Capitolo 41

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Una volta uscito dalla doccia e aver infilato dei boxer, rientro in camera sospirando. Madison è sotto le coperte, nel mio letto, che dorme abbracciata ad un cuscino.

Mi distendo sul letto ed entro sotto le coperte, avvolgo un braccio attorno al suo fianco e le bacio la guancia sinistra. È in intimo: probabilmente era troppo stanca per indossare il pigiama. Sfioro la pelle della sua spalla e del suo ventre con le dita. Adoro sentire la sua pelle. È morbida, dolce e delicata, proprio come lei.

«Non pensare di esserti salvato, Justin.» Sussurra. «Girati, voglio vedere la tua schiena.» Apre gli occhi lentamente e mi guarda con differenza.

Sorrido. «No.» Cerco le sue labbra ma lei si sposta, appoggiando le mani sul mio petto.

«Justin, dai.» Alza gli occhi al cielo cercando di rimanere seria e si mordicchia il labbro.

«Dormi, Madison. Sei stanca e domani abbiamo scuola.» Sussurro e la vedo annuire.

«Lo so ma non mi interessa.» Mi guarda negli occhi. «Mi interessa sapere come stai.» Faccio una smorfia.

«Sto bene.» Sospiro chiudendo gli occhi e lei toglie la mano dal petto, per poi spostarsi e alzarsi dal letto. Gemo non sentendo più la sua pelle contro la mia e le prendo un braccio. «Dai, Mad...» Lei rimane immobile a guardarmi con le braccia incrociate al petto ed io mi metto seduto sbuffando.

Le do le spalle e la sento sussultare.
Accarezza i segni sulle mie spalle, lasciandosi scappare qualche mormorio impercettibile. Sospiro e mi volto a guardarla. Si sta mordicchiando il labbro e i suoi occhi sono brillanti e umidi, segno che sta per piangere.

«Ehi...» La prendo per mano e la faccio sedere sulle mie gambe. «È tutto a posto.» Le sussurro baciandole la tempia.

«Ti fa tanto male?» Chiede guardandomi negli occhi e accarezzandomi una guancia. Dio, è così bella. «Vado a prendere il disinfettante.» Fa per alzarsi ma io la fermo.

«Resta con me.» Grugnisco e lei alza gli occhi al cielo per poi guardarmi severamente e con dispiacere. «Non guardarmi così, sono solo lividi.» Sembro un dalmata.

«È solo che... mi dispiace, Jay.» Sorrido al nomignolo e la bacio, per poi stendermi sul letto con lei sopra di me. «Ti amo.» La sensazione migliore del mondo? Sentire quelle due parole uscire dalla sua bocca.

«Non preoccuparti per me, sono duro come la roccia.» Scherzo facendole l'occhiolino e lei arrossisce per poi scoppiare a ridere.

Guarda le mie mani e le prende, le accarezza e inizia a giocare con loro. «Andrò al ballo con un ragazzo viola.» Sorride.

«È il mio colore preferito e lo porto pure sulla pelle.» Faccio spallucce e le sorrido.

«Sei pazzo.» Ridacchia. «Secondo te chi ha chiamato la polizia?»

Mi irrigidisco e socchiudo gli occhi. «Riviera.» Rispondo a denti stretti e lei annuisce. Le bacio il collo. «Non posso credere che tu sia la mia ragazza...» Mi soffermo su un punto in particolare e inizio a succhiare. «Mi odiavi così tanto e mi insultavi continuamente, ma mi piacevi così tanto che mi faceva rabbia.» Le confesso per poi soffiare sul punto sensibile e ammirate il mio capolavoro con un sorrisetto soddisfatto.

Si mette seduta, sfiorandosi il punto dolente e geme. Respiro profondamente. I suoi fottuti gemiti. «Sei uno stupido, io ti odiavo perché cercavi sempre di infastidirmi!» Mi colpisce sul petto giocosamente ed io le prendo i polsi per avvicinarla a me nuovamente. «Ti ricordi quando al secondo anno mi hanno chiesto che voto darti ed io ho detto che eri-» La interrompo ridacchiando.

«Un maledetto ninfomane e mi hai dato uno zero.» Faccio spallucce imitandola.

«Te lo meritavi. Mi stavi sempre addosso, volevi umiliarmi e molestarmi continuamente. Non riuscivo a respirare.» Alza gli occhi al cielo ed rido.

«Ehi, ehi, ehi.» La rimprovero. «Non ti ho mai molestata e non ero uno stalker.» Alzo un sopracciglio.

«La priva volta che ci siamo parlati, tre anni fa, è stato perché mi hai toccato il sedere davanti a tutta la scuola. E poi? Quando mi hai preso di peso e portata nel parcheggio? Ero spaventata da morire!» Strilla ed io le do uno schiaffetto sul sedere, sorridendo.

«Okay, forse ti molestavo un po'.» Sorride vittoriosa. «È bello sapere che adesso sei mia.» Le sussurro all'orecchio e le mordo il lobo.

«Vivevi nella convinzione che lo fossi da molto tempo, ormai.» Mi spinge di poco. «"Sei già etichettata come mia" e "hai toccato la mia ragazza"» Mi imita ed io stringo i pugni. «Chi sei? Un cavernicolo?» Ride ed io faccio una smorfia.

«Smetti di prendermi in giro e non ricordarmi di quel coglione di Harry.» Sospiro profondamente e lei sorride, baciandomi sulla punta de naso.

«Sei il più bel cavernicolo del mondo.»  Sussurra sulle mie labbra.

«Oh piccola, non c'era nessun dubbio.» Le sussurro a mia volta per poi unire le nostre labbra. La sua lingua s'insinua nella mia bocca ed entra in collisione con le mia, le due dita stringono le punte dei miei capelli fra le dita ed io le stringo i fianchi.

«La cosa che sai fare meglio è farti i complimenti da solo.» Mi stuzzica.

«Ah si? Credi che sia la cosa che io sappia fare meglio?» Inizio a baciarle il collo e la sento inarcare la schiena sotto al mio tocco. «So fare molte altre cose...» Le lascio piccoli baci sulla mascella, al collo, alla clavicola, per poi finire sulla spalla. La sento gemere forte quando passo l'indice sul bordo in pizzo delle sue mutandine. «Credo di doverti un favore, piccola.» La guardo negli occhi prima di stringere le dita attorno al bordo delle mutandine e abbassarle lentamente fino alle caviglie, facendola fremere. Preme le sue labbra contro le mie ed io le mordo il labbro inferiore, per poi lasciarle una scia di baci lungo l'addome, per poi baciarla lì. «Dimmelo, Madison. Qual è la cosa che so fare meglio?» Le sussurro, alzando lo sguardo sul suo viso. Ha le guance arrossate e gli occhi socchiusi. Lascia cadere la testa all'indietro, sul cuscino, quando aggiungo la lingua.

Mi tira le punte dei capelli e si contorce quando passo a baciarle l'interno coscia.
Succhio piano la sua pelle e alzo nuovamente lo sguardo su di lei. «Allora, Madison?» Mi guarda dritto negli occhi e geme quando le mordo piano l'interno coscia.

«Justin, ti prego.» La sto torturano e ne sono completamente consapevole. Spinge il bacino nella mia direzione ed io ricomincio a baciarla, dall'alto al basso, circondando il clitoride con la lingua. «Oh, Justin!» Ansima. Quando viene, mi lecco le labbra e alzo il viso, per premerle contro le sue. Le sistemo le mutandine e ridacchio.

«Sei bellissima» Arrossisce ed io le bacio la fronte. «Mi piace il tuo sapore.» Le sussurro all'orecchio e lei si copre il viso con le mani.

«Ti odio.» Sussurra ed io la stringo a me.

«Ti amo.» Sorrido e le tolgo le mani dal viso. «Rispondimi, piccola.»

«Ti amo anch'io.» Dice in un soffio e poggia la testa sul mio petto.

My Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora