Capitolo 47

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«E tu devi essere Madison!» Esclama sorridendo. «Mio figlio è riuscito ad incastrarti allora.» Ridacchia. «Sei addirittura più bella di come immaginavo.»

Rivolgo alla donna un sorriso imbarazzato, mentre mi avvicino e le stringo la mano.

«Sì, sono Madison. È un piacere conoscerla.» Mormoro gentilmente, cercando di non far trasparire il mio nervosismo.

«Il piacere è tutto mio, tesoro.» Sorride lei. «E per favore, dammi del tu, non sono così vecchia.»

Annuisco e Justin ridacchia, per poi farmi cenno di seguirlo all'interno della casa, mentre Pattie continua a sorridere a trentadue denti.

La villetta è accogliente e ben arredata, piena di foto e decorazioni natalizie. Mi guardo attorno alla ricerca di qualche foto di Justin da piccolo, quando sento gli sguardi dei due presenti posarsi su di me.

«Ha-» Mi correggo da sola. «Hai una casa bellissima, Pattie.»

Lei sorride. «Grazie, cara. Se vuoi puoi iniziare a sistemare le tue cose in cam-» Justin non le permette di concludere la frase, interrompendola con fare autoritario.

«Nella mia camera. Puoi sistemare le tue cose nella mia camera, piccola.» Pattie nega con il capo e poi si lascia scappare una risatina.

Ridacchio anch'io e annuisco. «Grazie ancora.» Il biondo fa una smorfia e prendendomi per i fianchi, mi spinge in avanti, verso le scale.

«È un piacere averti qui, sul serio. Mi sento così sola con Justin a San Diego, Jaxon sempre impegnato con la squadra e Jazmin con il suo nuovo ragazzo.» Esclama Pattie. «Questa casa è sempre deserta, specialmente ora che i miei genitori stanno festeggiando la loro seconda luna di miele.»

Justin aggrotta la fronte e alza una mano in aria. «Da quando Jazzy è fidanzata? Chi è il bastardo? Lo conosci? Quanti anni ha?»

Pattie ride e si sorprende nel vedermi fare lo stesso; conosco Justin come le mie tasche, e il suo lato "protettivo" non mi è affatto nuovo.

«Te ne parlerà lei, non farle il terzo grado.» Gli dice e lui annuisce sbuffando.

«Quando tornano tutti?» Brontola, mettendo le braccia conserte.

«Jazmin e i nonni dovrebbero tornare tra qualche ora, mentre Jaxon tornerà domattina.» Spiega la donna.

Se tutta la sua famiglia è come lei, non vedo veramente l'ora di conoscerla!

Mi aspettavo che sua madre mi guardasse con sufficienza e non mi facesse sentire a mio agio perché, beh, sapete com'è: le mamme sono sempre un po' gelose dei loro figli maschi. Invece mi ha accolto con grande felicità ed è la persona più gentile che io abbia mai conosciuto.

«Adesso vi lascio liberi per un po', devo andare a fare una commissione.» Ci comunica e dopo averci salutato, esce dalla porta d'ingresso.

Justin non perde neanche un secondo e mi spinge verso di lui, sorridendo. «Allora? Stai per andare in iper ventilazione o va tutto bene?»

«Tua madre è fantastica.» Rispondo sollevata.

«Eh sì, d'altronde non poteva non esserlo: è mia madre.» Commenta il cretino con aria compiaciuta, facendomi ridere. «Se smetti di ridere di me, ti faccio vedere la mia stanza.»

Mi prende per mano e mi trascina sù per le scale, facendomi poi entrare in una stanza non molto grande ma neanche troppo piccola. Le pareti sono blu e il suo letto è ad una sola piazza.

Sono troppo occupata a guardarmi attorno che non mi accorgo che Justin sta sistemando le nostre valigie sotto il letto.

«Dovremmo svuotarle prima, sai?» Gli dico mettendomi le mani sui fianchi e sfoggiando un sorrisetto divertito.

«Le ho salite e le ho pure messe sotto al letto, pensaci tu a svuotarle, donna.» Esclama scherzoso, buttandosi sul letto.

Alzo gli occhi al cielo e mi chino per riprendere le valigie da sotto al letto, quando Justin mi spinge accanto a lui.

«È così strano averti qui, piccola.» Dice semplicemente ed io arriccio il naso. «Cioè, è fantastico, ma strano. Non avevo mai portato nessuna a casa, nessuna aveva mai conosciuto la mia famiglia, nessuna era mai stata su questo letto.»

Lo guardo imbambolata e mi lascio scappare un sorriso a trentadue denti, mentre lo ascolto parlare.

«Essere la prima sarà un'onore.» Gli do un bacio sulla fronte. «Sono davvero felice di essere qui.» Bisbiglio a un soffio dalle sue labbra.

«Lo sono anch'io.» Sussurra a sua volta prima di unire le nostre labbra. «Non sai quanto.» Inizia a baciare il mio collo ed io ridacchio. So cosa ha in mente.

«Non avrai davvero intenzione di farlo con tua madre in casa?»

Justin scuote la testa divertito. «Ha detto che usciva, o sbaglio?»

Ridacchio e porto le mani contro il suo petto. «Voglio dormire un po', Justin.»

«Allora dormiremo soltanto, capo.»

My Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora