Capitolo 28

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La bocca di Justin si avvicina al mio orecchio, facendomi fremere.

«Andiamocene da qui e ti darò il tuo premio per aver vinto.» Mi sussurra con voce roca e sexy. Dopodiché, mi prende la mano e intrecciando le nostre dita mi fa segno di seguirlo.

Guardo le nostre mani e trattengo un sorriso. «Di qua» Mi suggerisce ed io alzo lo sguardo verso di lui. Mi stringe la mano e mi tira verso una rampa di scale.

Non vuole portarmi in camera per fare sesso? Ridacchio a quel pensiero e continuo a camminare dietro di lui.

Appena arriviamo sul terrazzo dell'istituto, non ho neanche il tempo di fare qualche apprezzamento sul cielo meravigliosamente stellato che Justin mi avvicina al suo petto e mi avvolge i fianchi con le braccia. Le parole mi muoiono in gola quando lo vedo avvicinarsi pericolosamente a me, fino a far scontrare le nostre labbra. Mi spinge contro la porta e gemo al contatto con il metallo bianco e freddo. Mi stringe il sedere tra le mani e lo sento ridacchiare quando spalanco la bocca sorpresa.

Adora il potere che ha su di me.

«Piccola...» Ansima e inizia a baciarmi il collo. Mi accarezza la coscia e la porta a livello dei suoi fianchi. Quando la sua mano si avvicina alle mie mutandine, il rumore della maniglia ci fa sussultare.

Sento le mie guance ardere mentre Justin rende i suoi occhi due piccole fessure. Mi prende per fianchi e mi sposta dalla porta.

«M-mi dispiace...» Balbetta Finn, un ragazzo del campus che è mano nella mano con una ragazza.

Justin serra la mandibola e chiude gli occhi per qualche secondo senza spostare le mani dai miei fianchi, respira profondamente come se stesse cercando di controllarsi e poi li riapre.

«Va' via, Finn.» Grugnisce e il ragazzo annuisce un po' impaurito. «Anzi no, ce ne andiamo noi.» Si corregge.

Lo guardo confusa e lui mi prende nuovamente la mano, portandomi giù per le scale. Entriamo in camera nostra e mi ritrovo per l'ennesima volta contro la porta.

«Dove eravamo rimasti?» Chiede baciandomi lentamente su entrambe le guance. «Ah sì.» Dice poi, iniziando a lasciare baci umidi sul mio collo.

Inizio a sfilargli la camicia e la lancio da qualche parte della stanza. Passo le mani sui suoi addominali scolpiti e quando lo vedo sorridermi, inizio a baciargli il collo.

Mi sfila la sua giacca di dosso e mi ritrovo in bikini davanti a lui.

Dove diavolo ho lasciato il mio vestito?

«Sono quasi impazzito nel vedere gli altri ragazzi mangiarti con gli occhi.» Sussurra sulle mie labbra.

«Dimmi che non hai picchiato nessuno...» Piagnucolo e lui ridacchia.

«Mi sono limitato a far capire loro che tutto questo è mio.» Mi bacia lentamente e fa scontrare il suo bacino con il mio. Mi slaccia la parte superiore de bikini e rimane per qualche secondo a fissare il mio seno. «Facciamo in modo che i vicini imparino il mio nome, piccola.» Avvampo e mi mordo il labbro.

Mi fiondo sulle sue labbra e ci lanciamo sul suo letto, lui sopra di me. Si separa dalle mia labbra per qualche secondo, depositando piccoli baci su entrambi i seni per poi scendere lungo il mio ventre fino ad arrivare all'estremità superiore del pezzo di sotto del bikini. Gemo e allungo le mani per slacciare i suoi pantaloni. Gli accarezzo la schiena e lui mi sfila le mutandine, e in fretta, si sfila anche i boxer.

Allunga un braccio sul comodino e prende un preservativo dal cassetto. Mi mordicchio il labbro e lui si inumidisce le labbra, posizionandosi tra le mie gambe.

Mi bacia sulla fronte poco prima di entrare dentro di me con una spinta decisa.

Justin's Point Of View

Entro finalmente dentro di lei e socchiudo gli occhi.

Dio, si sta così bene.

Mi muovo dentro e fuori di lei e la sento gemere forte, mentre mi stringe le spalle con le mani. Diversi grugniti escono dalla mia gola ogni volta che entro di impatto in lei.

La prendo per la nuca e la avvicino a me per baciarla. Geme nella mia bocca e si separa dalle mie labbra quando entro completamente e mi fermo per qualche secondo.

«Justin» Geme ed io la avvicino di più per baciarla. Con la mano destra mi appoggio alla testiera del letto, provocando un rumore sordo ogniqualvolta essa sbatte contro il muro.

Le gambe di Madison mi avvolgono i fianchi e la vedo socchiudere gli occhi quando sta per venire. «Justin!» Urla sfinita, proprio come me. Esco lentamente da lei e mi stendo al suo fianco, avvolgendola con le braccia.

Le bacio la tempia e chiudo gli occhi. «Mi dispiace...» Sussurro e lei si volta a guardarmi.

«Per cosa?» Si morde il labbro ed io mi trattengo dal farla mia di nuovo. Noto che le sue labbra sono rosse e gonfie e socchiudo gli occhi.

«Siamo... noi, sì, siamo amici. Non... non avremmo dovuto.» Le parole escono dalla mia bocca con difficoltà e dopo averle dette, mi si forma un groppo in gola.

Lei mi guarda senza lasciar trasparire nessuna emozione e si volta a guardare il soffitto. Fa un respiro profondo e si alza dal mio letto, infilandosi nel suo.

Ho rovinato tutto. Come sempre.

My Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora