Capitolo 42 (V). Il fidanzamento

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«Ilaria. . . mi avevi promesso di non arrabbiarti», Luigi le disse un poco severamente, ma sorridendole, «vieni qui, avvicinati. . . », le prese le spalle, la fece girare, «vedi Marco tuo laggiù insieme a mia figlia?», indicò la coppia a una decina di metri da loro.

 «Sì. . . », Ilaria si soffermò a guardarlo mentre, imbarazzato, dava la mano e salutava tutti gli ospiti cercando di apparire a suo agio, ma che, si vedeva, avrebbe voluto essere da tutt'altra parte. «Povero Marco mio. . . », sorrise, «dev'essere dura per lui oggi stare al centro dell'attenzione. . . ma lo vedo felice!», si girò verso il dottore, sorridendo, «non lo vede anche lei felice?»

«Sì, certo, è felice», commentò Luigi, ma poi la fece di nuovo girare, «però...guardalo bene, Ilaria; è veramente felice, rende felice mia figlia a fianco e per me questo è un giorno bello, ma. . . la sua felicità è condizionata dalla tua. . . questa è la ragnatela che tu, Ilaria, gli stai mettendo addosso.»

«Dice? Io. . . signor Luigi, cerco con tutto il cuore di non fargli pesare nulla; non voglio che Marco mio soffra per me. Mi sono sacrificata per lui, non basta?»

«O, basta, eccome! Fin troppo. . . », Luigi le sorrise, «ma è proprio questo il punto; tu, Ilaria, non te ne rendi forse conto, ma il tuo sacrificio è una ragnatela per Marco. Perché lui si sente legato a te, non può essere felice se tu non lo sarai.»

«Perché non dovrei esserlo, signore?», Ilaria camminò verso l'ulivo vicino, si appoggiò al tronco, Luigi la seguì, Ilaria chiuse gli occhi a fessura e guardò il mare che, in quel mattino di fine giugno, era come una lastra d'argento accecante. «L'ho dato ad Anna: non è stato facile per me, ho seguito il Segno della Madonna, gliel'ho detto, anche per Andrea, non è stato bello far l'amore senza amore, ma. . . ho mio figlio, è la mia missione, sarò felice per tutti e due, farò la mamma di Emanuele e la sorella di Marco mio: questo mi basta», si girò verso il dottore che l'aveva seguita e le stava a fianco; «lo sa, vero?» 

«Ma la Madonna ti ha chiesto anche di tenerti Marco prigioniero, Ilaria? O. . . questa è una tua interpretazione?», le cinse il braccio alla vita, le sorrise, «scusa, eh? Non voglio mancare di rispetto alla tua Fede. . . giusto per sapere. . . » 

«Io. . . », Ilaria si appoggiò al tronco, il legno le graffiava un poco la guancia, ma il suo odore le piaceva, le ricordava Colliano, il suo Sacrificio sotto gli ulivi, «sono stata io a chiedere alla Madonna di tenermi l'amore per Marco mio mentre le offrivo la verginità. Questo sì», si girò verso di lui, ricominciò a lacrimare: «non mi veda male, la prego. L'amore per Marco mio è l'unica cosa che mi è rimasta dei nostri sogni da ragazzi, insieme a quello per mio figlio. Gli unici due amori della mia vita; non mi chieda di rinunciare a quello per Marco mio.» 

«No, non te lo chiedo, anzi», Luigi le diede una carezza, le sorrise proprio come un padre: «Ilaria. . . parliamoci chiaro: come ti ho detto forse Marco ne ha bisogno del tuo amore, tu stai in allerta, come un ragno sazio, ma. . . Marco tuo è saldamente nel bozzolo nella tua ragnatela, non lo lasci andare. Il sacrificio e la ragnatela vanno di pari passo in te, sono convinto che tu sia in buona fede, ma sappi che. . . una ragnatela non libera. Al contrario, vi legherà sempre di più. Lo capisci questo?»

«Sì, lo capisco. . . », Ilaria sentì la carezza di Luigi, vi appoggiò di più la sua guancia, godendosi quel contatto non giudicante e paterno; era da tanto — sette anni — che un uomo non le dava un gesto simile, suo padre morente, le venne da piangere perché c'era altro, non voleva rattristarlo in quel giorno, ma sentì di doversi aprire: gli sorrise mentre lacrimava; «ma. . . non mi chieda perché, io però. . . ho l'impressione che la Madonna mi abbia concesso di amare ancora Marco mio perché io e lui. . .», prese un respiro profondo, «dovremo compiere una parte insieme con il nostro amore; non so quale, non me la chieda, Lei non me lo dice ma. . . il nostro Disegno non è ancora finito», afferrò la mano che le teneva la guancia al polso, vi si appoggiò con il suo viso; «non voglio farla star male, non l'ho detto né ad Anna né a Marco mio, ma. . . » 

Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora