Capitolo 47 (III). Anna dottoressa

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Ilaria fu invitata con suo figlio in villa per i fine settimana di tutta l'estate, tranne ad agosto quando andò a Colliano: ormai era un'abitudine e aveva la sua stanza sempre pronta; quando non aveva Emanuele, invece, rimaneva a Genova e non voleva che Marco l'andasse a trovare; il loro modo di procedere, sebbene un po' macchinoso, funzionava e dava ad Anna, e alla sua famiglia, una continua rassicurazione sul fatto che, malgrado la situazione con Silvia non fosse semplice, i fratelli si sapessero regolare. Tuttavia Marco, quando stava in villa da solo, con Ilaria a Genova, aveva a volte un'aria più malinconica, uno sguardo assente, come preoccupato di qualcosa; di questo non se ne accorgeva Anna che, anche il fine settimana, molte volte era in servizio per il tirocinio e quando c'era era un po' stanca, ma Luigi.

Ciò che lo faceva più preoccupare non era tanto Marco, ma il fatto che Ilaria avesse cominciato a sorridere forzatamente; se ne accorse perché, quando pensava di non esser vista, la vedeva talvolta sola con Emanuele pensierosa in giardino e poi, appena le si avvicinava, gli faceva un sorriso e sembrava che non pensasse più a nulla; temeva che si stesse tenendo le cose per sé, per non dar fastidio né a Marco né a loro; ciò era positivo nel breve periodo, ma nel lungo non poteva che portare guai.

Incontrava regolarmente Giorgio in trattoria, ma in quei pranzi l'argomento Emanuele veniva poco toccato, sia perché Giorgio non si apriva più di tanto, sia perché egli, come detto, si muoveva — e faceva muovere Andrea e Silvia — nei canoni della legalità; Luigi non gli poteva rimproverare nulla, se non che, secondo lui, Silvia sbagliasse a chiamarsi madre, cosa che, però, non era illegale. Giorgio, avvocato molto esperto, semplicemente continuava ad aspettare il momento giusto per attaccare Ilaria, momento che, però — a suo giudizio — non c'era ancora.

Siccome la situazione di Ilaria e Marco era stabile, ma con nubi all'orizzonte, Luigi — d'accordo con Sara — decise di coinvolgere anche Irene e Franco, perché, visto che la mamma di Marco aveva ormai accettato di diventare moglie di Franco e di prendere casa nell'alloggio dei custodi, sarebbe anch'ella diventata praticamente di famiglia e Luigi voleva che ci fosse totale trasparenza con lei. Prese spunto per parlarne una domenica pomeriggio di fine luglio coinvolgendo anche Sara e Franco facendo una riunione a quattro. I giovani erano tutti andati un giorno al mare ed erano rimasti solo loro in villa, i custodi in carica erano in ferie in Sardegna: erano seduti a un tavolo all'ombra del porticato, Franco aveva servito bibite fresche e biscotti fatti in casa. Era il suo giorno libero ma lo passava con Irene e ciò gli bastava come pausa dal lavoro. Luigi esordì dicendo:

«Signora Irene, sono proprio contento che lei abbia accettato di sposare il signor Franco e di venire con lui a sostituire i coniugi Piras come custodi quando se ne andranno nel 2001. Vedrà che questa è una sistemazione ottima per lei sia dal punto di vista lavorativo — dato che l'albergo dove lavora è a dieci minuti d'autobus —, che umano: potrete vivere insieme in un luogo che credo sia bello e che per la maggior parte dell'anno è vuoto. Come le ha già detto Franco a me basta che siano tenuti in ordine il giardino, la piscina e l'uliveto, che ci sia sempre qualcuno a dare un'occhiata, curare il cane, aprire per dare un po' d'aria alle stanze. . . potrete farvi l'orto, ci sono varie piante da frutto, l'alloggio dei custodi è grande e già arredato, insomma. . . penso che sia una buona sistemazione per il vostro matrimonio.»

«Signor Luigi, io sono sempre molto emozionata. . . », Irene si guardò intorno, cercò lo sguardo del futuro marito che le sorrise, «Franco mi ha fatto questa proposta da quasi un anno, ci ho pensato tanto e alla fine mi sono decisa, ma è anche per me così strano. . . sono abituata a vivere in settanta metri quadrati e qui. . . insomma, persino l'alloggio dei custodi è grande quasi il doppio, per non parlare del resto. Però è anche vero che sarò vicina a mio figlio — specie in estate — e questo mi tranquillizza molto. Franco mi ha convinta e anche la vostra gentilezza mi ha fatto pendere per questa decisione.»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora