Capitolo 30

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«La partita sta per cominciare!» Urla l'allenatore entrando negli spogliatoi ed io mi alzo dalla panca e mi avvicino a lui.

«È ora di fargli il culo!» Urlo a mia volta e i ragazzi battono le mani ed esultano.

Mi sporgo fuori e vedo le gradinate piene di gente e numerose persone con degli striscioni. La squadra avversaria si è portata un paio di tifosi, a quanto vedo.

I Wildfires stanno correndo in circolo e fanno degli esercizi di riscaldamento, mentre il loro allenatore urla loro cose che non riesco a capire.

«Non dubitate nel passare la palla a Ryan, ha un tiro invidiabile. Guzman, laterale. Ai tiri liberi ci penso io. Somers a metà campo, copri Andrew. Gli altri...» Mi guardo intorno. «cercate di fargli il culo!» Urlo, avvicinandomi all'allenatore.

«Ci riusciremo, solo, non giocate come delle feminucce!» Urla di rimando, dandomi un colpetto sulla spalla. «Mancano 5 minuti all'inizo della partita.» Ci informa.«Andiamo ragazzi, non fatemi vergognare di essere il vostro allenatore!»

Lo guardo facendo un ghigno e mi avvcino a lui. «Tranquillo vecchio, ti faremo fare bella figura.» Lo rassicuro e gli vedo fare una smorfia alla parola "vecchio".

Mentre corro fuori dallo spogliatoio con gli altri ragazzi, penso a Madison. Alcuni dei miei compagni parlano con le cheerleaders e altri scherzano tra loro, mentre io, beh io sto fissando le gradinate in cerca di lei. Sono deluso, arrabbiato e mi sento soffocare.

All'improvviso l'aria è diventata troppo pesante. Mi sento in colpa per averle risposto male, ma avrei davvero voluto che lei fosse qui a sostenermi.

Faccio una smorfia di disgusto vedendo chi ci sta venendo incontro con un sorrisetto divertito stampato in faccia. Theo Riviera, capitano dei Wildfires.

«Ehi Bieber, da quanto tempo, no? Più o meno non ci vediamo dall'ultima volta in carcere.» Alza la mano per salutarmi ed io mi mordo la lingua per evitare di iniziare a imprecare contro di lui. «Oh, certo, ho saputo che ultimamente passi molto tempo con la sorellina di Stevens. È uno schianto, credi che le possa piacere?»

Sospiro e sorrido sarcasticamente negando con il capo. «Non si interesserebbe a te neanche se la costringessi.»

«Non ne sarei così sicuro, Justin. Ho i miei assi nella manica.» Sorride e fa un occhiolino. Theo e i suoi fottuti occhi azzurri.

Sento il sangue pulsare nelle vene. Il suo sorriso bastardo mi infastidisce ancora di più, così mi volto e continuo a guardare le gradinate.

Lei non verrà.

Una goccia d'acqua mi bagna la guancia. Guardo verso il cielo e noto che esso è pieno di nuvole. Benissimo.

«Bene, è facile. Non attaccateli in tutto, facciamoli stancare, correte, correte e correte, okay?» Dico. «A metà partita inziamo ad attaccare.» Tutti annuiscono e si mettono nelle proprie posizioni.
Guarda caso io sono di fronte a Theo.

Perché non sbatte quella sua fottuta faccia di cazzo?

Inizia a piovere. Questo renderà le cose più difficili, ma non ho nessuna intenzione di arrendermi.

Uno.

Due.

Tre.

Si parte!

Madison'a Point Of View

Sono in macchina insieme ad Harry e ci stiamo dirigendo al ristorante, mentre alla radio passa una canzone alquanto triste.

Sospiro. Dovrei essere felice di passare del tempo con lui, ma l'unica cosa, o per meglio dire persona, a cui riesco a pensare è Justin.
Prima mi dice che sono la sua migliore amica, poi mi scopa, poi mi dice che ha sbagliato e poi si arrabbia perché non vado alla sua stupida partita.

Mi ha messo in imbarazzo per l'ennesima volta davanti ai suoi amici, facendomi passare per quella che "si scopa" e niente di più ed io mi sono sentita morire. Non voglio essere una delle tante, non ho mai voluto esserlo e non pensavo neanche di esserlo, prima d'ora.

Non mi accorgo nemmeno di essere scesa dalla macchina e che Harry mi ha preso per mano, trascinandomi dentro un bellissimo ristorante.

Lui è così felice e sorride di continuo, mentre io sono in un altro mondo.

Il mondo di Justin, carina.
Stai zitta voce interiore, non ho intenzione di rovinarmi la serata pensando a Justin.

Non vuoi pensare al tuo "migliore amico" che hai abbandonato durante la partita più importante della stagione?
Non l'ho abbandonato e non è - oh beh sì, è la partita più importante della stagione ma lui sapeva benissimo che io sarei uscita con Harry.

Avresti potuto rimandare e appoggiarlo. Lui voleva solo il tuo appoggio.
Perché all'improvviso devo essere io a sentirmi in colpa? Lui mi ha fatto sentire di merda quando ha detto che siamo solo amici e ancora di più quando mi ha fatto sentire una delle tante. Lui dovrebbe sentirsi in colpa, non io.

«Sono contento che tu sia qui, Mads» Dice Harry prendendomi per mano. Io scuoto la testa cercando di liberarmi dai quei pensieri e forzo un sorriso. «ma ti vedo strana, assente...»

«No, è solo che...» Sento un nodo formarsi nella mia gola. Perché il solo pensiero di Justin mi fa venir voglia di piangere? «Ho avuto una specie di discussione con... uhm, un amico.» Sussurro l'ultima parola quasi con disgusto.

«Una brutta discussione?» Chiede interessato accarezzandomi il dorso della mano.

«Ne abbiamo avute di peggiori ma...» Socchiudo gli occhi e sospiro. «non riesco a pensare ad altro.»

«Perché avete litigato?» Alzo lo sguardo verso di lui e gli vedo un'espressione imbarazzata dipinta sul volto. «Sempre se posso chiedere, ovvio.» Si corregge prontamente ed io faccio un mezzo sorriso.

«Lui è irascibile ed io impulsiva.» Faccio spallucce ed lui ridacchia per la mia motivazione, alzando un sopracciglio e aspettando che continui, essendo più esplicita. «Ho dato buca alla sua partita per uscire con te.»

Lui sorride e mi bacia il dorso della mano. «Allora avevi un'ottima motivazione e sono sicuro che questo amico capirà.»

«Forse.» Sospiro. «Harry, lo sai che ti voglio bene e che credo che tu sia un ragazzo meraviglioso, vero?»

«Non lo sapevo, ma sono contento che pensi questo di me.» Sorride nuovamente e mi fa l'occhiolino.

«Ma sei il fratello di Ashley e-» Vengo interrotta da uno sbuffo e dalla sua espressione accigliata.

«Lascerai che mia sorella si metta tra di noi?» Mi guarda con un'espressione confusa ed io deglutisco.

«Non c'è ancora un "noi", Harry.» Sospiro. «E non so se mai ci sarà.»

My Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora