Quando si dice il destino. Due persone si scontrano per caso ma che hanno cambiato per sempre le loro vite.
Questa è una storia di pura finzione. Può riportare o no le vicende del manga di Tokyo Revengers. I personaggi appartengono a Ken Wakui e Ko...
T/n aveva appena scoperto che Miyako aveva avvelenato Saito per liberarsi dalla sua schiavitù e rubato una parte dei guadagni della Tenjiku per vendicarsi della sconfitta di Yagi il suo amato. La Regina e Kakucho si erano recati nella sala del trono insieme agli altri guardiani attendendo ordini del Re. Izana intanto, dopo aver saputo la vicenda da Yamada, era andato in giro senza una meta per scaricare via la rabbia, t/n aveva provato a fermarlo ma senza successo. Nel rifugio si sentiva un mormorio di persone che commentavano l'accaduto, erano arrabbiati e non vedevano l'ora di contrattaccare. T/n li guardava mentre batteva le unghie sui bracci del trono. 'Cosa posso fare adesso? Se facessero del male a Miyako non me lo perdonerei mai ma al contrario se infrangessi la regola farei la figura della codarda. Mi vorranno sbattere fuori e Izana mi lascerà. Merda che guaio!' Kisaki capiva che la ragazza era in sovrappensiero e provò a parlarle: "Si sente bene Regina? Vuole che le porti qualcosa?" "No grazie." rispose t/n uscendo dalla trance sbattendo gli occhi. "Va bene come desidera." rispose il ragazzo per poi allontanarsi. Intanto Kakucho che stava lì in piedi accanto gli lanciò un'occhiataccia.
Akane era tra la folla insieme a suo fratello Seishu e amico di infanzia Koko. Non sapeva nulla di cosa fosse successo ed era strano perché avrebbe dovuto essere la prima a saperlo. A quanto pare Miyako era stata così brava a nasconderlo da non aver lasciato tracce. Yamada lo aveva scoperto quando trovò Saito morto a casa sua e chiamò Izana al cellulare proprio quando era con la bionda in ufficio. "Perché Kakucho lo ha saputo ed io no?" disse la ragazza cercando di chiarire la situazione. Lo guardò scrutandolo con gli occhi, ci doveva essere per forza un'altra persona oltre a Yamada che sapesse della situazione. 'Che quella persona stia cercando di metterci i bastoni tra le ruote?' "La cosa positiva è che il quartiere di Shinjuku è dove le entrate sono minori. Se avesse rubato da altre parti sarebbe stato peggio." disse Koko, lui era incaricato di tenere sott'occhio il fondo cassa di tutte le altre città, in mano a lui non erano mai capitati dei furti. Nessuno poteva prevedere un imprevisto del genere. "Mah sono dei coglioni. Farsi fregare da una donna no?" aggiunse Hanma intromettendosi per origliare e prenderli in giro. "Nessuno ha chiesto il tuo parere." rispose Inui dandogli le spalle ed allontanarsi da lui.
Ad un certo punto si sentì la porta aprire, qualcuno stava entrando nel rifugio, tutti in silenzio e t/n si alzò dal trono con il cuore che le batteva forte, non aveva ancora deciso come comportarsi. "Hey ragazzi cosa sono quei musi lunghi? Sono venuto a trovarvi!" Era Mucho il quale era finalmente uscito dall'ospedale. Una visita inaspettata ma che aveva tirato tutti su di morale. Tutti urlavano in coro il suo nome per dargli il bentornato, lo abbracciavano e acclamavano. Anche t/n si avvicinò a lui per salutarlo. "Grazie al cielo stai bene!" disse la ragazza dandogli un abbraccio. "Sei in gran forma Mucho il magnifico." disse Rindou. I guardiani se lo tiravano a destra e sinistra come un burattino uno per uno. "Quando sei uscito dall'ospedale?" domandò Mocchi piazzandosi davanti a Ran e spostandolo con il gomito. "Ieri sera, la ferita si è chiusa ma se non sto attento rischio di perdere altro sangue." "Immagino non ne potevi più di fare il morto in un posto del genere." Ran aveva risposto al colpo con il suo bastone e si appoggiò sulla spalla di Mucho. "Che bello riaverti qui tra noi!" aggiunse Kakucho stringendogli la mano. Il loro compagno di avventure era tornato in carica dopo aver rischiato la morte. "Si tutto fantastico ma dov'è Izana?" domandò Mucho guardandosi intorno e non notando la sua presenza. Gli altri si lanciavano sguardi tra di loro cercando di trovare una risposta senza spaventarlo. "Al momento non lo sappiamo ma dovrebbe essere qui da un momento all'altro." rispose t/n, a sentirlo nominare le venne una fitta al petto. Le era salita di nuovo l'ansia. "Ti ha lasciata qui strano, non lo farebbe mai."
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