Tre anni prima.
Sistemo la gonna e scendo rapidamente le scale. Mi precipito in cucina e mi siedo al mio posto, affermando una mela. La mordicchio e afferro la mia tazza rosa, portandomi alle labbra la cioccolata calda preparata da mia madre.
Mi volto verso il frigo e noto il biglietto che mi ha lasciato come ogni mattina "Abbi una buona giornata, raggio di sole!". Il suo life-coach, guru o psicoanalista, non ho ancora capito chi lui sia, le aveva consigliato di riempire me e mio fratello di stupide frasi motivazionali per farci essere felici e produttivi. Idea simpatica quanto banale.
Una volta finita la mia colazione, mi alzo e corro nuovamente al piano di sopra per preparare le mie cose. Afferro il mio zaino e il mio cellulare, saluto i miei con un gesto di mano e di un bacio sulla guancia a Jake prima di uscire di casa.
Di solito mi porta lui a scuola, ma oggi ha un'impegno insormontabile, così aveva detto lui. Cammino a passo spedito verso la casa della mia migliore amica, o meglio, la mia unica amica.
Casa sua non è molto lontana e quando arrivo, inizio a bussare più volte alla porta. Lo so, è un gesto un po' scortese ma lei è sempre in ritardo ed io non voglio voglio esserlo. La sento borbottare qualche parolaccia è salutare i suoi velocemente, un attimo prima di comparire davanti ai miei occhi.
È bellissima nonostante le occhiaie e sfodera un sorriso smagliante. Le ho un'abbraccio e lei ridacchia. "Ehi tesoro." Cinguetta e poi sbadiglia. Va sempre a letto tardi a causa delle interminabili conversazioni con il suo fidanzato, Logan. È un ragazzo a posto, anche se non lo conosco molto.
"Ehi Ash" Le sorrido di rimando. "A che ora sei andata a letto ieri sera?"
"Alle tre." Scuoto la testa e lei mi rivolge un mezzo sorriso. "Dovrei smettere di fare così, ma..."
La interrompo. "Ma non vuoi." Rispondo ridacchiando e lei fa lo stesso.
Ashely è la mia migliore amica da sempre: una delle poche persone che conosco alla perfezione e di cui mi fido ciecamente. Lei c'è sempre stata per me, nei momenti belli e in quello brutti.
Stiamo camminando verso l'istituto e la bionda mi sta raccontando dei suoi piani per il fine settimana, perché lei, a differenza di me, ha delle cose da fare. Uscirà con il suo ragazzo, scoperà e si divertirà mentre io, beh io, rimarrò a casa, come tutti i weekend, a non fare niente. A volte la invidio, altre no.
L'amore arriva quando meno te l'aspetti, quindi io non l'aspetto proprio. Non mi fraintendete, mi piacciono i ragazzi, amo l'amore e la mia scuola è piena di fighi, ma nessuno di loro ha mai suscitato il mio interesse.
Sono così presa dai miei pensieri da non accorgermi che la mia amica non smette di parlare. «Dicono che abbia ucciso qualcuno!» Spara all'improvviso.
«Ma chi?» Chiedo confusa.
«Di Justin.» Mi risponde con voce timorosa.
«Sono solo voci per renderlo più popolare...» Odio ascoltare il nome di quel pallone gonfiato. «Non devi dargli importanza, Ash.» Alzo le braccia in aria come se niente fosse e faccio spallucce.
Siamo arrivate a destinazione. La nostra scuola è gigante, forse un po' malmessa, ma ha una bella struttura. Camminiamo per il lungo corridoio e ci fermiamo davanti ai nostri armadietti.
Che silenzio. Che serenità. Stronzate.
I borbottii, le risatine ed i sussurri sono tutti dedicati alla persona più nominata di tutto l'istituto. Sento le mie orecchie fischiare quando sento il suo nome per la decima volta.
«Chi abbiamo a prima ora?» Cerco di non fare troppo caso ai mormorii vari ed apro il mio armadietto, aspettando che la mia migliore amica risposta alla domanda. Quando non la sento rispondere, alzo lo sguardo verso di lei e noto che sta guardando nella stessa direzione di tutti.
Prendo il mio di biologia e mentre sto per girare sulle mie amate converse nuove, qualcosa, o per meglio dire qualcuno, mi ferma. Questo 'qualcuno' mi da una rumorosa pacca sul sedere.
Sento le mie guance bruciare ed una risata risuonare vicino al mio orecchio. Mi volto trovandomi davanti il colpevole. È di spalle e continua a camminare con la stessa spavalderia di sempre. Non si preoccupa nemmeno di una mia reazione a quanto pare.
Non abbiamo mai parlato e in realtà, penso di non aver mai incrociato il suo sguardo, eppure mi ha appena messa in ridicolo davanti mezza scuola. Lui non mi conosce, ma se crede che io sia come quelle oche con cui può comportarsi come vuole, si sbaglia di grosso. Non gli permetterei mai di fare quello che ha appena fatto senza subirne le conseguenze. Porgo il libro ad Ashley che mi guarda con gli occhi spalancati e cammino velocemente verso di lui. Sto quasi correndo, ma cerco di avere un'andatura sicura.
«Bieber!» Urlo il suo cognome, ottenendo la sua attenzione. Lui si gira a guardarmi e mi rivolge un sorride bastardo, prima di darmi le spalle di nuovo. «Razza di idiota, ti sto parlando!»
Quel ragazzo così odioso gira sulle sue scarpe (rubate probabilmente) ed alza il cappello dalla sua testa. Si passa una mano tra i capelli, facendoli diventare più ribelli del normale e mi guarda fissa negli occhi.
Deglutisco cercando di sostenere il suo sguardo. Quello sguardo che mi sta scannerizzando. «Che cosa hai detto, pulce?» Mi chiede con lo stesso sorriso di prima.
«Chiedimi scusa e non chiamarmi pulce.» Rispondo a denti stretti.
Il suo sorriso scompare dal suo volto e mi guarda con un'espressione seria per qualche secondo, prima di iniziare a ridere di gusto. Fa qualche passo in avanti avvicinandosi a me. Nega con il capo e mi sento stupida al pensiero di aver creduto di ricevere un 'mi dispiace' uscire da quelle labbra rosa e carnose.
Senza distogliere lo sguardo dai miei occhi, allunga una mano e ripete il gesto di qualche minuto fa. Non la smette di ridere ed io voglio sprofondare. Guarda i suoi amici per prendersi gioco di me, e poi torna a guardarmi. Sento i suoi occhi bruciarmi sulla pelle e quando sorride di nuovo, la mia mano colpisce il suo viso.
Sono in pericolo, lo so. Quel cattivo ragazzo avrebbe reso la mia vita impossibile ma non mi importa, Madison Stevens non permette a nessuno di mancarle di rispetto.
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My Bad Boy
FanfictionMai avrei pensato che tutto sarebbe cambiato così velocemente. Sarei diventata qualcuno che non avrei mai immaginato di diventare. Lui è apparso cambiandomi la vita, mostrandomi quanto 'cattivo' lui fosse. Odiavo l'idea di innamorarmi di lui. Il suo...