Capitolo 38

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«Cazzo, Bieber! La tua ragazza è una bomba.» Quella voce. Serro la mascella. «Ce l'hai fatta! Ed io che pensavo ancora di scoparmela...» Theo Riviera.

Faccio scendere Madison e mi volto verso quel figlio di puttana. Ha un sorrisetto divertito stampato sul volto e sta squadrando la mia ragazza dalla testa ai piedi. Madison lo guarda con disgusto e posso notare dalla sua espressione che è incazzata per quello che ha detto.

«Non ti è bastata la lezione dell'altra volta per capire che non la devi neanche guardare?» Ringhio verso di lui e lui ride.

«Oh, intendi quando stavi per uccidermi sul campo? Acqua passata.» Fa spallucce. «Non ho paura di te e se voglio entrare nelle mutandine di una ragazza, lo faccio e basta.» Madison avanza verso di lui per schiaffeggiarlo ma io la prendo per i fianchi e la posiziono dietro di me.

Mi avvicino a Theo minacciosamente e lo guardo dritto negli occhi. «Toccala, figlio di puttana. Toccala anche solo con un dito e giuro che ti faccio fuori. Non sfidarmi, Riviera. Sai di cosa sono capace.» Lo spingo indietro e lui alza le mani in segno di resa.

«Non mi va di morire oggi» Dice lui divertito. «ma sappi che non mi fermerò fin quando non sarò tra le gambe della tua troietta e lei mi starà implorando di fotterla.» Sputa ad un tratto ed io mi fiondo su di lui, facendolo cadere a terra.
Inizio a colpirlo ripetutamente e nonostante lui provi a reagire, è troppo debole per ribaltare la situazione.
Gli prendo la testa e inizio a sbatterla contro il pavimento, finché non sento Madison urlare di fermarmi. Theo sta sanguinando ma è ancora vivo. Mi alzo da sopra di lui dandogli un ultimo calcio e prendendo Madison per un braccio, la trascino fuori.

Si libera dalla mia presa e mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite. «Ha detto delle cose orribili e lo so, ma tu avresti potuto ammazzarlo, Justin!» Urla gesticolando in maniera teatrale.

Respiro profondamente e la prendo per il polso. «Hai sentito quello che ha detto, non potevo lasciar correre.» Sibilo a denti stretti e lei cerca di liberarsi dalla mia stretta ma io non ho intenzione di demordere.

«L'ho sentito e mi ha disgustato. Non avrebbe dovuto dire quelle cose ma tu non avresti dovuto esagerare!» Alza la voce.

«Tu non avresti dovuto vestirti così!» Le urlo contro e lei cerca di divincolarsi. «Siamo qui da mezz'ora, ho già picchiato un ragazzo e ho una voglia tremenda di picchiare tutti gli altri che ti guardano.»

«Non puoi picchiare tutti quelli che mi guardano, Justin. Non funziona così in una coppia!» Allento un po' la presa sui suoi polsi e la guardo.

«Ah no? E come funziona? Che loro ti scopano con gli occhi ed io sto zitto?» Grugnisco e le lascio le mani, dandole le spalle.

«No! Funziona che tu hai fiducia in me e mi fai stare tranquilla, senza il pensiero che ucciderai chiunque mi rivolga uno sguardo!» Urla dietro di me.

«Se ti vestissi in maniera più consona, io non impazzirei!» Le urlo di rimando.

«Ne abbiamo già parlato. Non puoi decidere cosa io debba indossare, tu non mi possiedi.» Le sento dire con voce rotta ed io contraggo la mascella, voltandomi a guardarla. Sta piangendo. Sono un coglione.

Si copre il viso con le mani e piagnucola silenziosamente. Mi avvicino a lei e la stringo in un abbraccio. Lei inizia a darmi piccoli pugni sul petto mentre io la stringo forte a me.

My Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora