Capitolo 44 (IX). Una tomba vuota

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«Quello. . . intendi, Anna. . . »

«Sì. . . intendo proprio quello. . . », Anna ci pensò un poco, capì che al don mancasse un pezzo importante, «lei non ha mai visto Ilaria, neppure in foto, vero?»

«No, in effetti no, perché, è importante?»

«Eccome se è importante! Don, mi creda. . . », Anna alzò le spalle, sorrise, «ho detto che Ilaria è "campagnola", certo, ma. . . bellissima; e lo dico oggettivamente, potrebbe concorrere a "Miss Italia"; poi — è vero — non lo valorizza, non si trucca, non si veste appariscente, capelli legati, gonne lunghe al ginocchio, mai scollata o provocante, ma Marco avrebbe potuto spingere Ilaria al fisico, e Ilaria anche, negli anni in cui non c'ero. Per Ilaria sarebbe stato più veloce di un "amen" sedurlo, da tanto è bella. E invece no! Che fanno una volta che la porta su a Genova e vivono insieme? Il contrario di quel che ti aspetti in due adolescenti innamorati che vivono sotto lo stesso tetto. . . »

«Si aspettano. . . »

«Esatto, don!», Anna incrociò le braccia, lieta di aver fatto passare il punto, «si aspettano! Pensi: per quattro lunghi anni, più di mille e duecento giorni, il mio gattino ha Ilaria sotto gli occhi, sanno di amarsi e non fanno nulla. Ilaria sa di essere bella e sa che Marco la aspetta, fedele. Che fa il suo amore? Che direzione, qual è l'unica direzione che può prendere?»

«Si innamora di più, così come Marco di lei»

«Sì. . . », Anna riprese a camminare, un poco più eccitata, «ho capito l'origine di quell'amore e non mi schifa; mi dovrebbe allontanare, non solo perché è un amore di fratelli, ma è l'amore di una donna, di un'altra donna per il mio uomo, per il mio futuro marito e non è così, non ne sono allontanata. Non sono arrabbiata, non riesco neppure a provare gelosia. I primi tempi ero gelosa, sì, certo. . . perché non avevo capito, vedevo questa sorella un po' invadente, che stava sempre dietro a suo fratello, al mio fidanzato. . . però poi, andando avanti, capendo l'origine del tutto, li ho capiti, ho capito che hanno cercato e stanno cercando in tutti i modi di non cedere alla passione e vedendo questo loro sforzo la gelosia è passata. Perché vedo che essi stessi non vorrebbero cedervi; sanno di amarsi nel cuore ma sanno che amarsi fisicamente, nel loro caso, sarebbe sbagliato. Ilaria lo sa perché vuole per Marco una moglie che lo ami, vuole per lui la famiglia che non ha avuto. . . », si fermò, prese un respiro: «e la moglie di Marco. . . sarò io.»

Il don tamburellò sulla Bibbia che teneva in grembo, non sapendo ancora che dire, la guardò intensamente come per sincerarsi che fosse realmente in sé; Anna si accorse di questo sguardo indagatore e disse:

«Mi trova pazza don, vero? Lo so. . . lo so che sta per dire che sono matta o qualcosa del genere, che il dolore di Luca mi ha ammattita, ma è così, io sposerò Marco perché ho accettato nel profondo del cuore che loro due si amino e in un certo senso lo approvo, o, meglio, lo approvo perché l'ho compreso.»

«Anna, ma tu lo comprendi perché semplicemente vuoi soffrire, tutto qui: continui a voler soffrire. Non ci vedo pazzia, no. . . io sto vedendo solo una donna che ha sofferto e che vuole soffrire di nuovo per ricreare la sofferenza di Luca, per dire a sé stessa: "sono forte, sono sopravvissuta e ce la posso fare ancora!". Ma perché? Perché volerti mettere alla prova?»

«No, è diverso, don. Sono due dolori molto diversi; non è che voglia soffrire; io so che se soffrirò sarà per un motivo che conosco, che ho compreso nel profondo, non per un Dio che mi ha dato del dolore a caso. . . o non caso ma per una ragione che va fuori della mia comprensione e che io giudico a caso; e questo mi fa molta meno paura. Capisce? Il dolore di Luca è stato all'improvviso, dato da un Dio che non capivo; il dolore di Marco, se avverrà, sarà per una ragione che conosco e che posso perdonare.»

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora