Capitolo 9

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Justin corre verso l'allenatore e inizia a giocare con gli altri. È bravo, davvero bravo. Distolgo lo sguardo quando mi ricordo di essere venuta qui con Ashley e che l'ho lasciata sola. Guardo dove eravamo sedute prima, ma non è lì. Ah, bello.

«Bene ragazzi. Per oggi abbiamo finito, domani continuiamo.» Dice ai ragazzi per poi rivolgersi a me. «Madison!» Urla l'allenatore ed io mi avvicino. «Tocca a te adesso.» Cammino verso di lui sbuffando.
«Sistema tutti i palloni. Se vuoi cerca qualcuno che ti aiuti.»

«La aiuto io.» Dice qualcuno alle mie spalle. La sua voce... Justin.

«Bieber, finalmente stai indossando i pantaloni aiutando una signorina.» Dice l'allenatore incrociando le braccia.

«Sì, coach. È la prima volta che non ho bisogno di abbassarmi i pantaloni per aiutare una signorina. Anche se devo ammettere che quando lo faccio sono più soddisfatte.» Ridacchia malizioso e mette una mano sulla mia schiena per farmi avanzare. Il suo tocco mi da quasi la scossa.

Reprimo anch'io una risata per l'espressione quasi sconvolta del signor Jones. Quando arriviamo al mucchio di palloni, io inizio a raccoglierli mentre Bieber è dietro di me e mi sta solo guardando.

«Bieber, aiutami.» Dico mettendomi davanti a lui.

«Con o senza i pantaloni?» Dice sorridendo ed io gli lancio un pallone che lui prontamente schiva. Uffa.

«Puoi tenerti i pantaloni.» Alzo gli occhi al cielo e mi giro nuovamente a raccogliere i palloni. «Non mi aiuti? Perchè sei venuto allora?»

«Per stare con te.» Fa spallucce.

Sospiro. «Senti Bieber-»

Lui mi interrompe. «Justin, piccola. Justin.» Mi corregge.

«Bene, Justin» Scandisco il suo nome. «se mi aiuti usciremo prima di qui e ci potremo separare, non litigare e tu potrai tornare ad evitarmi.» Mi porto le mani ai fianchi. «D'accordo?»

E come se avesse ignorato tutto quello che ho appena detto, si avvicina ad una sedia e si siede su di essa. «Mi piace il fatto che mi parli così.» Dice con un sorrisetto divertito.

«Ti piace anche un pugno in piena faccia?» Justin si avvicina pericolosamente a me, poggiando la sua fronte sulla mia.

«Non giocare con me, Maddy, è come ballare con la morte.» Sussurra a denti stretti, guarda le mie labbra e poi i miei occhi.

Lo guardo per un attimo negli occhi e poi scoppio a ridere. «Ma per favore.» Indietreggio scuotendo il capo. Lui mi guarda accigliato. «Finiamo di sistemare. Ti chiedo solo questo.» Piagnucolo.

Justin inizia a sistemare i palloni senza dire nulla, io intanto metto le racchette da tennis dentro le scatole. Manca l'ultimo scatolone che è gigante, quindi mi metto davanti ad esso e inizio a spingerlo, ma niente, non si muove.

«Stupida scatola.» Borbotto arrabbiata.

«Serve aiuto?» Chiede Justin venendo vicino a me, io lo guardo dubbiosa.

«Uhm bene...» Dico e lui fa una smorfia.

«È un SI o un NO?» Aspetta la mia risposta con le le sopracciglia inarcate.

«È un sì.» Rispondo guardando lo scatolone.

Justin lo sposta senza problemi, certo. È 1.80 di muscoli e sensualità.

«Perfetto, adesso andiamo.» Dice lui aprendo la porta e si sposta di lato per farmi passare. Okay, io sono strana oggi, ma senz'altro lo è anche lui.
Prendo la mia borsa ed esco dalla porta, la quale viene chiusa da Justin.

«Finalmente!» Alzo le braccia in segno di vittoria. È estremamente tardi, voglio solo andare a casa e correre nella mia stanza o in quella di Jake, mio fratello.

«La piccola Stevens ha così tanto fretta di andarsene in camera nostra?» Dice venendo accanto a me mentre io cammino fuori dal campus. Non mi piace che mi vedano con lui; i pettegolezzi girano veloci alla Hamilton High School.

«No, starò a casa mia questo fine settimana.» Gli dico semplicemente stringendo la tracolla della mia borsa.

«Verrai alla festa di stasera?» Domanda cercando di sembrare indifferente. È così strano conversare con lui senza volerlo uccidere.

«Non ho bisogno di altri problemi, ne ho già troppi. Non mi piacciono molto le feste, l'alcool e... tutto questo.» Gesticolo e lui mi guarda storto.

«Sei così tanto vergine?» Dice sorpreso. «Non credevo che i pettegolezzi su di te fossero veri, sei tutto il contrario di tuo fratello.» Ridacchia ed io lo guardo accigliata. La sua espressione divertita non cambia ed io chiudo gli occhi per qualche secondo.

Pettegolezzi? Vergine? Riapro gli occhi e gli rivolgo un'occhiata interessata, aspettando che continui a parlare ma lui si limita a fare spallucce e continuare a camminare.

«Che?» Dico esasperata. Perché mentono? Ho 18 anni, non 15, è quasi ovvio che non sia vergine. Avevo voglia di distruggere un paese intero quando si era diffuso il pettegolezzo che io e Justin avevamo condiviso 'una notte di passione' qualche anno fa. Per me era imbarazzante, per lui invece era un altro trofeo da aggiungere alla sua collezione.

Ad ogni modo, prima pensano che io abbia fatto sesso con Justin quando avevo quindici anni e adesso che ne ho diciotto credono che sia vergine? Cos'ha in testa la gente?

«Dovresti divertirti di più e non essere così.... tu.» Dice il molto intelligente. «Non sai come ci si diverte.»

«Se divertirmi significa ubriacarmi, drogarmi fino a perdere conoscenza o scopare con chiunque, preferisco essere noiosa.» Sorrido soddisfatta per la mia risposta.

«Sei diventante una piccola stronz-» Si interrompe.

«Cosa stavi per dire?» Dico furiosa mentre lui mi guarda con fare divertito. Nego con il capo e inizio a camminare più velocemente, per allontanarmi da lui.

«Non metterti contro di me!» Urla da lontano ed io quasi scoppio a ridere di nuovo.

«Sei ripetitivo, Bieber.» Gli urlo di rimando.

«Metto solo le cose in chiaro, moretta.» Gli faccio il medio e continuo a camminare.

Questo ragazzo è sempre più strano.

My Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora