Capitolo 54

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Apro lentamente gli occhi e la prima cosa che vedo è il volto del ragazzo che amo. Guardarlo dormire è uno spettacolo: ha l'aria di un bambino piccolo e indifeso, i lineamenti rilassati, il respiro tranquillo e regolare, la perfezione fatta persona.

Allungo la mano sinistra per poter toccare la sua guancia cercando di fare attenzione a non svegliarlo. Le mie dita scivolano sfiorando con i polpastrelli le sue labbra, lui schiude la bocca e ritraggo la mano temendo di averlo svegliato.

«Mhm, piccola...» Sussurra lui, ma senza aprire gli occhi.

«Ti ho svegliato?» Chiedo a voce bassa, ma lui non mi risponde, quindi decido di dargli un bacio sulla a guancia, uno sul collo, uno tra le scapole e uno sulla spalla destra. Quando lo sento ispirare, mi fermo.

«Pretendo di essere svegliato così tutte le mattine della mia vita.» Sorrido alle sue parole e lo guardo aprire lentamente gli occhi.

«Buongiorno amore.» Sussurro avvicinandomi alle sue labbra, lui allunga le braccia per stiracchiarsi e prima che riesca a capirci qualcosa mi ritrovo stesa sul letto con lui sopra di me.

«Sei sveglia da molto?» Scuoto il capo e lui si allunga su di me per baciarmi. Le sue mani si posano sui miei fianchi sollevando non poco il top del pigiama, le mie braccia non possono evitare di stringersi intorno al suo collo. «Perché litighiamo se è così bello stare insieme?»

«Non ne ho idea, so soltanto che odio litigare con te.» Le mie mani scendono lungo le sue braccia, stringo gli avambracci sotto i palmi delle mani, la sua mano destra scende ad accarezzarmi la coscia e io l'avvicino al suo fianco.

«Devo andare a fare la doccia.» Dice lui continuando a baciarmi.

«E allora vai.» Rido continuando a rispondere ai suoi baci.

«Non riesco a separarmi da te...» Mi mordo il labbro. «...e se venissi a farti la doccia con me?» Propone.

«Tu non ne hai mai abbastanza?» Ridacchio.

«Non vuoi scaricare tutto il nervosismo di ieri sera, piccola?» Si fionda sul mio collo per lasciare una scia di baci ed io sto per abbandonarmi a lui, quando sentiamo qualcuno bussare alla porta.

«La colazione è pronta.» Sentiamo urlare da fuori la porta.

«Non scendiamo.» Gli sussurro all'orecchio, ma lui, incredibilmente, si ferma.

«Non sai quanto vorrei farti mia in questo preciso istante, ma adesso devo scendere e chiedere a mia sorella come cazzo ha fatto a farsi mettere incinta.» Sta per alzarsi, ma glielo impedisco.

«Justin, non farle una scenata.» Gli accarezzo il braccio. «Questa situazione è difficile per lei, il suo ragazzo non lo sa ancora e lei è terrorizzata.»

«Voglio uccidere quel bastardo.» Piagnucola affondando il viso tra i miei seni, il che mi fa ridere.

Gli passo una mano tra i capelli. «Adesso scendiamo e tu cercherai di mantenere la calma.» Mi guarda facendo una smorfia. «Ti prego?» Gli lascio qualche bacio sulla fronte.

«Non ti prometto niente, piccola.» Si alza e mi prende per mano, facendomi mettere in piedi sul letto. Mi fa salire sulle sue spalle e mi porta giù per le scale.

«Qualcuno ha fatto pace.» Sorride Pattie guardandoci.

«Dov'è Jazmin?» Chiede Justin quando io scendo dalle sue spalle.

«Di sopra.» Noto l'espressione di Pattie farsi più cupa.

«Vado a parlarle.»

«Justin non-» Iniziano io e Pattie all'unisono.

My Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora