; anche se io sostituisco Luca sono felice con Anna, mi ama, la amo, Elena è un tesoro, ma tu no! Il Cielo avrebbe dovuto salvare anche te, non impedirti di amare Andrea a causa mia e poi toglierti il figlio che stavi crescendo bene.»

«Ma è il completamento del mio Sacrificio...la Madonna me lo chiede...Marco mio, io sono felice nel fare la Sua volontà, anche soffrendo; dovevo espiare...»

«No! Ili, non continuare a mentire!» Marco scrollò il capo, «questi non erano i patti tra noi, non sei felice, il Cielo ti ha usata e dimenticata, e questo io non lo posso sopportare. Entrambi siamo colpevoli di questo amore tra fratelli.»

«Ma Marco mio...», chinò il capo, pose le mani a terra, «sono stata io che mi sono innamorata di te, dopo il funerale di papà, io che ti ho chiesto di non dimenticarmi laggiù al torrente, io...»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora