Come ho fatto a farmi convincere?
Picchiettai le mani sul volante, nervosamente, mentre osservavo il carroattrezzi davanti a me che procedeva quasi a passo d'uomo.
Vedevo mio fratello e l'autista chiacchierare tra di loro come se niente fosse, ridevano e scherzavano, peggiorandomi l'umore.
Era stata una settimana pesante, allo studio gli avvocati erano intrattabili, il signor Kent Jr. sembrava essere più incazzato del solito e i clienti non miglioravano di certo la situazione. Avevo bisogno di svagarmi un po' e staccare la spina, ma a quanto pareva me la dovevo sudare.
La suoneria della macchina riempì l'abitacolo e risposi quando vidi il nome di Jess, una delle mie migliori amiche.
«Non dire niente.»
Il mio tono poteva già far capire quale fosse il mio stato d'animo.
«È successo qualcosa? Sei in ritardo.»
In sottofondo avvertivo la musica a tutto volume e gli schiamazzi di quelli che le stavano intorno. Era periodo delle Spring Breaks e Miami era gremita di giovani universitari in cerca di un po' di trasgressione e divertimento. Odiavo quel periodo dell'anno: le grida, la gente folle e il rumore perenne, ma ero nata in quella città e aveva dei lati positivi che cancellavano tutti quelli negativi.
«Scusa, ho avuto un contrattempo. Matt ha fatto un incidente e gli serve un passaggio a casa.»
Lei sospirò. «Sembra che lo senta quando hai bisogno di rilassarti.»
Non aveva tutti i torti. Mio fratello e io andavamo d'accordo, ma era innegabile che a volte il suo modo di fare fosse difficile da gestire, soprattutto quando cominciava a comportarsi come se fosse mio padre. Eravamo cresciuti senza una figura maschile di riferimento, ma questo non voleva dire che dovesse farlo lui.
«Appena mi libero, vi raggiungo.»
Seguii il carroattrezzi come una brava bambina, sperando di vedere al più presto una freccia che decretava la fine delle mie sofferenze. Dovetti aspettare ancora cinque minuti prima di parcheggiare la macchina fuori dal cancello e poi rimasi a osservare la struttura.
Dawson's era uno dei centri più conosciuti della città, non solo perché era storico e aperto da anni, ma anche per gli innumerevoli servizi che offriva. Per un patito di auto, quel posto era come il paese dei balocchi per un bambino.
Matt aveva provato svariate volte a convincermi a portare la macchina lì, ma io non avevo mai sentito ragioni, perché preferivo appoggiarmi al meccanico vicino a casa.
I numeri dell'orologio cambiarono svariate volte senza che mio fratello si facesse vedere. Mi aveva detto che ci avrebbe messo poco e di aspettarlo in macchina, ma non sapevo perché gli avessi dato retta, visto che lo conoscevo abbastanza da sapere che si perdeva a chiacchierare peggio delle donne.
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Twin Flame
Romance(Aggiornamento settimanale) «Sei il mio calmante naturale, Pear.» Per Eleonore trovare un uomo che la catturi pare un'utopia, nessuno le piace davvero e con tutti prova solo apatia. L'attrazione fisica, quella che tutti i suoi amici hanno sempre p...