Ilaria prese con sé Gaia mentre Giulia e Nicola andarono al bar; dopo una decina di minuti Gaia e Ilaria scesero, Gaia era eccitatissima e disse:
«Mamma, ma lo sai quanti vestiti ci sono dentro? Almeno così!», e aprì entrambe le mani come per dire "tanti", «e sono tutti belli, e la zia Ilaria li sa fare tutti, io ne voglio uno di questi, zia Ilaria me l'ha promesso, vero zia? Vero? Vero che me ne fai uno? Vero? Vero zia?»
«Ilaria, dimmi», le disse Nicola rassegnato, mentre nello stesso tempo faceva un cenno al barista, «dimmi che è stata zitta almeno un secondo. Gaia per favore. . . scusa Ilaria, proprio non la riusciamo a fermare.»
«Oh, Nicola, stai tranquillo», Ilaria sorrise, «di sicuro tiene compagnia. . . », li guardò poi riconoscente, «grazie di esser venuti a salutarmi prima di partire, mi fa tanto piacere. . . »
Il cameriere portò al tavolo tre succhi d'arancia, un tè alla pesca e poi quattro toast, «grazie. . . non dovevate, vi siete disturbati. . . », Ilaria disse, commossa.
«Stai su Ilaria, sei così magra, devi mangiare. . . », Nicola le disse, quasi paterno, «non ci pensare neppure. Gaia, è troppo grosso? Vuoi che papà te lo tagli?»
«No, papà; sono capace. . . », gli rispose la figlia risentita, «io sono grande, posso mangiare il toast grande, ho tanto così!», aprì la mano con quattro dita e mezzo, «vero mamma?»
«Sì. . . sappiamo che sei grande», disse Giulia, anch'ella un poco rassegnata, «però fatti aiutare, altrimenti lo fai cadere, vieni qui, per non sporcarti. . . », le mise un tovagliolo sul colletto e poi glielo divise comunque. Nel frattempo che la mamma stava attenta alla piccola Nicola volle parlare con Ilaria:
«Ilaria come andiamo? Ti vedo giù. Silvia è venuta stamattina a prendersi Emanuele?»
«Sì, Nicola, è venuta. . . ma. . . », Ilaria non voleva farsi vedere triste dalla bimba, si girò, prese un po' di succo sperando che la freschezza la tirasse su, ma non fu così.
«Ehi Ilaria», Nicola la scosse un poco con il braccio, «perché sei così? In che modo è venuta? Che hai?»
«È venuta, ma continua a chiamarsi "mamma" e questa volta addirittura ha detto che c'è una mamma sola di Emanuele. . . e quella è lei, perché ha sposato Andrea. . . »
Ilaria cominciò a lacrimare, era a fianco di Gaia e di Nicola, si girò un poco per non farsi vedere, appoggiò il gomito al tavolo e la mano al viso, «io. . . mi fa paura la tua ex moglie, Nicola.»
Nicola mangiava il toast, si pulì la bocca, le chiese: «Hai parlato con tuo fratello?»
«No, Nicola, ieri sera era tardi, forse non ha avuto tempo, era con Anna, lo sentirò stasera.»
Nicola bevve un po' di succo, le prese la mano sul tavolo, la scrollò un poco: «senti Ilaria, la situazione è grave, l'ho detta a tuo fratello, ma dovete muovervi, quella non ci sta più con la testa!»
Ilaria guardava in basso, non riusciva a mangiare, era silenziosa e triste, anche Giulia che aveva finito di fare i pezzi per Gaia disse: «Sì Ilaria, ascolta mio marito; lui la conosce bene Silvia, ci ha vissuto dieci anni, non farti mettere i piedi in testa. Sei la mamma.»
Ma Ilaria non rispondeva, anche Giulia le prese la mano sopra quella di Nicola, le volle far sentire il calore di una nuova amica, anche se presto sarebbe andata via. Nicola proseguì:
«Ilaria mi ascolti? Hai sentito cosa ti ho detto? Io quel che posso fare faccio, mi dispiace che Silvia si comporti così con te, non è più la Silvia che conosco e che ho sposato. Tra poco partiamo, Ilaria, però hai i nostri numeri, teniamoci in contatto: non lasciarti prendere il bambino, se c'è bisogno di venire a testimoniare in tribunale io ci sono.»
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Dolore e perdono (Parte VII. La tragedia)
General FictionSettima parte del romanzo "Dolore e Perdono" (nove in totale) Una storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rin...