Capitolo 42

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«Cosa farai durante le vacanze, Mad?» Mi chiede Amber, una ragazza del mio stesso corso di chimica.

«In realtà non ho dei programmi. La mia famiglia è in Italia dai miei zii, quindi penso che rimarrò qui. Tu invece?» Chiedo facendo spallucce e lei mi rivolge uno sguardo stranito e anche un po' triste, mentre io sfoglio il mio quaderno.

Non ci capisco niente di questa merda.

«Andrò a sciare insieme a Logan.» Risponde sorridendo.

«Logan è il tuo ragazzo, giusto? Quello che va a Princeton?» Chiedo curiosa distogliendo lo sguardo dai miei appunti e lei annuisce. «Wow, sarà bellissimo.» Mi guarda alzando un sopracciglio ed io cerco di spiegarmi meglio negando con il capo. «Intendevo passare il Natale con il tuo ragazzo.»

«Sei fidanzata anche tu, no?» Annuisco. «E lui cosa farà?»

Sospiro. «Non lo so, non ne abbiamo ancora parlato.»

Lei mi rivolge un sorriso. «Potreste passarlo insieme anche voi.»

«Non voglio obbligarlo a passare il Natale con me, Amber.» Sussurro. «Stiamo insieme da nemmeno una settimana...»

Lei mi guarda come se avessi appena parlato in russo e annuendo, inizia ad ascoltare il professore. Sospiro rendendomi conto che non ho idea dei programmi di Justin per le vacanze invernali e che non ho idea del rapporto che abbia con la sua famiglia. Ne abbiamo passate tante insieme ma continuo a non sapere quasi nulla di lui.

All'improvviso l'immagine di me in una casa abbandonata e con una foto in mano, si fa spazio nella mi mente. Ricordo di avergli chiesto chi fosse quella donna, ma lui mi aveva ignorato, come era solito fare ai tempi. Mi rendo conto di non avergli mai chiesto pechè fosse sparito per tre anni o cosa abbia fatto cambiare il suo comportamento così radicalmente. Prima era sicuramente più problematico, mentre adesso, beh, è un ragazzo normale. A scuola è popolare e il suo sguardo non è freddo e distaccato come una volta.

Mi porto una mano sotto il mento continuando a pormi milioni di domande mentre mi sento stupida perché mi sono sempre disinteressata della sua storia, quando adesso vorrei solo saperne di più. Cerco di ricordare ogni nostro momento passato insieme tre nni fa, ma ricordo solamente la rabbia che provavo nei suoi confronti ed il suo essere tanto prepotente. Continuo a trucidarmi il cervello e a mordicchiarmi il labbro, finché sento il suono della campanella che mi avverte che la lezione è appena finita.

Mi alzo dal mio posto e dopo aver salutato Amber con un gesto di mano, mi fiondo fuori dalla classe. Devo chiedergli spiegazioni: non solo perchè voglio che mi chieda di passare il Natale con lui ma perchè ho bisogno di conoscere la sua storia.

Cammino a passo lento per i corridoi, fino ad arrivare in mensa e trovarlo seduto ad un tavolo con i suoi amici e due ragazze che non ho mai visto prima. Non si accorge neanche della mia presenza per via dell'animata conversazione con le due bionde. Una delle due gli sta accarezzando il braccio, mentre l'altra si sta arrotolando una ciocca di capelli attorno al dito mentre mette il petto in fuori cercando di sembrare provocante.

Tossisco, ma lui continua a non accorgersi di me, al contrario di Alec che si alza avvolgendomi un braccio attorno alle spalle. Cerco di liberarmi stizzita dal suo braccio, quando sento Justin ridere e voltarsi verso di me. Quando mi nota, si libera della mano della ragazza e mi sorride.

«Bieber, guarda chi c'è.» Dice il moro ridacchiando quando mi libero dalla sua presa.

«Ehi Madison!» Mi saluta Ryan facendo un sorriso a trentadue denti, mentre gli altri ragazzi dicono un "ciao" all'unisono.

«Ciao ragazzi.» Dico forzando un sorriso, cercando di ignorare le due ragazze e quanto mi abbia dato fastidio veder Justin parlare con loro.

Justin mi fa segno di avvicinarmi a lui e prendendomi per mano, mi fa sedere sulle sue ginocchia. «Che ci fai qui, piccola?»

«Volevo salutarti.» Dico cercando di mascherare la mia irritazione. «Ti vedo occupato però.» Cerco di scendere dalle sue gambe e alzarmi, ma non me lo permette.

«Occupato?» Domanda con un sopracciglio alzato. Sto per rispondere, quando una delle due ragazze prende parola.

«Chi è questa?» Domanda a Ryan con un'espressione mista tra il disgusto e la sorpresa.

«Sono la fidanzata.» Rispondo voltandomi verso di lei. «Tu, piuttosto, chi sei?»

«Justin con la ragaz-» Sta per dire, ma io la interrompo.

«Justin con la ragazza? Com'è possibile?» Ripeto teatralmente alzando le mani in aria. «Beh, sono qui ed esisto.» Sbotto infastidita. Sono stanca di sentirmi ripetere sempre le stesse cose.

«Te la sei scelta scorbutica, Justy.» Ridacchia l'altra. «Pure mora ed io che pensavo ti piacessero le bionde, mi deludi.»

Justin non risponde, il che mi infastidisce ancora di più. Scendo dalle sue gambe e mi alzo, voltandomi verso i ragazzi con un sopracciglio alzato. «Perché non facciamo un sondaggio?» Propongo sfoggiando un sorriso falso. «Justin è stato con più bionde o con più more?» Domando e sento Justin deglutire pesantemente e contrarre la mascella. I ragazzi si guardano tra di loro incerti su cosa rispondere mentre le due ragazze mi stanno guardando come se fossi pazza.

Justin si alza e prendendomi per un braccio, mi trascina lontano dal loro tavolo. «Si può sapere che ti prende?» Sibila stizzito mentre mi rivolge uno sgaurdo serio.

«Ero curiora sul colore dei capelli delle tue puttane.» Rispondo senza pensare e lo sento sospirare.

«Se devi riniziare con la storia del mio essere puttaniere, non voglio ascoltarla, Madison.» Sbotta a denti stretti. «Ti ho già spiegato che non lo sono più.»

«Non sembrava così quando ti lasciavi toccare da quella.» Mi libero dalla sua presa e incrocio le braccia al petto.

«Stavo solo parlando con delle amiche.» Dice sulla difensiva. «Sei stata tu a rompere le palle.»

«Bene.» Sussurro. «Tolgo il disturbo allora.» Dico iniziando a camminare diretta alla mia camera, quando Justin mi prende nuovamente per il braccio e mi costringe a guardarlo.

«Puoi smettere di fare una scenata per niente?» Sospira frustrato.

«Torna a parlare con tue amiche.» Sussurro e poi mi mordo il labbro, cercando di reprimere la voglia di piangere. Sono troppo sensibile quando c'è lui di mezzo.

«Vuoi davvero che me ne vada?» Sussurra avvicinandosi pericolosamente ed io lo guardo negli occhi in silenzio, prima di prenderlo per la nuca e unire le nostre labbra. Mi avvolge la vita con le braccia e ricambia il bacio, spingendomi contro il muro della mensa.

Quando ci separiamo, faccio un respiro profondo e gli lascio un bacio fugace sulle labbra. «Non volevo fare una scenata.»

«Lo so, piccola.» Sfiora il mio naso con il suo.

«Ero gelosa.» Ammetto a voce bassa e  lo vedo sorridere.

«So anche questo.» Sussurra facendo un sorrisetto divertito. «Ogni tanto tocca anche a te.» Scherza ed io lo colpisco sul braccio.

«Non mi piace.» Arriccio il naso e lui ridacchia.

«Figurati a me.» Ribatte accarezzandomi il viso. «Ti porto in un posto.» Mi prende per mano e mi trascina chissà dove.

«Adesso?» Chiedo stranita mentre lo seguo e lui annuisce. «Ma ho lezione e-» Mi interrompo da sola, guardando l'occhiataccia che mi rivolge. «E va bene.»

My Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora