Capitolo 45

1.8K 78 7
                                    

Non abbiamo neanche il tempo di rientrare a scuola e scendere dalla moto, che Ryan e Ashley ci assalgono davanti alla nostra camera.

«Dove cazzo siete stati?» Urla Ashley alzando le braccia in aria. «Dovevamo vederci oggi, Madison!»

«E tu hai saltato gli allenamenti!» Urla a sua volta Ryan puntando un dito in direzione di Justin.

«Smettetela di urlare, idioti.» Dice Justin alzando gli occhi al cielo.

«L'unico idiota qui sei tu, hai rapito la mia migliore amica e l'hai portata chissà dove!» Dice Ashley stizzita.

«Si dia il caso che la tua migliore amica sia la mia ragazza e-» Justin cerca di ribattere, ma io lo interrompo.

«Potete smetterla di fare tutta questa scena?» Mi intrometto, mettendomi le mani sui fianchi. «Siamo vivi e vegeti come potete vedere.»

Justin prende le chiavi dalla tasca e apre la porta della nostra camera, per poi entrarci prendendomi per mano. Ashley e Ryan ci seguono all'interno, il che fa sbuffare il mio ragazzo.

«Si può sapere dov'eravate?» Dice Ryan con un tono di voce più calmo.

Sospiro guardando Justin e mi getto sul letto, vicino a lui. «In Messico.»

«Che cosa ci facevate in Messico?» Chiede Ashley facendomi arrossire mentre Justin, dietro di me, reprime una risatina. Ryan ci guarda straniti, poi come se avesse capito, spalanca gli occhi e inizia a ridere.

Ryan va verso Justin e gli da una pacca sulla spalla. «Dove l'hai portata?»

Justin ridacchia ed io gli rivolgo un'occhiataccia, mentre Ashley ci sta fissando in silenzio. «In spiaggia.»

«Abbiamo le spiagge anche a San Diego. Sul serio, amico, dove l'hai portata?» Ripete lui, rivolgendogli un sorrisetto malizioso.

«Io volevo portarla in Messico.» Justin fa spallucce e mi bacia la spalla.

«Vieni con me, Madison.» Ashley mi prende la mano e mi costringe ad alzarmi da letto, trascinandomi fuori dalla camera.

Camminiamo fino al parco e ci sediamo su una panchina, non molto lontana dalla mia camera.

«Ti ha portata davvero in Messico?» Chiede sorridendo. La sua espressione non è preoccupata, ma divertita.

«È stato così romantico, Ash!» Dico appoggiandomi sullo schienale della panchina, mordendomi il labbro.

«Mi dici da dove gli è venuto?» Domanda curiosa.

«Non lo so, stavamo litigando quando ad un tratto mi dice "ti porto in un posto"...» Imito la voce di Justin, facendola ridacchiare. «Abbiamo fatto il bagno, Ashley.» Sospiro con aria sognante mentre lei spalanca gli occhi.

«È il venti dicembre, Madison!» Strilla incredula ed io le faccio segno di abbassare la voce. «Spero solo che non ti venga l'influenza.»

«Non mi verrà, mamma.» La prendo in giro.

«Perché i tuoi vestiti sono asciutti?» Domanda alzando un sopracciglio e quando non rispondo, mi da un colpetto sul braccio. «Avete fatto il bagno nudi?»
Annuisco imbarazzata e lei scoppia a ridere. «Sei pazza, Mad.»

«Non riesco a dirgli di no, Ashley.» Le sorrido mordendomi il labbro e lei nega con il capo.

Justin's Point Of View*

«Avete scopato in acqua?» Ripete incredulo il mio migliore amico. «L'ho detto che sei un mito.»

«Smettila, Ryan.» Lo rimprovero scocciato.

Sicuramente non volevo dover parlare con lui adesso. Ho appena raccontato alla mia ragazza tutta la mia storia e lei mi ha detto di amarmi anche di più, quindi non voglio parlare con lui, affatto.

«Tiffany ed Emma hanno chiesto del perché te ne fossi andato...» Dice Ryan sedendosi sulla sedia della mia scrivania. «pensavo steste litigando, non pensavo che voi-»

«Ho capito, fratello.» Lo interrompo, lanciandogli un cuscino e sospiro, inumidendomi le labbra. «Mi ha chiesto di raccontarle di mio padre, della mia famiglia...»

«E tu che le hai detto?» Chiede curioso, alzando un sopracciglio.

«Tutto.» Rispondo ripensando a come sia stato difficile e allo stesso tempo tremendamente facile parlarne con lei.

«Come l'ha presa?»

«Ha detto che mi ama.» Mi distendo sul letto e fisso il tetto. «Mi ama.» Chiudo gli occhi e sospiro.

«Sembri una ragazzina, Bieber.» Mi lancia il cuscino, costringendomi ad aprire gli occhi.

«Si può sapere perché sei qui a rompermi le palle?» Sbotto infastidito, mettendomi nuovamente seduto.

«Ashley è venuta a prendermi in camera» Spiega con un'espressione divertita. «era incazzata perché doveva andare a compare delle cose con Madison per le vacanze o qualcosa del genere.»

Quella ragazza è così fastidiosa. Alzo gli occhi al cielo.

«Devo parlare con mia madre...» Mormoro. «Vuole che torni a casa per Natale, ma non sono sicuro di andare.»

«Perché?» Mi domanda stranito.

«Non li vedo da circa sei mesi e poi non voglio lasciare Madis-» Prima che possa completare il nome, Ryan scoppia a ridere.

«Sì, cazzo, sei una ragazzina.» Gli rivolgo un'occhiataccia, cercando di ignorare le sue affermazioni stupide. Lui non capisce. Non può capire.

«Smetti di fare il coglione per una volta nella tua vita.» Ribatto.

«Chiedile di venire con te.» Suggerisce con fare ovvio ed io aggrotto le sopracciglia. Ci avevo già pensato, in realtà, ma non penso che accetterebbe.

Prima che possa rispondere, Madison entra in camera. «Devo farmi una doccia e uscire, Ashley è-» Si interrompe notando che Ryan è ancora qui e si sistema la maglietta, che aveva alzato di poco.

Lancio uno sguardo a Ryan chiedendogli di andarsene e lui annuisce. «Ho capito, vado. Ci vediamo, fratello.» Mi stringe la mano amichevolmente. «Ciao Madison.» Le bacia la mano e poi esce dalla camera, facendomi alzare gli occhi al cielo.

Madison prende dei vestiti dall'armadio e li posiziona sulla scrivania, prima di togliersi la maglia.

«Dove stai andando?» Le chiedo fissando il suo seno, mentre lei si abbassa i jeans per poi toglierseli.

Abbiamo finito da poco, Madison. Per favore.

«Ho promesso ad Ashley che l'avrei accompagnata al centro commerciale per comprare un bikini.» Dice dirigendosi al suo comodino e piegandosi in avanti per prendere un completino intimo.

Scuoto la testa per non fissarmi sul suo sedere e respiro profondamente. «A cosa le serve un nuovo bikini a dicembre?» Chiedo confuso e lei ridacchia, rivolgendomi uno sguardo divertito.

«Magari vuole andare in Messico e farsi un bagno.» Scherza ed io nego con il capo, prendendola per un braccio e facendola sedere sulle mie gambe. «I suoi genitori la portano in Australia per Natale.» Mi spiega e poi sbuffa. «Proprio come i miei che vanno in Italia e mi lasciano qui da sola.»

Italia? Lì da sola? Che sia lodato il cielo.

«Sei mai stata in Canada?» Le dico accarezzandole la guancia sinistra e lei scuote il capo in segno di negazione. «Perfetto, questo Natale lo passerai a Stratford, piccola.»

My Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora