Capitolo 10

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Già da oggi avremmo potuto vivere nell'istituto e sono alquanto nervosa. Questo posto è come una piccola città: ci sono diversi edifici come il laboratorio di chimica, la grande biblioteca, un piccolo supermercato, diversi bar e ristoranti e molto altro. Non sarà tanto male vivere qui dopotutto.

Mi sveglio con un salto, guardo verso il calendario accanto al mio letto e noto che è venerdì, l'ultimo giorno della settimana scolastica. Finalmente. Dopo questa giornata mi potrò rilassare.

Mi sgranchisco le braccia e guardo l'orologio. «Sono in ritardo!» Impreco e mi precipito giù dal letto veloce come un fulmine.

Le lezioni sono già iniziate da 30 minuti. Merda.

Entro nella doccia spogliandomi velocemente e una volta uscita, indosso una gonna a vita alta e una camicietta. Mi trucco leggermente ed esco di casa correndo, e abbassando la gonna ogni volta che si alza.

Attraverso i corridoi della scuola fino ad arrivare alla mia classe. Fortunatamente è la stessa dell'anno scorso e non ho dovuto impiegare un'ora per cercarla.

Mi aggiusto un po' prima di sporgermi verso la finestrella che c'è sulla porta chiedendo con lo sguardo il permesso di entrare al professore, che nega bastardamente con la testa.

Porgo le mie mani in segno di preghiera, non voglio ascoltare la vita della segretaria un'altra volta mentre mi scrive il permesso, ma nega di nuovo.

Mi dirigo verso la segreteria rassegnata. Devo giustificare un ritardo e spero che il preside sia di buon umore e non mi castighi. Entro e vedo Marta seduta sulla sedia della sua scrivania. La signora alza lo sguardo dalle sue scartoffie e mi guarda. «Madison Stevens, un'altra volta?» Annuisco e mi siedo difronte a lei.

«Ciao Marta, bene... ho bisogno che mi giustifichi un ritardo... uhm?» Dico velocemente non volendo perdere l'intera lezione.

«Perché il ritardo, Stevens?» Dice incrociando le braccia ed io sospiro.

«Mi sono alzata tardi, solo questo.» Abbozzo un sorriso. Marta mi guarda male, ma prende comunque un foglio e una penna. Dopo dei minuti che sembrano interminabili, me lo passa ed sorrido, catapultandomi fuori dalla porta.

Quando mi rendo conto di quanto sia stata maleducata, rientro velocemente e le rivolgo un sorriso imbarazzato. «Grazie Marta!» Ed ecco che esco di nuovo correndo.

Mostro il permesso al professore ed entro, lui mi guarda alzando un sopracciglio ed annuisce. Riduco le labbra ad una linea mentre cammino per la classe cercando un posto.

Preferisco sedermi per terra quando mi rendo conto che gli unici posti liberi sono vicino Justin o Mayd, l'ex di Jake (non ci siamo mai piaciute). Cammino verso il posto libero, poso la borsa sul banco ma lui nega con la testa.

«Aspetto qualcuno, bellissima. È  occupato.» Lo guardo male. Justin sta mentendo, vuole solo vedermi arrabbiata.

«Allora peccato che è l'unico posto vuoto ed io devo sedermi.» Gli sorrido ironica e Justin ricambia il sorriso.

«No piccola, mi dispiace.»
Lo ignoro completamente e mi siedo, mentre Justin ride e si gira guardando il professore.

La lezione passa molto lentamente, mentre Justin continua a disturbarmi: mi tocca il braccio, posa la sua testa sulla mia spalla, incrocia le sue gambe con le mie ed io lo allontano continuamente.

«Oh Justin, sembri un bambino!» Borbotto arrabbiata.

«Sono annoiato, lasciami in pace.» Sussurra lui al mio orecchio.

La campana ci avverte che è appena iniziata la ricreazione e tutti ci alziamo rapidamente, però il professore ci ferma.

«Ragazzi, ricordate che da oggi potrete stare nelle vostre stanze.» Justin mi lancia uno sguardo.

Esco dalla classe e inizio a cercare Ashley per i corridoi, fuori dalla scuola, nei bagni, persino sul tetto ma non riesco a trovarla. «Perfetto, adesso sono sola!» Faccio una smorfia e scendo le scale cercando la camera numero 276. Appena la trovo, busso e la porta si apre. Justin è già lì.

«Benvenuta, Mads» Mi sorride. Lo ignoro e mi sdraio su quello che dovrebbe essere il mio letto, visto che l'altro è pieno di cose.

«Che ne dici di stabilire delle regole?» Chiede ed io mi metto seduta sospirando.

«Uhm, okay, però dobbiamo essere d'accordo entrambi.» Gli punto un dito contro e lui annuisce.

«Prima regola: niente, e sottolineo niente, sesso in questa camera. Non invitare nessuno qui e io farò lo stesso, okay?» Sorpresa dalla sua proposta annuisco.

«Sì, sono d'accordo. Nessuno porterà nessuno qui, né io né tu.» Chiarisco e lui sorride.

«Seconda regola: non toccare le mie cose.» Alzo un sopracciglio.

«Neanche tu le mie.» Fa spallucce annuendo.

«Ultima regola: le docce. La mattina farai la doccia per prima perché io sono più lento e voglio il mio spazio.» Sta facendo il numero tre con le dita mentre io lo guardo sorpresa, non mi aspettavo che le regole sarebbero state così ragionevoli.

«Suppongo che vada bene.» Faccio un mezzo sorriso.

«D'accordo, adesso farò un po' di esercizio.» Faccio un movimento disinteressato con la mano, mentre cerco il mio libro e inizio a leggere.

Justin si toglie la maglietta ed io nascondo il viso dietro il libro. Dio. Accende lo stereo e per la stanza risuona 'Sex on fire' di King of Leon, mentre lui fa gli addominali.

Roteo gli occhi quando lui si mette a ridere per avermi sorpreso a guardarlo. Scuoto la testa per togliere le immagini di lui a torso nudo e torno a leggere, anche se non ci sto capendo nulla.

«Justin, puoi aprire le finestre? Credo che faccia caldo qui dentro.» Justin si alza da terra e cammina verso la finestra, permettendomi di ammirare un'altra volta il suo corpo sudato. «Grazie.»

«Cos'hanno i libri che io non ho?» Dice sedendosi sul suo letto. Chiudo il libro e lo guardo, piegando il capo verso destra.

«Uhm, vediamo...» Faccio finta di pensarci sù. «sono interessanti, mi intrattengono, mi insegnano cose nuove, tutto quello che tu non puoi fare.»

«Che noiosa che sei.» Mi guarda «E poi, piccola, io sono interessante, saprei come intrattenerti e...» Si sporge in avanti, appoggiando i gomiti sulle sue ginocchia. «i libri insegnano la teoria, io potrei insegnarti la pratica.»

«Di cosa?» Rispondo senza pensare. Cosa sa lui che io non so? Cosa potrebbe mai insegnarmi? «Posso scommettere sulla mia vita che tu non hai mai letto un singolo libro.»

«Okay, questo è vero, ma sai perché? Nel mio mondo prima si agisce e poi si pensa.» Sto per rispondere, ma mi interrompe. «Dimmi, c'è per caso un libro che ti insegna come arrivare all'orgasmo?» Ride e io lo guardo male. «Puoi saperlo solamente agendo.» Si alza dal letto e si avvicina a me. «E per questo ci sono tutti i ragazzi della scuola, anche se sarei felice di insegnartelo io.»

Spalanco la bocca. Sono senza parole. Può essere così stupido, maleducato e insopportabile?

Justin ridacchia vedendo la mia espressione. «Beh, se non hai nulla da dire, mi andrò a fare una doccia.» Prende un asciugamano e la avvolge intorno al suo collo. «Ricorda di non toccare le mie cose.»

«E chi le vuole toccare le tue cose.» Borbotto e lui entra in bagno ridacchiando.

My Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora